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Il film
“1917” ha fatto parlare di sé, in quanto girato in un unico piano sequenza, cioè senza mai stacchi di ripresa. In realtà, vi sono diversi piani sequenza, poi montati per apparire come ininterrotto. La critica, inoltre, non si è risparmiata, accusando la pellicola di virtuosismo e di mancanza di contenuto. Il regista, Sam Mendes, per la trama si è ispirato ai racconti di guerra di suo nonno, un elemento questo che rende più personale la creazione del film. Non è un caso, inoltre, la scelta del cast: i due protagonisti sono poco famosi per dare risalto alla Storia e all’impresa e non agli attori, aiutando così lo spettatore a immedesimarsi in loro.
La trama
Siamo nell’aprile 1917 sul fronte occidentale. Nel nord della Francia le truppe tedesche stanno arretrando, ma si tratta di una ritirata strategica: una trappola per indurre i battaglioni britannici ad esporsi per poi annientarli. Dalle retrovie il Generale Erinmore consegna ai giovanissimi caporali Schofield e Blake, i protagonisti, una lettera nella quale ordina di fermare l’offensiva per salvare 1600 i soldati che si stanno preparando all’attacco campale. I due ragazzi dovranno armarsi di coraggio e affrontare da soli la pericolosa desolazione della “terra di nessuno”, viaggiando allo scoperto fino alla cittadina di Ecoust per consegnare la missiva al Colonnello Mackenzie che è appostato nei boschi di Croisilles con il battaglione 2° Devon, nel quale milita anche il fratello di Blake.
La colonna musicale più suggestiva è sicuramente “Wayfaring stranger”, una canzone che il protagonista ascolta dalla voce di un soldato nel bosco, alla presenza degli altri soldati con volti persi, disperati, poiché consapevoli di andare incontro alla battaglia.
Il messaggio
Il film tratta della Prima Guerra Mondiale, senza la pretesa di esserne un’ulteriore narrazione di quel periodo storico. Nel film i protagonisti hanno diversi obiettivi: sopravvivere, portare a termine la spedizione e lottare contro il tempo. Il regista non è interessato a rappresentare la verità della guerra, la sua atrocità, quanto ad amplificarne l’esperienza. Il messaggio, dunque, non riguarda la moralità della guerra o dilemmi etici, rappresentati in precedenza in altre pellicole degne di nota. Il messaggio riguarda il peso che i due giovani portano su di sé, la responsabilità di salvare molte vite umane. Nella pellicola viene rappresentato come un gesto eroico, apparentemente molto distante dallo spettatore, ma anche noi nel nostro quotidiano siamo chiamati a salvare gli altri, in modi diversi. Il soldato, inoltre, mostra umanità e pietà verso una donna francese nascosta col suo neonato, una scena secondaria, ma che lancia il messaggio di un’umanità condivisa.
Il tema della vita
Il tema della vita emerge con lo scopo: stare. Stare dove si è chiamati: in questo caso, stare nella battaglia con una missione da compiere, accettare la morte di un compagno, stare nella sofferenza e nella prova. Questo è ciò che guida anche noi cristiani: accettare la realtà per come è e non per come vorremmo che essa sia. Il protagonista, durante il finale, guarda la foto della sua famiglia, in una delle poche scene statiche, in contrapposizione al moto continuo del film. Egli desidera tornare a casa da loro, ma ancora una volta, ci mostra che sta vivendo la realtà che lo circonda: ha portato a termine il suo compito e ha incontrato il fratello del suo amico.
Link al sito da cui è tratta la trama e approfondimento tecnico a livello cinematografico: http://www.anonimacinefili.it/2020/01/22/1917-oscar-film-guerra-spiegazione-finale/
Link all’articolo su “Wayfaring stranger”: The wayfaring stranger: vivere sapendo che c’è un al di là
Virginia Banfi