Intervista al Vescovo di Ventimiglia, Mons. Antonio Suetta
1) Dopo la sentenza Roe vs Wade, per la quale “nella Costituzione degli Stati Uniti non esiste il diritto all’aborto”, quali spazi ci sono per una cancellazione della legge 194 in Italia?
Non vedo la praticabilità di una abolizione della legge 194 né per attività parlamentare né per via referendaria in quanto la pressione del pensiero unico dominante non permette che si creino le condizioni per farlo, almeno in tempi brevi. Ritengo però che la sentenza della Corte Suprema americana abbia opportunamente riaperto più efficacemente il dibattito e incoraggiato i difensori del diritto alla vita.
2) Secondo Lei, quali dovrebbero essere le modalità di sensibilizzazione al valore della vita nascente? Parliamo delle associazioni pro life. Vale ancora il principio della equidistanza dai partiti oppure, come negli USA, bisogna decidere di schierarsi con chi è pronto a condurre una battaglia sui nostri valori? E nella società di tutti i giorni? Come procedere?
Il fronte più importante è decisivo è senza dubbio quello culturale; è necessario recuperare una
Per quanto riguarda i partiti si devono assolutamente escludere quelli che promuovono l’ideologia dominante e che affermano il diritto all’aborto, al suicidio assistito e a tutte quelle forme di manipolazione umana, incompatibili con una sana visione dell’uomo e con la fede.
Non ci si lasci tentare da una possibile condivisione di ideali umanitari, sociali, ecologici e cose del genere: chi non riconosce appieno la dignità dell’uomo non è neppure capace di contribuire ad un mondo pacificato e giusto. La triste realtà contemporanea ce ne dà una impietosa conferma.
In secondo luogo è utile sollecitare i partiti più vicini alla sensibilità pro life ad una più coraggiosa chiarezza sui presupposti antropologici della loro azione.
Infine occorre abbandonare il criterio sbagliato del “voto utile” per sostenere nuove formazioni politiche che pongano alla base dei loro programmi i giusti principi della difesa della vita e di una corretta antropologia. In questa direzione il mondo pro life deve impegnarsi ad essere sempre più unito e a puntare ai piccoli passi guardando alla verità e alla logica del lievito.
La Provvidenza non mancherà di accompagnare, come mi pare abbia fatto nella recente vicenda americana.
3) Quale è la posizione della Chiesa in merito all’aborto procurato? È parte del Magistero irreformabile o potrebbe essere modificata nel tempo?
L’aborto procurato è e rimane un “abominevole delitto” come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica e l’ininterrotta Tradizione ecclesiale. Ogni tentativo di adattamento alla mentalità o alla moda del tempo è drasticamente smentito dalla dottrina cattolica come, d’altronde, dalle evidenze biologiche e scientifiche.
4) Con il nostro sito e la nostra chat abbiamo portato allo scoperto i dolori delle donne che hanno abortito: come aiutare chi ha fatto una scelta sbagliata ma ha bisogno di riconciliarsi con se stessa e con Dio?
L’aborto uccide non soltanto il figlio, ma anche la madre. Pertanto, accanto ad una ferma condanna della pratica abortiva, è necessario accompagnare la donna coinvolta in tale dolorosa e negativa scelta in un percorso di elaborazione del dramma non mediante la giustificazione forzata di ciò che resta inaccettabile dalla coscienza, ma piuttosto mediante l’annuncio liberante della verità, che resta la prima e fondamentale forma di misericordia.
Molte donne, accolte e accompagnate con vera carità cristiana, non solo hanno potuto sperimentare la gioia consolante del perdono di Dio, ma sono diventate formidabili promotrici della dignità e della sacralità della vita umana.
5) Ci scrivono sulla chat anche famiglie in difficoltà per le scelte dei figli, per le incertezze in merito al gender. Cosa pensa di questa nuova linea di combattimento dei movimenti pro life?
Si tratta di una deriva disastrosa, pericolosa e molto dilagante sotto le mentite spoglie della libera autodeterminazione e del rispetto delle scelte altrui.
6) La facilità di accesso ai farmaci abortivi cancella anche i cosiddetti sette giorni di ripensamento che la legge 194 richiede a chi vuole abortire: come fare?
I numeri, terribili, degli aborti perpetrati in Italia e nel mondo attestano con tragica evidenza che tale delitto non rimane circoscritto a casi estremi e pietosi – comunque illegittimo –, ma che si diffonde sempre più come forma di contraccezione. A questa indecente tendenza si può rispondere soltanto con l’educazione dei più piccoli e giovani, complessiva e specifica, soprattutto sul tema della affettività e della sessualità, come ricorda Papa Francesco in Amoris Laetitia (cfr. Cap. 7).
7) Crede che basti proporre, anche a livello legislativo, di applicare le parti deboli della legge 194, o piuttosto non bisognerebbe ripensarla dalle fondamenta?
Assolutamente no. La 194 è iniqua perché avalla l’uccisione di un innocente. Alcune parti che trattano della promozione della maternità e della tutela della vita non cancellerebbero la malizia dell’intervento legislativo neanche se fossero davvero applicate, a maggior ragione nel caso concreto, che le vede disattese e velleitarie.
8) Quale è la posizione ufficiale della Chiesa in merito alla S. Comunione ai politici abortisti? Il riferimento è all’azione pastorale dell’arcivescovo Cordileone nei confronti della speaker della Casa Bianca , Nancy Pelosi.
La approvazione dell’aborto, la propaganda e il supporto politico-legislativo rappresentano un peccato
Il can. 1398 §2 CJC precisa che “chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”: è anche il caso preciso di quei politici che, attuando concrete e puntuali campagne di promozione e interventi legislativi diretti, concorrono a procurare non un solo aborto, ma una quantità innumerevole di casi. L’Arcivescovo Cordileone, a fronte di una condotta sbagliata, reiterata e ostinatamente perseguita, ha fatto bene il proprio dovere di pastore, ammonendo il peccatore, correggendo lo scandalo e promovendo la verità.
9) Per quanto riguarda l’uso dei contraccettivi non abortivi: resta valido l’insegnamento di Humanae vitae o ci si deve attendere un ripensamento del Magistero ?
Cito due passaggi del testo magisteriale:
“Nessun fedele vorrà negare che al magistero della chiesa spetti di interpretare anche la legge morale naturale. È infatti incontestabile, come hanno più volte dichiarato i nostri predecessori, che Gesù Cristo, comunicando a Pietro e agli apostoli la sua divina autorità e inviandoli a insegnare a tutte le genti i suoi comandamenti, li costituiva custodi e interpreti autentici di tutta la legge morale, non solo cioè della legge evangelica, ma anche di quella naturale. Infatti anche la legge naturale è espressione della volontà di Dio, l’adempimento fedele di essa è parimenti necessario alla salvezza eterna degli uomini” (n. 4).
“Avendo attentissimamente vagliato la documentazione a noi offerta, dopo mature riflessioni e assidue preghiere, intendiamo ora, in virtù del mandato da Cristo a noi affidato, dare la nostra risposta a queste gravi questioni” (n. 6).
È di tutta evidenza che all’insegnamento autorevole del Papa vada l’assenso e l’ossequio della mente e della volontà da parte dei fedeli e dei pastori della Chiesa.
Grazie, Mons. Suetta, per le risposte così chiare e illuminanti , per tutti ma soprattutto per noi, volontari per la vita.
Vittoria Criscuolo
Biografia di Mons. Antonio Suetta