CONCEPITO. Per negargli l’essenza di essere umano, l’Antilingua lo definisce “speranza di uomo”, termine solo apparentemente gentile e poetico: in realtà è uno dei tanti sistemi riduttivi della verità che servono a generare una cultura di ignoranza favorevole all’aborto. In realtà il concepimento è il momento più misterioso della vita, forse anche il più bello, l’attimo in cui l’essere umano si forma, in cui è più forte la presenza di Dio attraverso la libera volontà, attraverso il gesto e i corpi di un uomo e di una donna” (P. G. Liverani Op. Cit.). Per parte di quanto segue mi riferisco a: Manuale sull’aborto di Barbara e Jack Willke, edn Amici per la vita Eppure la donna ” deve avere il DIRITTO di abortire”: partendo da questa premessa, l’abortista deve giustificare le sue posizioni. Poiché l’idea di uccidere degli esseri umani ripugna alla maggior parte della gente, questa IDEA deve essere respinta. Pertanto, il fondamento delle argomentazioni degli abortisti è stato fin dall’inizio, la negazione del carattere umano dell’essere che viene ucciso con l’aborto. Ciò è stato in parte realizzato con gli esercizi semantici basati su PAROLE quali “por termine alla” e “interrompere la” gravidanza, così da evitare l’esatto termine biologico “uccidere”. La manovra principale è tuttavia consistita nel disumanizzare l’essere umano che vive e si sviluppa nel grembo
materno: così non si parla di bambino ancora non nato, ma di “feto”, “embrione”, “prodotto del
concepimento” (dove poi il termine “prodotto” scade a valore di cosa, merce, oggetto fabbricato magari
in laboratorio; un senso ben lontano da quel frutto dell’amore, realtà sacra della procreazione
per cui l’uomo e 1a donna collaborano con Dio a creare una nuova persona umana. unica ed irripetibile
… il bambino).
Certo, nella descrizione dello sviluppo dell’uomo si parla di morula, zigote, embrione, feto, bambino,
adolescente, giovane, anziano, vecchio: quando si diventa uomo?
(E’ una domanda sensata??)
Stando alle varie legislazioni:
in Gran Bretagna dopo 28 settimane dal conce pimento
nel Maryland, dopo 26 settimane
nello Stato di New York dopo 24
in Danimarca dopo 12
in Francia dopo l0
in Italia dopo 13
Ha senso tutto questo o è indizio di umana follia?
Significativamente, per protestare contro questa segmentazione della persona umana (che è persona
umana integralmente, dal principio alla fine), un antiabortista inizia le sue conferenze presentandosi
così: “Io sono un feto di 58 anni …”
L’aborto poi, viola qualche cosa di fondamentale nella natura della donna che è normalmente la donatrice
della vita. Come ha detto un saggio psichiatra, è più facile estrarre il bambino dal grembo
materno che cancellare il pensiero di quel bambino dalla mente della madre.
In Giappone, dove non c’è certo una cultura cristiana e l’aborto è praticato da più di vent’anni, un’indagine
del 1963 ha rivelato che il 73,1% delle donne che avevano abortito erano angosciate di quanto
avevano fatto.
Qualcuno sostiene che l’aborto è un male minore per evitare una vita grama ad un bambino non desiderato.
(A parte che gli indesiderati ci saranno sempre), secondo questa logica dovremmo avere il
diritto di eliminare una moglie non voluta, un genitore anziano, un ebreo, uno zingaro … e chi più ne
ha più ne metta.
A proposito del concepito mi piace ricordare le parole del genetista prof. Jerôme Lejeune: “Se notiamo
bene, noi usiamo lo stesso verbo per esprimere un pensiero che viene allo spirito e un bambino
che viene alla vita: diciamo CONCEPIRE ( il concetto è il pensiero, il concepito è il bambino).
Infatti al momento dell’inizio della vita lo Spirito e il corpo, l’informazione e la materia sono uniti
tanto precisamente che è impossibile esprimersi in altra maniera: è lo spirito che anima la materia
all’inizio dellavita”.
Così la prima operazione della mentalità abortista è di CANCELLARE IL CONCETTO DI CONCEPITO,
l’idea di PERSONA UMANA; dall’idea ai fatti, il passo è breve, la via è la contraccezione
(dal latino “accipere” accogliere, contraccezione è il rifiuto di accogliere).
Osserva Luigi Lombardi Vallauri (nel suo testo “Terre: terra del nulla, terra degli uomini, terra dell’oltre”,
ed. Vita e Pensiero) che oggi la medicina ha, contemporaneamente, sempre più mezzi per
aiutare la vita e sempre meno ragioni per farlo: potere tutto, come salvare una vita in ogni fase dello
sviluppo e, al limite, voler renderla immortale; ma non dovere nulla … Abbiamo davanti una
semplice passività (la “materia-uomo”) trattabile a piacere, per cui possiamo vedere la situazione
schizofrenica degli ospedali moderni che hanno, da una parte incubatrici per salvare prematuri e,
dall’altra, aspiratrici o sezionatrici che distruggono concepiti perfettamente sani”.
E altrove, nello stesso testo, “contemplo l’evento-io (l’attimo del mio concepimento) come l’incontro
della quasi interminabile (= migliaia di milioni di giri del pianeta Terra attorno al Sole) serie biologica
(= la serie degli innumerevoli miei antenati)con il folgorato irrevocabile FIAT (= Sia fatto – sia
creato) dell’Assoluto Persona (= Dio).
… il corpo concepito, l’ovulo fecondato, portatore della complessità formidabile del programma del
nuovo uomo (100.000 miliardi di cellule: il corpo umano che si autoassembla in nove mesi, lo zigote
che le femministe definiscono “grumo fetale”, FA TUTTO DA SÉ in nove mesi, nel grembo materno,
piccolo genio che nella lampada attua il suo desiderio di vivere), è come un’offerta che l’intero
Universo mette sull’ara dell’alleanza dove irrifiutabilmente è chiamato a discendere il fuoco divino.
Io, il figlio di due genitori umani, figlio dell’intero Universo e di Dio”.