L’Assessore regionale alle politiche sociali Maurizio Marrone ha sottoscritto pochi giorni fa una Convenzione tra la Città della salute di Torino e la Federazione regionale del Movimento per la Vita, che prevede l’istituzione di una “Stanza dell’ascolto” all’interno dell’ospedale e la gestione della stessa da parte dei volontari per “fornire supporto e ascolto a donne gestanti che ne abbiano necessità, nell’ambito di un più generale percorso di sostegno durante e dopo la gravidanza alle donne che vivono il momento con difficoltà e che potrebbero quindi prendere in considerazione la scelta dell’interruzione di gravidanza o che addirittura si sentono costrette a ricorrervi per mancanza di aiuti“.
Il valore di questa iniziativa, uno Sportello di ascolto simile a quello che noi già abbiamo come Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese, presso l’Ospedale Del Ponte, è grande. Si tratta infatti di una nuova conquista sociale per l’attenzione particolare che viene date alle donne in difficoltà e per lo spirito di promozione e di tutela della vita che anima l’iniziativa e spinge al sostegno e all’aiuto.
La contestazione della CGIL
Nonostante ciò, essa è stata criticata dalle esponenti della CGIL di Legnano, con uno slogan che dice: “Sì alle tutele, no ai tutori“. La tesi sostenuta è la seguente: una donna deve «avere la libertà di scegliere. Sosteniamo la protesta contro la stanza riservata al Movimento per la Vita dentro l’ospedale pubblico Sant’Anna di Torino, dove le donne verrebbero spinte a non abortire. Una decisione così delicata non ha bisogno di interferenze ideologiche ma di investimenti nei consultori e nell’educazione sessuale. La 194 è una legge conquistata dalle donne e confermata da un referendum popolare. Oggi come allora ampia sarà la mobilitazione in difesa della libertà e dell’autodeterminazione delle donne».
La nostra risposta come volontari per la Vita
A questo punto, come volontari dello “Sportello di ascolto” in Ospedale a Varese, vogliamo ribadire che:
– la libertà di scegliere non viene mai meno in uno sportello di ascolto, anzi! Per poter “scegliere” occorre possedere tutte le informazioni, bisogna sapere, essere informati. Pertanto, fornire tutte le informazioni a chi è in difficoltà garantisce maggiormente una “scelta” consapevole, tramite quello che si chiama un vero consenso informato;
– La stanza di ascolto, è un’occasione di incontro e di dialogo altamente civile, e non certo un interrogatorio di quarto grado, in cui ci si possa sentire sotto pressione e costretti ad operare scelte non gradite;
– Operare in favore della vita non significa infatti “spaventare” nessuno per il profondo rispetto che sottende all’incontro con le donne; pertanto, i volontari che intervengono in ascolto non spaventano né costringono ma informano le donne di tutte le possibilità che ci possono essere perché la verità è che non c’è solo l’aborto, momento tragico nella vita di una donna;
L’aborto non può essere considerato un diritto
– Non può essere considerato un diritto perché nessuno ha il diritto di uccidere un altro essere umano:
L’aborto è solo una possibilità, ma vi possono essere alternative che vanno contemplate, esaminate insieme e discusse per trovare la soluzione migliore, quella che fa meno soffrire e apre nuove possibilità;
– Proprio per la delicatezza del momento, è indispensabile andare incontro alla donna smarrita e aiutarla ad affrontare il futuro, standole vicino affinché non si senta sola o alla coppia che teme il futuro e ha bisogno di essere supportata e rincuorata;
– Se i consultori facessero quello che la Legge 194 prevede, non ci sarebbe bisogno d’ incontrare le donne nelle stanze d’ascolto. I volontari del Movimento per la Vita suppliscono a questa mancanza di impegno sociale, previsto dalla Legge ma misconosciuto dai Consultori;
– L’iniziativa della stanza d’ascolto non è mossa da ideologia bensì da una profonda sensibilità umana e sociale che porta alla “cura” di chi è in sofferenza, che forse le donne legnanesi della CGIL non comprendono fino in fondo;
– L’educazione sessuale non è la panacea di tutti i mali perché non è sufficiente per capire la generatività. Occorre sviluppare una sensibilità a comprendere cos’è l’uomo, la sua complessità di corpo e anima, di mente, sentimenti e valori poiché nell’amore di un giovane tutto questo ci sta in modo confuso ed egli/ella va aiutato a conoscere se stesso in relazione all’altro.
L’inganno dell’autodeterminazione
– Infine l’autodeterminazione, parola d’ordine della donna moderna emancipata. Una di quelle parole che vogliono fare effetto e che, se sei una donna, “devi” fare tua. Auto-determinarsi, cioè stabilire chi vuoi essere e stabilire cosa vuoi diventare. Una libertà che in teoria hanno tutti gli uomini, se il destino li mette nelle condizioni di arrivarci…
E se la vita fosse un’altra cosa? Se fosse la vita stessa a offrirci delle opportunità? E se questa opportunità fosse un figlio inatteso? Se la felicità fosse proprio lì dove non pensi, nel diventare madre anziché seguire i “propri” progetti (quelli dell’auto-determinazione)? Spesso si perde un treno, un aereo o un appuntamento ed in seguito a questo episodio le cose intorno a noi si mettono “meglio” per noi…
La nostra esperienza è piena di donne che “dopo” sono felici, dopo il buio di fronte alla possibilità di abortire hanno stretto la mano che offrivamo loro e hanno fatto la propria felicità.
La nostra è una visione positiva e gioiosa della vita che fa a pugni con il nichilismo, la “pulsione di morte” oggi imperante (come ben spiega in questo articolo Giusy Cafari Panico).
Siamo innamorati della vita, amiamo sinceramente tutte le donne in difficoltà, intendiamo stare loro vicine veramente, non con slogan ad effetto ma con la nostra presenza, il dialogo amichevole e ogni forma di supporto psicologico, morale, religioso, economico, di accoglienza e di assistenza possibile.
Il sondaggio in rete
Il Secolo Trentino ha indetto un sondaggio su favorevoli o contrari alla “stanza dell’ascolto al Sant’Anna”. E’ stupefacente scoprire che il 93% è favorevole, solo il 5% è contrario mentre il 2% non si è espresso.
Viva le donne che hanno fiducia nella vita e nella solidarietà e che, in tal modo, danno vita alla vita!
Il Movimento per la Vita di Varese è ben consapevole dell’importanza della presenza rivoluzionaria dei movimenti pro-life nella moderna società. Sono infatti capaci di cambiare la cultura dell’ideologia dell’individualismo e del materialismo che “divide”, valorizzando sempre di più i valori della solidarietà, della genitorialità e della famiglia naturale, valori di accoglienza che “uniscono” le persone.
Movimenti per la Vita insieme contro la cultura della morte
Per lanciare un appello all’unione di intenti e di progetti futuri, il Movimento per la Vita di Varese ha organizzato un CONVEGNO a Villa Cagnola a Gazzada-Schianno (Varese) il 30 settembre e 1 ottobre 2023 (leggi qui il programma).
Il titolo del convegno è già di per sé “dinamico”, carico di nuove energie e orientato al cambiamento, al futuro prossimo, che inizia già oggi: Voglio un movimento spericolato!
Sono invitati a partecipare tutti i movimenti, associazioni e aggregazioni varie, orientate alla promozione della vita e della famiglia. Il programma è di alto livello e i lavori, ne siamo certi, non saranno da meno.
Susanna Primavera