Oggi sabato 24 febbraio, presso la sala conferenze del Convento dei Frati Cappuccini di Viale Borri a Varese, si è tenuto l’incontro testimonianza dei genitori di Giulia Gabrieli, una giovane ragazza morta a 14 anni per un linfoma, che ci ha lasciato una formidabile testimonianza di GIOIA di VIVERE, nonostante la malattia e la fine prematura.
Claudio Di Giovanni del Gruppo Insieme per la Vita ha introdotto l’incontro pomeridiano, sottolineando come la storia di Giulia, soprattutto nel tempo della sua malattia, ci conferma ancora una volta che, se pur giovani, si può avere un cuore grande. Giulia, con la sua voglia di vivere ha trasformato i suoi due anni di malattia in un “inno alla vita”, in un crescendo spirituale che l’ha portata a dialogare con la morte.
Una ragazza con la passione per la vita
Una ragazza piena di vitalità, di sogni e di progetti che avrebbe voluto realizzare una volta guarita, ma nello stesso tempo era pronta ad accettare quella che sarebbe stata la volontà di Dio; ella scrive così: “Io so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro con il Signore, che è una bellissima cosa: sono entrambi due bei finali. L’importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio”.
La sua bella figura ci mostra la sua indole di ragazza dal sorriso gioioso e contagioso e di tale luminosità che neppure la malattia è riuscita a spegnere, anzi essa l’ha “misteriosamente” amplificato.
Claudio Di Giovanni: “Le parole sono sempre inadeguate per esprimere qualcosa di potente come la testimonianza di una vita vissuta pienamente nell’amore di Dio che colma tutte le aspirazioni umane; sono inadeguate per parlare di una vita bella capace di dare senso alla sofferenza grazie all’amore.
Giovani e santità è possibile
La teologia cattolica ci insegna che non esistono caratteristiche univoche di santità, la Chiesa ci insegna che tutti siamo chiamati alla santità, e ognuno ha una propria via alla santità, come ricordava Papa Francesco: “Ognuno di noi è chiamato alla santità, unica e irrepetibile” e così è stata la vita di Giulia.
Infatti, la sua testimonianza ci dimostra come la santità non sia una realtà fatta solo di miracoli o di gesti straordinari, come dare la vita per la fede. Esiste infatti anche la santità di una vita bella nonostante al sofferenza e la malattia, è la santità di chi ha fatto della propria vita un inno al “miracolo della vita”.
Ricordiamo qui solo alcuni di questi giovani santi e beati di cui ci siamo occupati in occasione di diverse mostre:
Beata Chiara Luce Badano morta a 19 anni per un cancro alle ossa
Pier Giorgio Frassati morto a 24 anni di poliomielite
Beato Carlo Acutis, morto a 15 anni di leucemia…”
Noi genitori continuiamo il cammino iniziato da Giulia
Oggi pomeriggio, i genitori di Giulia, papà Antonio e mamma Sara, che hanno risposto al nostro invito per il Mese per la Vita 2024, ci hanno raccontato, con grande umiltà e discrezione, la storia, la passione per la vita, intrisa di fede e di speranza della loro figlia maggiore Giulia.
Esuberante, vivace e comunicativa, Giulia amava studiare e portare a casa bei voti. All’esame di terza media era uscita con un 10 e lode e aveva anche vinto un premio letterario.
La mamma ha specificato che Giulia era più matura dei suoi coetanei, amava stare in mezzo giovani, alle affettuose cugine, al fratellino Davide. Inoltre credeva nell’amicizia, aveva un’amica del cuore ed era piena di idee e di sogni, di progetti per il futuro che sperava di realizzare.
Un film di famiglia per conoscere Giulia
La visione del prezioso film di famiglia che i genitori di Giulia hanno offerto all’audience, ha colpito dritto nel cuore tutti i presenti. Meraviglioso infatti era il volto di Giulia: lieto, radioso e così dolcemente femminile! Il bellissimo filmato è stato realizzato due mesi prima della sua morte.
I genitori ci raccontano che hanno accompagnato Giulia durante la sua malattia, certo, ma la verità è che è stata Giulia ad accompagnare i suoi genitori verso una maturazione di fede: la morte infatti non è la fine e il bello deve ancora venire.
Dice il padre di Giulia: ero un pò lontano dalla fede tradizionale e un pò bacchettona in cui ero cresciuto, Giulia mi ha mostrato la GIOIA della FEDE e io sono cambiato; da allora non ci rinuncio più.
La santità? la visione che ne avevo era quella dei “santini”, roba del passato, di chi viveva in un mondo altro. Non era così: si può vivere la santità nel quotidiano, non ci si esula dalla realtà.
Giulia viveva la sua realtà in un determinato modo, trasformandola in qualcosa di straordinario. Contemporaneamente, ella ha trasformato lo straordinario in normalità. Pertanto, Giulia non era fuori dal suo tempo!
Man mano che passavano le settimane, lei era sempre più unita a Dio e questo abbiamo imparato, dicono i genitori: abbiamo potuto vivere in serenità ciò che ci è stato donato e non vissuto nella disperazione per ciò che ci è stato tolto.
La morte non è la fine, vi lascio un libro di speranza
La canzone di Claudio Baglioni Strada facendo era la sua preferita, le parole rendevano perfettamente il suo spirito ed il suo pensiero: strada facendo vedrai che non sei più solo, strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo…
Giulia ci ha lasciato un libro, in cui racconta la sua vicenda umana ed il suo percorso di maturità spirituale, a cui ha voluto dare le parole della sua canzone preferita: “Un gancio in mezzo al Cielo“, edizioni Paoline. Lo scopo del libro era di far comprendere il vero senso della vita; tanti infatti sono i ragazzi che buttano via la propria vita.
Il sacerdote Fabio, a cui aveva richiesto di riportare il testo: “Ha usato la mia mano per raccontare il suo crescendo spirituale in cui aveva imparato a sentire la vicinanza e l’amore del Signore per lei”.
Forse noi tutti non ci rendiamo conto del prezioso valore della nostra vita in cui possiamo realizzare i nostri sogni. Il messaggio di Giulia è quello di guarire dapprima il nostro cuore, cercando l’amore di Dio e della “Madonnina”, come lei amava chiamarla; solo dopo viene la guarigione del corpo. Ci ha lasciato il suo sorriso giovane per dirci che ogni vita merita di essere vissuta.
Ci ha lasciato sopra a tutto la sua GIOIA di vivere fino all’ultima goccia di vita, sapendo che morendo avrebbe incontrato Gesù, il più bello, il più vero e il più grande Amore che ci sia!
Susanna Primavera