L’aborto è un peccato. La donna che ha rinunciato alla vita del suo bimbo, se è pentita, può accedere alla Infinita Misericordia di Dio. Una possibilità concessa anche a chi si è reso complice del peccato di aborto: medico, ferrista, consiglieri del male…L’esperienza del confessore, don Andrea Tosca.
Quando una donna riesce a trovare -perché attirata dalla grazia di Dio- la forza di confessare un aborto, compie un atto di conversione molto importante. Il peccato di aborto è un delitto contro la vita umana, l’omicidio più atroce: quello di una mamma verso il proprio figlio.(leggi qui l’articolo di don Andrea sull’aborto e il peccato)
La mentalità corrente però, ha fatto di tutto, e fa di tutto, per celare la gravità di questo peccato.
Sta di fatto che l’aborto rimane un omicidio, e che è la trasgressione del 5 comandamento: “ Non uccidere”. L’atto è reso ancora più grave perché compiuto su un piccolo innocente non in grado di difendersi, come scrive San Giovanni Paolo II nella enciclica “ Evangelium vitae”: “
58. Fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile. Il Concilio Vaticano II lo definisce, insieme all’infanticidio, «delitto abominevole».( leggi qui tutta l’enciclica)
Una donna, lo sa nel proprio intimo.
Nel momento in cui la donna si accosta al Sacramento, il sacerdote deve essere molto delicato: ha nelle proprie mani un’ anima che cerca di liberarsi di questo peccato. Ma deve essere anche molto vero, nel far percepire la gravità dell’atto.
La confessione avviene anche 50 anni dopo l’aborto
Di solito , nella mia esperienza, le donne riescono a confessare l’aborto molti anni dopo averlo compiuto, anche dopo 50 o 60 anni. Il tempo trascorso, spesso una vita intera, non ha fatto diminuire il dolore, il rimorso, il vuoto e il senso di colpa di tale peccato. Anzi, con il passare degli anni il dolore aumenta. In confessionale più di una mamma mi ha detto: “Oggi avrebbe vent’anni, trent’anni, mio figlio…”
È un rimorso e un vuoto che nella maggioranza dei casi fa piombare la persona in una tristezza esistenziale molto profonda, e in taluni casi , in malattie psicosomatiche molto gravi: bulimia, anoressia, pensieri di suicidio, tedio della vita, lasciarsi vivere.(leggi qui l’articolo sul dolore dopo l’aborto )
A questi dolori si aggiunge poi il rischio di rivolgersi a cartomanti o astrologi nell’illusione di conoscere il destino del bambino, cosa avrebbe fatto nella vita. La donna per il dolore si ritrova così a cadere in un peccato ancora più grave, quello della divinazione e superstizione.( leggi qui l’articolo di Don Andrea sulla magia e sulla cartomanzia)
Il sacerdote perdona nel nome di Cristo
Solo il perdono di Cristo attraverso il Sacramento della Riconciliazione può riparare, cancellare ed emendare questo peccato, quest’azione efferata.
Il sacerdote nel confessionale, quando indossa la stola viola e amministra il Sacramento della penitenza, è Gesù in persona, cioè agisce “ in persona Christi”.
Quando la donna va a confessare questo peccato, lo confessa direttamente a Gesù. Il sangue di Cristo effuso sulla Croce, il venerdì santo, per la remissione di tutti i peccati dell’umanità, scende su quella mamma e su quel bambino abortito. Quel bambino o bambina, che è stato ucciso, è un’anima, è vivo presso il seno di Dio Padre.
“ Diamo un nome all’anima del tuo bambino”
Ma è un’anima bisognosa di preghiere. Per questo suggerisco alle donne che mi confessano un aborto di dare il nome a quell’anima. Le donne, nel loro cuore, avevano già dato il nome, nel loro intimo, perché prontamente me lo pronunciano in confessionale, e questo significa che ogni giorno della loro vita hanno pensato a quell’anima innocente che hanno rifiutato nella loro vita.
