#RecensioniAlternative
Il film, uscito nelle sale nel 2018, si basa su una storia vera di un padre che aiuta il figlio a uscire dal tunnel della tossicodipendenza.
La trama
La pellicola, ambientata nel 2009 a San Francisco, racconta la sofferenza. La sofferenza di Nic che cade nelle illusioni date dalla droga e la sofferenza di David, suo padre, che cerca di aiutarlo nel difficile percorso che si chiama crescita. Dopo alcuni episodi in cui Nic si mette in pericolo con l’assunzione di droghe, Nic decide che è venuto il momento di chiedere aiuto ai professionisti della salute mentale e i due si recano in un centro per la disintossicazione. Dopo i primi miglioramenti, il ragazzo scappa. Nic, in seguito a un periodo di astinenza, ricomincia a drogarsi. Lui e la ragazza con cui si inietta l’eroina vanno in overdose, ma vengono trovati e portati in ospedale. Padre e figlio si incontrano in un abbraccio pieno di speranza.
Il messaggio
La pellicola tratta il tema della droga in modo soggettivo, accompagnando lo spettatore nella storia di Nic e della sua famiglia. Non vuole essere una spiegazione scientifica degli effetti dannosi dell’assunzione di stupefacenti, per questo scopo ci sono documentari e report scientifici. Ciò che viene mostrato è il logorio psicologico dei personaggi, la solitudine provata nei momenti in cui si tocca il fondo, la possibilità di cambiare. I titoli di coda finali rivelano che Nic è ormai sobrio da 8 anni e che ciò non sarebbe stato possibile senza l’amore e il supporto della sua famiglia e dei suoi amici. Il tema più importante è il rapporto padre-figlio. Il padre ama suo figlio “più di tutto”. Questo amore incondizionato aiuta Nic a sentirsi amato anche nei suoi errori, nei suoi giorni bui e nel suo “buco nero”. Un ulteriore aspetto che emerge, però, è che un padre, seppur amando suo figlio in questo modo, non ha potere assoluto su di lui e deve accettare il libero arbitrio del figlio.
Il tema della vita
“Beautiful boy” ci ricorda il valore della vita e l’importanza di persone che tendono la mano a chi sta compiendo scelte che allontanano dal riconoscimento di questo valore. Il titolo esprime egregiamente questo concetto: il protagonista non è bello esteticamente (anche perché l’assunzione protratta di stupefacenti porta anche a un decadimento fisico), ma è “bello dentro”, ciò che è bello e vale pena di salvare è la sua anima.
link per contattarci: https://www.vitavarese.org/contattaci
link al trailer: https://youtu.be/EzeT2dqLitc?si=tMQOTKp5a0pdsqaT
Virginia Banfi