Neuroscienze e vita quotidiana
Le neuroscienze ci aiutano a comprendere la vita quotidiana: quando guardiamo un quadro o qualsiasi altra opera d’arte e ci emozioniamo, cosa succede? Sicuramente lo spettatore, costruendo un proprio significato, diverso da quello universale o da quello dell’autore, prova un’emozione. Molto probabilmente lo spettatore si ricorderà di quell’esperienza. Come mai? L’amigdala, che fa parte della rete cerebrale emozionale, ha un ruolo cruciale nell’apprendimento, nella memoria e nell’attenzione in risposta a stimoli pregnanti dal punto di vista emotivo. Finalmente, si può spiegare come mai l’apprendimento (anche nei bambini a scuola) sia molto più efficace se è connesso con un’emozione. Queste scoperte ci mostrano la complessità dei processi alla base dell’elaborazione delle emozioni, ma anche la loro fondamentale funzione.
La sindrome di Kluver-Bucy
È stato osservato che le strutture del lobo temporale mediale hanno un ruolo fondamentale nell’elaborazione dell’emozione della paura. La sindrome di Kluver-Bucy (Weiskrantz, 1956), osservata nelle scimmie, consiste nella tendenza a esibire comportamenti di approccio verso oggetti che normalmente evocherebbero una riposta di paura. Questo deficit è stato definito “cecità psichica” a causa dell’incapacità di riconoscere il significato emotivo di eventi o cose.
Il ruolo delle emozioni nell’apprendimento
Il dottor Claparède, agli inizi del XX secolo, salutò la sua paziente e si presentò a lei, un comportamento che si era ripetuto nei cinque anni precedenti senza che lei lo avesse mai riconosciuto. La signora soffriva di sindrome di Korsakoff, caratterizzata da un’amnesia anterograda grave (perdita dei ricordi). Un giorno il dottore nascose una puntina nel palmo della mano. Il giorno successivo, di nuovo, non lo riconobbe, ma, per la prima volta, esitò nel porgere la mano. Claparède, quindi, ha fornito una prova dell’esistenza di due tipi di apprendimento, implicito ed esplicito. L’apprendimento implicito, attraverso l’associazione con uno stimolo doloroso, ha condotto la signora, tramite una diversa via neurale, a ricordarsene.
Virginia Banfi
Riferimenti bibliografici: Gazzaniga, M., Ivry, R. & Mangun, G. (2015). Neuroscienze cognitive. Bologna: Zanichelli editore
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