Il Presidente USA Donald Trump vuole cancellare l’aborto. Forse in precedenza il magnate americano si era espresso in modo diverso, ma da tempo ha cambiato idea: si può annoverarlo tra i “pro life”, termine che si usa per indicare chi vuole abolire la legge di aborto (i “pro choice” sono invece i sostenitori della libertà assoluta della donna di abortire).
Cosa può aver determinato questo cambiamento nel Presidente USA?
Certo, l’appoggio di una fetta consistente dell’elettorato americano, cattolico e antiabortista, avrà giocato un ruolo importante nel cambio di rotta: già in campagna elettorale, così come nei primi 100 giorni dopo l’elezione, Donald si era pronunciato esplicitamente a favore del bambino non nato, come si può leggere sul sito della più importante organizzazione pro life americana, “Priests for life”, guidata dall’aggueritissimo Father Frank Pavone.
Una presa di posizione politicamente, ma soprattutto, idealmente, agli antipodi di quella della sua rivale, Hillary Clinton (e, in generale, di tutti i Presidenti democratici americani) favorevole all’ aborto fino al nono mese di gravidanza (come avviene anche in Cina) compresa la norma del “partial abortion birth”, una pratica che prevede lo schiacciamento del cranio del bambino anche in tarda età gestazionale, dopo averlo estratto per le gambine al di fuori del ventre materno, mantenendone la piccola testa all’interno (altrimenti il bimbo, nascendo vivo, non sarebbe più abortito ma ucciso).(il video in questione è tremendo).
Un’altra ragione, forse, della posizione a favore della vita, del Presidente Trump, potrebbe essere quella economica: negli USA l’aborto rappresenta una notevole spesa per le casse dei contribuenti.
Tutte queste motivazioni (e altre ancora ) potrebbero essere vere.
Però un’altra ne aggiungeremmo, legata ad un ideale laico che vale per tutti gli esseri umani: il principio di uguaglianza. Trump dichiara a più riprese che vuole proteggere chi non può parlare, perché ancora non in grado di farlo. Afferma di voler difendere il diritto costituzionale alla vita anche dei milioni di piccoli cittadini americani che vengono abortiti ogni anno (cifre enormi negli USA).
Per questo rivolge perfino un appello ai pro life riunitisi nella marcia per la vita, primo presidente americano a prendere una posizione pubblica così esplicita (video).
L’atto più recente dell’amministrazione Trump, unitamente al vice Mike Pence, è stato il tentativo di rendere illegale l’aborto dopo la ventesima settimana, quando il bambino è ormai da tempo in grado di percepire il dolore, si muove nel ventre della sua mamma e può essere avvertito con i suoi calcetti. Il Senato degli USA ha bocciato questa proposta volta a difendere la vita del bambino non nato.
Dal punto di vista strategico, l’occasione migliore sembra essersi presentata con il ritiro del giudice Anthony Kennedy dalla Corte Suprema: il Presidente Trump può così nominare un nuovo giudice, pronto ad esprimere posizioni pro life che portino alla cancellazione della sentenza Roe ws Wade, che dal 1973 permette l’IVG negli Stati Uniti: è il conservatore Brett Kavanaugh, destinato a prendere posizioni sul tema dell’aborto che senz’altro influenzeranno le generazioni future.