Associazione “Vita in una culla”: proposta di legge per l’equiparazione delle Culle per la Vita al Parto in anonimato.

L’AssociazioneVita in una Culla” è impegnata nella promozione di una proposta di legge che equipari le Culle per la Vita al Parto in anonimato. Le Culle per la Vita sono una rete diffusa sul territorio nazionale in tutte le regioni, con le sole eccezioni di Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Molise e Calabria. Tali culle sono per lo più gestite dai Centri Aiuto alla Vita, ma anche da ospedali pubblici… Sul sito internet www.culleperlavita.it è consultabile l’intera rete aggiornata di Culle per la Vita sul territorio nazionale.

Dalla ruota degli esposti alla culla moderna: il Medioevo conventoMedioevo insegna

Si tratta di un’evoluzione delle antiche ruote degli esposti che furono rese disponibili a partire dal XII secolo in tutta Italia e che furono soppresse nel 1923 dal neonato regime fascista, come prima misura in senso anticlericale.
Si pensi che un’infinità di cognomi derivano dalle ruote degli esposti: Innocenti, Di Maria, Incerti, Esposito e tanti altri. Erano infatti 40.000 i bambini esposti ogni anno per tutto l”800, fino ad arrivare ai 60.000. I numeri non sono esatti, ma certamente si trattò di un fenomeno di vaste dimensioni, c’è chi parla di 100.000 bimbi esposti all’anno…
Attualmente si potrebbero verificare situazioni di Culle a gestione privata senza i requisiti di sicurezza necessari. Urge quindi l’approvazione di una legge che definisca lo strumento e garantisca che qualsiasi Culla per la Vita risponda a requisiti stabiliti di sicurezza per il neonato. Sarebbe intollerabile il mancato funzionamento di una Culla per le possibili conseguenze sul neonato.

Inoltre, sarebbe opportuno e auspicabile che ogni punto nascita disponesse di Culla per la Vita e che ogni punto nascita fosse organizzato per accogliere, affiancare, accompagnare e sostenere le donne che manifestino l’intenzione di partorire in anonimato, e che tale affiancamento fosse disponibile fin dalla gravidanza. Perché ciò accada è necessario informare e che si sappia quali possibilità e diritti abbia la donna qualora non possa o non voglia “tenere” il bambino che porta in grembo. L’Associazione “Vita in una Culla” promuove dunque iniziative di informazione, attraverso la stessa proposta di legge che contiene l’obbligo per gli enti pubblici di provvedere a campagne informative continuative sul tema.

ospedale bimboLa culla per la vita salva il bambino e la mamma

Una Culla per la Vita può evitare casi di infanticidio, che purtroppo sono sempre esistiti, talvolta vengono alla luce, ma presumibilmente altre volte rimangono ignoti e sconosciuti.

La promozione della Vita è cruciale specialmente nel momento storico che stiamo affrontando. Pur non avendo l’ambizione di risolvere o affrontare il tema della denatalità, si tratta comunque di un segnale, di un messaggio, di un cambio di paradigma rispetto alla vita nascente che non può più essere ignorata o trascurata. Le motivazioni ci vengono non solamente dal sacro rispetto della Vita, da normative disattese (come la Legge 194/78), ma anche da ragioni di convenienza, di urgenza, di grave allarme. I demografi da anni lanciano un grido inascoltato rispetto alla gravità dei trend demografici. Non è sufficiente solamente lamentarsi dell’invecchiamento della popolazione, ma è possibile fare qualcosa.
Ciò che viene proposto è un segno concreto di promozione e difesa della Vita.

Se la Vita non tornasse a fiorire in Italia, le conseguenze impatteranno in maniera sempre più violenta sulla popolazione fragile e cioè su tutti coloro che arriveranno ad essere anziani. L’invecchiamento della popolazione aggrava il dilagare della solitudine e dell’abbandono di persone fragili, aggrava i conti previdenziali, pesa sempre più sul sistema sanitario, sul sistema scolastico, sul valore del patrimonio immobiliare delle famiglie che è destinato a crollare, sull’economia nel suo complesso, sugli investimenti, perfino sull’impatto ambientale ed ecologico… L’invecchiamento e gli squilibri generazionali fanno saltare lo stato sociale, i servizi… le famiglie si indeboliscono, perché è evidente che per un giovane è proibitivo prendersi cura di quattro anziani e questo rapporto dovrà essere riequilibrato.

Ci auguriamo che cambiamenti positivi avvengano senza la necessità di dover attraversare congiunture estremamente dolorose. L’iniziativa dell’Associazione “Vita in una culla “ non è risolutiva, ma concreta, a costo zero e rappresenta un’opportunità per la collettività.

                                                   Sintesi del progetto di legge

1. Definizione dello strumento “Culle per la Vita” onde evitare l’uso improprio della terminologia o di esporre culle non custodite e non sicure;
2. Equiparazione delle “Culle per la Vita” al “Parto in anonimato” in quanto due risposte possibili a situazioni di disagio che portano allo stesso esito di abbandono di neonati;
3. Diffusione in ogni punto nascita di una “Culla per la Vita”;
4. Équipe multiprofessionale socio-sanitaria in ogni punto nascita per l’accoglienza e l’accompagnamento di donne che manifestino interesse per il parto in anonimato;
5. Campagne informative a carico di Regioni, Enti locali e Stato sul tema.

Quanti sono i bimbi nati con parto in anonimato?

Annualmente tra i 300 e i 400 in tutta Italia (0,07% dei nati, quasi 1 su 1.000).

Ciò accade con scarsissima informazione in merito ed un ricorso massiccio ad altre soluzioni attualmente più “facili” da gestire nell’immediato per i servizi socio-sanitari, a tutto scapito della Vita e della Salute delle donne.

Se vuoi metterti in contatto con l’Associazione “Vita in una culla“: 339 2153189.

 

Emiliano Zasa

Presidente dell’associazione “ Vita in una culla”

Salviamo i bimbi dall’aborto, creiamo una nuova cultura per la vita, che valorizzi il concepito, la donna, il padre, la famiglia. Se sei in difficoltà per la gravidanza scrivi su http://Www.vitavarese.org/contattaci

Non sei sola!