Il film L’onda del 2008

Invitata dal Centro di Aiuto alla Vita di Malnate, martedì 21 maggio ho presentato il film L’onda (Die Welle) del regista Dennis Gansel tratto dal romanzo di Todd Strasser. La storia si basa su una sorta di “esperimento sociale”, un fatto realmente accaduto in California nel 1967, ad opera di un professore che voleva spiegare ai suoi allievi come nasce una dittatura. Le sue parole sulla nascita del nazismo e sui campi di concentramento infatti non erano bastate a convincere i ragazzi che restavano increduli. Il libro, da cui trae spunto il film, e che racconta questa esperienza didattica, ha venduto nel tempo 2,5 milioni di copie ed è diventato un classico della letteratura scolastica in Germania. Il film prende spunto da questo esperimento ma trasforma il finale, raccontando un’altra storia molto drammatica, quasi a sottolineare il rischio reale che corriamo nel perdere i fondamenti della democrazia.

Il regista descrive un ambiente sociale giovane nella Germania di oggi, con un professore anticonformista che ama la musica rock, entusiasta e pieno di energia e dei ragazzi benestanti, alcuni di loro sono anche un pò fuori di testa superficiali e dediti alle droghe. Nel suo corso sull’autocrazia, intendendo spiegare come nascono le strutture autoritarie, avvia un esperimento costituendo un movimento di classe denominato dai ragazzi stessi “L’onda”, di cui ne rappresenta l’autorità indiscussa. Ciò che accomuna il gruppo sono cose semplici come la condivisione di regole precise, una disciplina, una camicia bianca, in fondo una divisa, uno stile condiviso, uguale per tutti. Una volta convinti della bontà di tali scelte, tutti i ragazzi “seguono” il leader, lo ammirano, gli ubbidiscono, partecipano all’iniziativa con “spirito di gruppo”.

Ma dopo solo cinque giorni il professore ha già perso il controllo del gruppo, i suoi alunni infatti si sono talmente immedesimati nell’esperimento da cambiare volto: l’entusiasmo si è trasformato in propaganda aggressiva e rischiosa in tutta la città, la disciplina si è trasformata in intolleranza verso coloro che non hanno aderito al gruppo e il senso di forza si è trasformato in violenza fisica anche in ambito sportivo, durante la finale di pallanuoto. I suoi alunni rischiano ora la vita!

Il rischio di manipolazione

Dennis Gansel fa un ritratto dei giovani di oggi che si sentono lontani dal nazismo e dai suoi meccanismi e proprio per questo vuole metterli in guardia. Ma, se ci pensiamo bene, i giovani vanno allertati non solo dalla politica. Dopo 50 anni di TV e di pubblicità, ora anche sulle reti, sul cellulare, sui Tablet nelle mani dei nostri bambini… come non sentirci tutti “manipolati” nelle nostre scelte? Come non sentirci prima di tutto “consumatori” e comunque “strumenti nelle mani altrui”?

Va detto che le dinamiche psicologiche alla base della formazione dei “gruppi”, non solo giovanili ma di qualunque genere, sono sempre le stesse: un senso di identità, la condivisione di determinati principi, un modo di uniformarsi nelle scelte e nel linguaggio, un modo per sentirsi forti perché uniti e la gioia condivisa di non sentirsi più soli.

Forse proprio per far emergere maggiormente la dimensione sociale del problema, il film lascia in sospeso sul fronte della psicologia dei personaggi, che rimangono un po’ vaghi e misteriosi; sul fronte delle famiglie che stanno dietro agli alunni, il regista non salva nessuno e gli adulti appaiono superficiali e incapaci di dare un buon esempio.

Ma ciò che colpisce maggiormente e “spiazza” lo spettatore di fronte al film, è il finale drammatico, emblema dell’olocausto. Ricordiamo il consapevole sacrificio della vita di Edith Stein, filosofa e santa, vittima innocente a imitazione di Gesù, l’Agnello Immolato.

La vera onda che dona la libertà

Il rischio di perdere le proprie libertà di pensiero, di espressione e di azione, e perfino la propria dignità, di fronte a qualcuno o a qualcosa che attrae e appare valido e magari ispira anche forza e sicurezza pur ingannando attraverso la manipolazione psicologica, è reale e più che mai attuale. Se pensiamo alla pornografia in rete per esempio, a cui possono essere esposti i nostri bambini  fin dagli otto anni e un numero infinito di adulti, che affascina sembrando innocua “cosa vuoi che sia?” e che con il tempo si trasforma in una malattia, comprendiamo che le forme odierne  di manipolazione del pensiero altrui sono piuttosto sofisticate e non sempre facili da smascherare.

L’unica via di salvezza, alla base di una chiara coscienza anti-totalitaria, anti-nazista, e più in generale anti-manipolazione, è la capacità critica, l’autonomia di giudizio che si coltiva attraverso la cultura, il sapere, la capacità di andare a fondo nell’analisi dei problemi e che si costruisce attraverso la lettura, il confronto, il dialogo e un pensiero articolato, creativo, originale. E poi… il senso del rispetto, della tolleranza e dell’accoglienza, del dono gratuito di sé perché come disse Perroux:

“Nella sfera dell’atto gratuito, del dono di ciò che possiede e di ciò che è, l’uomo raggiunge la sua più alta dignità.”

E’ l’amore quindi la vera onda che non travolge e che si può cavalcare con i sentimenti ed il senso di giustizia, che trasforma un cuore di pietra in un cuore di carne, dona linfa nuova nelle vene, dona vera libertà e, attraverso l’amore per gli altri, fa nascere la felicità nel proprio cuore. Solo l’amore, che a sua volta genera tolleranza, accoglienza e pace, garantisce la difesa dei diritti fondamentali della persona, una società giusta, democratica e veramente umana.

Susanna Primavera