A Varese, all’Ospedale del Ponte, i neonati prematuri accolti con competenza e umanità
Nascere prematuro a 22,23 o 24 settimane di gravidanza vuol dire incontrare molti problemi, difficoltà certamente serie, ma anche, forse, avere la possibilità di farcela: mai perdere la speranza! I progressi della medicina , oggi, permettono a piccolissimi bambini di avere un futuro.E’ possibile emozionarsi con i due video che proponiamo e che confermano quanto i piccoli nati prematuri siano degli autentici guerrieri! Non si devono però nascondere le difficoltà che i genitori incontreranno e che richiederanno la loro pazienza, la loro forza, il loro coraggio. Per questo abbiamo chiesto il parere della dottoressa Francesca Dessimone, dirigente medico presso la neonatologia dell’Ospedale del Ponte di Varese. (In fondo all’articolo è riportato una breve sintesi del curriculum della dott. Dessimone).
Indicazioni per i genitori di bambini nati prematuri
E’ possibile fare riferimento a diversi siti, ne indichiamo due: SIN (Società italiana neonatologia) e AOGOI (Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani) ; riportiamo il documento che ha coinvolto diverse comunità scientifiche, con le indicazioni elaborate per aiutare i genitori che si vengano a trovare in una situazione del genere. Ecco alcuni passaggi, integrati dalle osservazioni della dott. Dessimone:
Aspetto e caratteristiche dei bambini nati a 23-26 settimane
Il bambino è magro (il grasso corporeo ancora non si è formato), il capo è molto grande rispetto al resto del corpo, la pelle è delicata, lucida e sottile, tendenzialmente rossa.
Gusto ed olfatto: le papille gustative sono presenti e durante la deglutizione il bambino in utero è
esposto al sapore del liquido amniotico.durante la vita nell’ utero materno il feto/bambino, deglutendo il liquido amniotico, percepisce molti dei sapori che assaggia la sua mamma. Già appena nato è in grado di percepire il sapore dolce del latte che gli viene messo sulle labbra.
Tatto: i recettori della pelle sono presenti su tutto il corpo e le terminazioni nervose sono vicine alla superficie della pelle, per questo motivo il bambino è molto sensibile al nostro tocco e lo è in particolar modo intorno alla bocca.
Udito: è ben sviluppato e il bambino può reagire in modo improvviso ai suoni acuti e fastidiosi dell’ambiente circostante mentre troverà piacevole il tono di voce calmo e dolce come quello dei genitori.
Vista: gli occhi sono formati anche se non è ancora definito il loro colore. Le palpebre sono solitamente ancora chiuse fuse, molto sottili e lasciano passare la luce.
La sopravvivenza a lungo termine e lo sviluppo a distanza (outcome)
Per i bambini nati diverse settimane prima del termine, a 23 e 24 settimane, è una grande sfida
sopravvivere al di fuori dell’utero materno.
A 23 settimane sopravvivono in media 4-5 bambini su 10; a 24 settimane 6-7 su 10; a 25 settimane 7-8 bambini su 10 e a 26 settimane 8-9 bambini su 10. I momenti più critici per la sopravvivenza sono le prime ore e i primi giorni di vita.
In questo periodo ogni ora in cui il bambino vive è diversa e preziosa per lui e per la sua famiglia. Dopo le prime settimane questi neonati presentano ancora una grande fragilità, ma di solito le condizioni sono più stabili e la possibilità di eventi pericolosi per la vita diventa inferiore.
Varese, Ospedale del Ponte: i neonati prematuri accolti con i loro genitori
A Varese è presente una unità di Terapia Intensiva Neonatale con 10 posti letto, che ogni anno ospita diverse decine di questi fragilissimi neonati, fornendo loro il sostegno necessario fin dalla nascita: ventilazione (respirazione) assistita, nutrizione per via parenterale (particolari flebo, personalizzate in base alle esigenze del bambino, che gli forniscono i nutrienti fino a che non sia in grado di ricevere tutto il latte di cui ha bisogno) farmaci di vario tipo per sostenere la respirazione, la circolazione sanguigna e per combattere le infezioni. Tutto sotto lo stretto monitoraggio del personale medico ed infermieristico specializzato.
