Laura Prati ed io ci siamo incontrate in occasione del referendum abrogativo della Legge 40, Legge sulla procreazione medicalmente assistita, ed eravamo avversarie. Correva l’ anno 2005, la legge sulla fecondazione assistita era stata approvata nel 2004, con grande successo per le associazioni pro life, nelle quali milito da sempre: allora, oltre al Movimento per la Vita di Varese, si batteva per una legge giusta anche il Comitato Scienza & Vita, del quale ero socio fondatore.
In vista del referendum abrogativo, tutti noi, su indicazione anche della Chiesa, ci impegnammo per promuovere l’astensione, in modo che non si raggiungesse il quorum e la legge 40 restasse così come era.
Molte le serate, molti gli incontri, per spiegare al pubblico che incontravamo, i benefici di una Legge certo non perfetta, ma accettabile rispetto al Far West in atto nel nostro Paese.
Fu così che mi capitò, in due occasioni, di trovarmi di fronte Laura Prati, non ancora sindaco di Cardano, ma assessore alla Cultura, Istruzione, Pari Opportunità..
Le posizioni dell’esponente del PD erano chiare: abrogazione della Legge 40 per una più ampia libertà a favore della fecondazione assistita.
Le mie posizioni erano antitetiche: conservazione della Legge 40 nella formulazione del legislatore, che salvaguardava la donna, la coppia, il bambino; divieto al ricorso alla fecondazione eterologa; non liceità di impiantare più di tre ovociti fecondati per volta.
Le serate e gli incontri di sensibilizzazione e di cultura si susseguivano frenetici, per noi pro life ma anche per gli avversari. Tra loro Laura Prati: cortese, pacata, mai aggressiva, ma decisa nelle posizioni, ben documentata: le discussioni così, secondo me, avevano un senso, perché permettevano al pubblico di capire bene la posta in gioco per poi scegliere liberamente. Avversarie, non nemiche. Al termine degli incontri, voglio sottolineare, mai sfociati in risse da cortile, una stretta di mano e un arrivederci ci permettevano di guardarci in viso con tranquillità.
Bei tempi! Almeno c’era qualcuno che aveva delle idee, diverse, magari sbagliate, ma di spessore! Di fronte al nulla che ci circonda, mi trovo a rimpiangere gli oppositori di un tempo. E oggi, nel quinto anniversario della tragica scomparsa di Laura Prati, perita in un agguato, voglio ricordarla con rispetto.
Che fine ha fatto la Legge 40, confermata dal referendum per il quale ci siamo battute, pur su posizioni opposte, Laura Prati ed io? Stroncata e svuotata a colpi di sentenze. Noi, popolo che l’avevamo sostenuta, siamo stati sviliti nella nostra volontà: l’esito negativo si vede nel business mondiale che è fiorito intorno alla fecondazione assistita.
Prof. Vittoria Criscuolo
Presidente Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese