I numeri non mentono, e i dati ISTAT in modo particolare: altro che diminuzione degli aborti! Aumentano invece, a Varese, e più del 50% sono effettuati con pillola abortiva, RU486.

Dal 2020 al 2022 127 bambini in più uccisi legalmente con l’interruzione volontaria di gravidanza, che sui 933 aborti totali del 2022 significa un incremento del 15% in tre anni. I sostenitori della legge hanno sempre rivendicato la bontà della 194 in quanto avrebbe contribuito a diminuire le IVG: falsità totale, perché i numeri, appunto non mentono.

Le case farmaceutiche ringrazianoIvg ISTAT

A questo dato, già di per sé agghiacciante, va aggiunto un altro fattore altamente inquietante, dal punto di vista sociale: più del 50% nel 2022 sono stati aborti fai da te, effettuati a domicilio con la pillola RU486, soprannominata “ Kill pill” dei piccoli non nati. Per la precisione, 541 su 933, cioè il 57%.

Negli ultimi tre anni, poi,  c’è stato un incremento esponenziale degli aborti con RU,  dai 75 del 2020 ai 541 del 2022, cioè il 621% in più.
I costi degli aborti ( chirurgici e farmacologici) sono a carico dei contribuenti, dal 1978 ad oggi, la legge 194 ( che ha eliminato più di 6.000.000 di bambini) ci è costata più di 5 miliardi di euro, come calcolato dall’ Osservatorio permanente sull’aborto ( leggi qui https://www.semprenews.it/news/I-costi-dellaborto.html l’articolo)

E le donne?donna_disperazione

Sarebbe interessante conoscere il “ dopo” l’aborto, le conseguenze psicologiche ed emotive subite dalle donne che hanno rinunciato al proprio bimbo, spesso inconsapevoli dell’azione che avrebbero compiuto anche  contro se stesse. Soprattutto sono devastanti gli effetti psicologici della RU486, come si può leggere qui ( testimonianza vera in video) e qui ( testimonianza oculare di Abby Johnson).

La cosiddetta azione dissuasiva della 194…

Non si ha notizia, purtroppo, dell’azione volta a dissuadere la donna dall’intenzione di abortire, così come previsto dalla 194/78 all’articolo 2 c.D:

Articolo 2

(Legge n°194, 22 maggio 1978)

I consultori familiari istituiti dalla legge 29 luglio 1975, n. 405, fermo restando quanto stabilito dalla stessa legge, assistono la donna in stato di gravidanza:

  • a) informandola sui diritti a lei spettanti in base alla legislazione statale e regionale, e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio;

  • b) informandola sulle modalità idonee a ottenere il rispetto delle norme della legislazione sul lavoro a tutela della gestante;

  • c) attuando direttamente o proponendo all’ente locale competente o alle strutture sociali operanti nel territorio speciali interventi, quando la gravidanza o la maternità creino problemi per risolvere i quali risultino inadeguati i normali interventi di cui alla lettera a);

  • d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza.

I consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possono avvalersi, per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni del volontariato, che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.

Il volontariato invece non è protagonista della azione dissuasiva: lo sportello del Centro di Aiuto alla Vita di Varese, presso l’Ospedale del Ponte, attivo ormai da più di 15 anni, ha visto un importante decremento degli accessi e delle richieste di aiuto in termini di rinuncia all’aborto, quello che una volta si chiamava “ stracciare il certificato”. Anche in questo caso i numeri sono impietosi ( uno o due all’anno)

Conclusioni:

1) l’azione in presenza ormai è stata sostituita dall’attività, per così dire, virtuale: telefono, chat, whatsapp sono diventati i sostituti della persona. Cambia il volto del volontariato e sarebbe il caso che si facesse una riflessione a tutti i livelli: se un tempo ci si rivolgeva al Cav, oggi questo non accade quasi più.

2) diventa indispensabile agire  culturalmente: non basta informare, bisogna educare alla presenza del bimbo non nato, al privilegio della maternità, ai ruoli della donna e dell’uomo, al valore della famiglia. Non spetta alla scuola, bensì a madre, padre, comunità, villaggio, parrocchia e … web.

Le associazioni di volontariato che aiutano la donna

La legge non si occupa della donna e del suo dolore, solo le associazioni di volontariato sono sempre disponibili ad accogliere, senza giudicare, chi scrive o chiama per trovare sollievo alla sofferenza.
Chat smartphone La chat del Movimento per la Vita di Varese viene raggiunta da un alto numero di persone che si trovano ad affrontare situazioni delicate legate al tema della gravidanza, dell’aborto, della maternità e paternità difficile.

vitavarese.org/contattaci è attiva su tutto il territorio nazionale ormai da anni, ha aiutato molte donne a rinunciare all’aborto e ha raccolto le lacrime di chi aveva invece scelto la IVG.

Ma anche l’associazione Papa Giovanni ha attivato un numero verde ( 800035036) e un numero WhatsApp ( 393427457666 ) ai quali ci si può rivolgere in totale anonimato.

C’è anche Sos vita ( 800813000 )che risponde al telefono h/24 per aiutare le donne e per informare sulla presenza dei Centri di aiuto alla Vita in tutta Italia.

Noi non abbandoniamo la donna che soffre: NON SEI SOLA!

Vittoria Criscuolo