Ogni neonato è ricoverato in una stanza singola, nella quale i genitori possono stare giorno e notte e dove la mamma ha l’occorrente per tirare il latte che viene dato al suo bambino. In ogni stanza sono minimizzati rumori e luci, per cercare di non causare ulteriori stress al neonato. Dai primi giorni di vita alle famiglie è offerto supporto psicologico e un percorso di musicoterapia, che coinvolge i genitori e i bambini e prosegue anche dopo la dimissione. Durante la degenza, man mano che le condizioni del bambino lo permettono, i genitori vengono aiutati a fornire l’assistenza al loro bambino (per esempio cambio del pannolino). Quando i neonati non hanno più bisogno di cure intensive, si ha il passaggio in Neonatologia, dove ci sono 20 posti letto e dove il ruolo del genitore diventa ancora più importante, per esempio nell’avvio della alimentazione per bocca (al biberon o al seno materno).
I problemi e le difficoltà dei neonati prematuri
E’ molto difficile prevedere cosa accadrà nel lungo termine ai bambini che sopravvivono, perché dipende da molti fattori: per esempio è noto che la necessità di rianimazione intensiva alla nascita, la prolungata necessità di supporto respiratorio e le infezioni aumentano il rischio di disabilità. Le problematiche più frequenti, nei nati prematuri, sono la broncodisplasia (necessità di continuare a respirare una miscela di aria arricchita con ossigeno)le difficoltà motorie (paralisi cerebrale), cognitivo-comportamentali (difficoltà nella parola, nella comprensione, nella relazione) e sensoriali (cecità, sordità di vario grado).
In generale, i bambini nati prima del termine hanno un rischio maggiore, rispetto a quelli nati a termine, di sviluppare disabilità , quali difficoltà a pensare (disabilità intellettuale), a camminare (paralisi cerebrale), a parlare, a vedere (cecità) o a sentire (sordità). Una, o più, di queste disabilità colpisce meno di 1 bambino su 100 dei nati a termine. Se i bambini sono molto prematuri le percentuali aumenteranno.
Nel complesso si può affermare che, anche fornendo cure intensive e sostegno, 7-8 su 10 bambini
nati a 23 settimane, 6/7 su 10 nati a 24 settimane, 5/6 su 10 nati a 25 settimane e 3/4 su 10 nati a 26
settimane, possono morire o avere almeno una disabilità a lungo termine.
Quando le condizioni del bambino sono estremamente gravi e tutti i tentativi di cura risultano inefficaci, non vuol dire che non ci sia più nulla da fare: al bambino continuano ad essere fornite cure compassionevoli, che gli evitano di percepire il dolore e la sofferenza. Spesso, se i genitori lo vogliono, possono tenere il loro bambino in braccio negli ultimi momenti di vita per altro tempo. È anche possibile chiedere l’amministrazione dei sacramenti o l’ingresso di una autorità religiosa indicata dalla famiglia, che celebri il rito che la famiglia desidera, in base alla propria cultura.
Nascere o morire? Partorire o abortire? Italia e Stati Uniti, due diverse prospettive
Dobbiamo riconoscere che, nel nostro Paese, l’attenzione alla vita, anche se in difficoltà, è sempre molto alta. Diventa motivo di turbamento pensare che, in diverse parti del mondo, invece, gli stessi piccoli, allo stesso periodo di gestazione, potrebbero essere abortiti invece che lasciati nascere. Così accade negli Stati Uniti, dove è possibile interrompere la gravidanza anche all’ultimo mese, come documentato nell’articolo relativo alla legislazione attuata nello Stato di New York, che si può leggere qui.
Le immagini qui a fianco sono emblematiche: una riporta proprio la foto di un bimbo in terapia intensiva e, per contrasto, l’altra presenta gli strumenti abortivi utilizzati per effettuare l’interruzione di gravidanza nello stesso periodo di gestazione. La procedura abortiva è semplicemente tremenda e viene descritta molto dettagliatamente nell’articolo che riportiamo qui.
I video del miracolo! Bimbi a 22 e 24 settimane che lottano per vivere!
Ecco due video emozionanti, che mostrano proprio due piccoli guerrieri pieni di voglia di vivere!