Incontro con Suor Anna Monia Alfieri e dott. Giovanni Baggio il 19 febbraio alle ore 18.00, a Varese, presso il centro congressi De Filippi e in streaming.
Scuola per la vita, libertà educativa
Perché parlare di scuola durante il mese per la vita?
Responsabilità educativa
Partiamo dall’inizio, dalla generazione della vita umana, che nasce nell’ambito della famiglia e che vede in questa nascita la prima responsabilità dei genitori, da cui conseguono tutte le altre, dato che questa vita è loro affidata. Non è solo la responsabilità di proteggere, nutrire, ospitare questa vita, ma anche quella di condurla a comprendere il senso stesso della vita, nei suoi aspetti individuali e di relazione, che sono inscindibili nella natura umana. È la responsabilità di educare, ma una responsabilità comporta la libertà, per coloro a cui la stessa responsabilità è attribuita, di scegliere i mezzi più idonei per espletarla.
Libertà educativa
Per questo e non a caso la dottrina sociale della Chiesa mette insieme tre cose a cui non si può rinunciare, ovvero insieme alla difesa della vita e alla promozione della famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, anche la libertà educativa, ovvero il diritto originario dei genitori ad educare i propri figli secondo il loro progetto di vita. Non stiamo con questo proponendo articoli di fede, ma solo l’esplicitazione di elementi del diritto che derivano dalla natura stessa dell’uomo.
Tutto questo è felicemente espresso nella Familiaris consortio di san Giovanni Paolo II, che con forza qualifica il diritto e il dovere educativo dei genitori “come essenziale, connesso com’è con la trasmissione della vita umana; come originale e primario, rispetto al compito educativo di altri, per l’unicità del rapporto d’amore che sussiste tra genitori e figli; come insostituibile ed inalienabile,e pertanto non può essere totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato”.
Valore e dignità della vita umana
Ma come possiamo pensare che alla vita umana venga dato il valore e la dignità che le competono, come possiamo far capire che essa sia tale dal grembo materno agli ultimi afflati di vita, se questo non è radicato in un percorso educativo che consenta di comprenderlo con l’intelletto e vederlo praticato nella realtà?
Per questo, se non vogliamo arrenderci a quella che Papa Francesco chiama “colonizzazione culturale”, alla logica del grumo di cellule che non vale nulla, della vita esigua che non produce più nulla e vale altrettanto, alla follia dell’ideologia gender che nega la stessa evidenza biologica, all’utero in affitto, ultima mercificazione del corpo femminile, forse abbiamo bisogno di spazi di libertà, e con ciò anche di scuole, di scuole che non siano privilegio di pochi, ma accessibili a tutti.
(Suor Anna Monia Alfieri ha ricevuto il prestigioso Ambrogino d’oro di Milano)
Gabriele Fontana