Quando poi, nel prosieguo della confessione, insieme alla donna abbiamo assegnato il nome all’anima del piccolo, sempre tra momenti di lacrime e di liberazione -ed il sacerdote deve circondare tutto questo di delicatezza e amore – battezziamo il bambino nella fede della Chiesa, invocando il Sangue di Gesù su quell’anima.
“ Chiediamo l’intercessione di Maria Santissima, Madre del Cielo”
Dopo chiediamo l’intercessione e la presenza di Maria Santissima, la Madre del Cielo, affinché “prenda in braccio” quei bambini, faccia sentire loro l’affetto di una madre che non hanno mai conosciuto. In questo momento le donne si commuovono profondamente perché sanno, nel loro profondo, che, se potessero, stringerebbero al petto quei figli, in cambio di tutto l’oro del mondo.
Infine suggerisco a queste mamme di fare celebrare Sante Messe per le anime dei loro piccoli.
“ Gli atti di carità coprono una moltitudine di peccati”
Suggerisco loro anche di compiere atti di carità concreta, come un’offerta in denaro, ad associazioni no profit, per esempio ai centri di aiuto per la vita, poiché San Paolo ci ricorda che la carità copre una moltitudine di peccati.
La guarigione spirituale e fisica della donna parte da questa confessione, dal riconoscere il proprio peccato, e dal perdono che solo Dio può dare!
Molte donne riescono poi a guarire anche da mali fisici, poiché noi siamo unità di anima e corpo, come insegna il catechismo della chiesa cattolica, e il peccato ci ferisce profondamente nell’anima, ma anche nel corpo, oltre che minare gravemente -questo è il significato di “peccato mortale”- la nostra relazione con Dio.
“La Misericordia infinita renderà candido il peccato scarlatto”
Incoraggio tutte le donne, e tutti coloro che hanno cooperato direttamente o indirettamente a questo peccato di aborto, e che stanno vivendo nell’abisso del male e del vuoto esistenziale, ad accostarsi al grande Sacramento del Perdono.
Dice Gesù, a Santa Suor Faustina nelle apparizioni legate al Culto della Divina Misericordia: “anche se il peccato dell’uomo fosse come lo scarlatto, la mia Misericordia infinita lo farà diventare candido come la neve.”
La Misericordia di Dio è l’unica medicina, rimedio, soluzione, contro questo delitto, peccato, crimine.
La conversione che nasce dal pentimento di aver fatto soffrire un’anima innocente e di aver fatto soffrire Cristo in croce, è l’inizio della vita divina che il Risorto vuole infondere in ogni credente.
Spero che queste mie parole aiutino molti a liberasi di tale peccato e unirsi di nuovo al Padre, per mezzo del Figlio, nella grazia dello Spirito Santo.

Don Andrea Tosca
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Curriculum di don Andrea Tosca
Nato a Milano nel 1984, ha frequentato l’oratorio e la parrocchia Santa Maria di Caravaggio in Milano fin da piccolo.
Diplomato al Liceo Scientifico Salvador Allende, si è laureato nel 2007 in Scienze dell’Educazione all’Università di Milano Bicocca con una tesi in pedagogia generale sul metodo educativo di don Lorenzo Milani.
E’ entrato in seminario di Milano nel 2006 ed è stato ordinato sacerdote nel 2013 (Baccalaureato in teologia)
Per 7 anni è stato Coadiutore a Gorla Minore e Gorla Maggiore e Responsabile dell’Unità di Pastorale Giovanile delle parrocchie di Marnate, Nizzolina, Gorla Minore, Prospiano e Gorla Maggiore.
Per 2 anni è stato vicario parrocchiale a Misinto (MB) e responsabile della Pastorale Giovanile di Lazzate, Misinto, Cascina Nuova, Cogliate, Ceriano Laghetto. Attualmente si trova presso la congregazione dei Servi del Cuore Immacolato di Maria, a Fatima, in Portogallo, per vivere un’esperienza mariana forte di preghiera e servizio al Santuario della B. V. Maria N. S. di Fatima.