Come viene concepito il “diritto“ all’aborto nei Paesi arabi, come per esempio il Libano?
La differenza più importante, più evidente la offre un’immagine, quella dei bambini: ovunque tanti bambini, spesso riuniti, abbracciati, uno sopra l’altro, volti a suggerire senz’altro l’idea della povertà (nessuno veste abiti firmati, non ci sono biciclette costose, le scarpe in genere sono lacere e sporche). Però . Però c’è sempre il sorriso sui loro volti, sono tutti in posa davanti al fotografo come se, il solo fatto di esistere in quel preciso momento, possa essere segno di felicità.
Aborto e negazione del “ diritto”: i bambini sono la Gioia
Potremmo dire che dove ci sono i bambini c’è la Gioia. Se ci sono i bambini evidentemente ci sono delle mamme che li hanno accolti. In un paese povero come il Libano, dove ogni giorno si scommette sulla possibilità di mangiare, l’aborto è considerato ancora oggi un atto grave:
Anche il codice penale libanese, risalente al 1943, proibisce l’aborto con otto articoli, dal 539 al 546. Secondo l’articolo 541 una donna che si sottopone all’aborto può essere condannata a una pena tra sei mesi e tre anni di carcere. Il medico che lo esegue può essere incarcerato per un periodo da uno a tre anni, in base all’articolo 542. L’interruzione di gravidanza è consentita solo quando la salute della donna è a rischio e l’operazione dev’essere certificata da due medici, oltre a quello che la pratica. Un aborto illegale costa dai 300 ai 1.200 dollari e molte donne non possono permetterselo. ( leggi qui l’articolo completo)
Il fatto, però, che ancora il matrimonio sia considerato in Libano un bene sociale e non una pura faccenda privata, può offrire qualcosa all’Occidente. La scelta di avere più figli, anche nella povertà, rispetta la grande sensibilità diffusa nella gente, volta ad assicurare continuità alla famiglia.
La funzione della scuola per tenere viva la speranza
Il Libano è ricco di bambini, pieni di speranza per il futuro che li attende, totalmente condizionato dall’istruzione: la scuola, il grimaldello magico che potrebbe deviare un corso della vita già apparentemente segnato, deve spesso la propria esistenza e la propria sopravvivenza ai volontari, ai missionari, ai sacerdoti pronti a dedicare se stessi agli ultimi. Non ci sono discriminazioni di carattere religioso nelle scuole cattoliche: ai bambini non viene chiesto il certificato di Battesimo, i genitori musulmani iscrivono i loro figli nelle scuole dei missionari.
Solidarietà diffusa tra i poveri
Il cristianesimo non discrimina, ma accoglie sempre
Come sempre, come ci insegna il Vangelo, i poveri hanno il segreto della speranza e rieducano all’arte di vivere.
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Padre Damiano Puccini, missionario in Libano.
Si può leggere un altro articolo sulla missione di Padre Damiano e sulle necessità dei poveri del Libano qui.
Vittoria Criscuolo