Aborto, perché? Quali sono i 6 motivi principali che spingono una donna ad interrompere la gravidanza? La risposta arriva dall’istituto Guttmacher, realtà non sospetta di simpatie pro-life. I dati sono davvero impressionanti, perché rivelano quante donne potrebbero essere facilmente aiutate e, se sostenute nella difficoltà del momento, potrebbero optare per la vita del bambino.
Veniamo ai numeri:
1) “Un bambino cambia la vita”
2) “ Un bambino costa”
Il 73% afferma di non “ potersi permettere economicamente un bimbo” al momento.
3) “ Crescere un bambino da sola non fa per me”
Il 48% delle donne incinte dichiara :” Non voglio essere una ragazza madre o avere una relazione problematica”. Non si può certo imporre ad una donna di essere madre, ma, quando il bambino c’è già,
4) ” Ho già figli, basta così”
Il 38% afferma di aver “ fatto abbastanza figli”, di aver cioè completato il proprio ruolo di madre e di non voler ricominciare ad occuparsi di un neonato. Anche in questo caso l’adozione del bambino dopo la nascita può rappresentare la scelta migliore per tutti.
5) ” Sono stata violentata” 6) “ mio figlio è frutto di un incesto”
L’1% delle donne rimane incinta a seguito di violenza sessuale e lo 0,5% si ritrova in gravidanza a seguito di rapporto sessuale incestuoso.
Non si potrà mai immaginare il dolore di una donna che subisce violenza, un dolore che probabilmente la accompagnerà per tutta la vita. A questo dolore, però, con l’aborto, si aggiunge un dolore ancora più grande. Perché farsi del male da sola, dopo aver già subito un male incommensurabile? Ci sono testimonianze stupende di donne che hanno scelto la vita anche in questi casi, e non se ne sono pentite! Si può leggere qui l’articolo in merito, basato sull’esperienza reale di una ragazza nata a seguito di stupro.
Quanto conta la mentalità della società? Se ci fosse semplicemente un cambiamento culturale per cui la donna, madre, risultasse agli occhi di tutti come una risorsa, proprio grazie alla sua condizione di donna incinta, i numeri dell’aborto cambierebbero drasticamente, la mamma non si sentirebbe più sola e, anzi, valorizzata e sostenuta, porterebbe avanti fieramente la gravidanza.
Cosa manca? Una cultura per la vita, un’attenzione alla persona dell’altro in condizioni di fragilità, in poche parole, l’amore per il bambino, il più fragile fra i fragili.
Se sei in difficoltà per la gravidanza, chiama o scrivi al Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese. Non sei sola!
( fonte: liveaction)