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Buon compleanno Mr. Grape
Il film
La pellicola del 1993 narra le vicende di Gilbert Grape (Jhonny Depp) e della sua famiglia residente a Endora, nell’Iowa. Gilbert, in particolare, si prende cura del fratello minore, Arnie (Leonardo Di Caprio), il quale è autistico e ha una disabilità intellettiva. La madre dei ragazzi e delle sorelle soffre di obesità da quando il marito si è suicidato diciassette anni prima e trascorre i giorni sul divano mangiando, fumando e guardando la televisione.
La trama
Gilbert, il quale ha assunto il ruolo paterno, lavora in un piccolo supermercato ed esprime tutta la rassegnazione della monotonia della vita di provincia. Occuparsi del fratello Arnie non è facile, soprattutto perché egli spesso si arrampica su una torretta del serbatoio dell’acquedotto cittadino, mettendosi in pericolo. Inoltre, vivere nella casa in cui si è suicidato il padre interroga il protagonista e la sua famiglia sul motivo di questa scelta.
La famiglia si sta preparando al diciottesimo compleanno di Arnie e proprio in quei giorni irrompe nella quotidianità di Gilbert, Becky, una ragazza rimasta bloccata col proprio camper insieme alla nonna. Tra i due nasce del tenero e per questo Gilbert trascura il fratello, il quale durante un loro incontro scappa, si arrampica sull’acquedotto e viene arrestato. La madre esce di casa dopo molti anni per andare alla polizia e viene derisa dai paesani. Tornanti a casa, durante una discussione tra fratelli la frustrazione di Gilbert lo porta a picchiare Arnie; Gilbert si sente in colpa. Il giorno seguente è il compleanno di Arnie e la famiglia si è riappacificata. La sera stessa la madre dei ragazzi muore e Gilbert e le sorelle decidono di dare fuoco alla casa col cadavere della madre dentro per evitare nuove derisioni. Le sorelle lasciano la città e Gilbert continua ad occuparsi di Arnie. Circa un anno dopo torna in città il camper di Becky: Gilbert ed Arnie salgono e lasciano a loro volta la città.
Il messaggio
Domande di senso
Becky nel film ricopre un ruolo fondamentale per Gilbert: innanzitutto è uno svago dalla vita quotidiana, infatti il ragazzo per la prima volta può essere ascoltato e confidarsi con qualcuno sinceramente interessato a lui, ai suoi pensieri e ai suoi desideri. Per la prima volta non è Arnie al primo posto. La ragazza, soprattutto, interroga Gilbert sul suo futuro, sulla sua vita; domande che il ragazzo non si era mai posto o della cui risposta aveva paura. Il film racconta con estrema delicatezza i temi della disabilità (ne parliamo più avanti) e dell’obesità, senza scadere nel banale compianto delle “ingiustizie” della vita.
Obesità e ricadute
Il tema dell’obesità emerge grazie alla figura della madre, la quale lo diventa a seguito della perdita improvvisa del marito. Strettamente legato a questo tema, infatti, vi è quello del suicidio, solo accennato e celato dal mistero. L’obesità non viene mostrata solo come malattia fisica invalidante (la madre non riesce a quasi a muoversi e la famiglia deve occuparsi di lei), ma anche come fragilità psicologica. Indirettamente viene mostrata anche la fatica dei figli di vivere in assenza della figura paterna e di una figura materna incapace di svolgere il proprio ruolo educativo.
La vita di provincia
In aggiunta, persiste in sottofondo a tutta la pellicola il sentimento di noia e insieme disorientamento tipici della vita di periferia. Viene mostrato il degrado morale (Gilbert inizialmente intrattiene una relazione con una donna sposata), l’ignoranza delle persone riguardo i temi di disabilità e obesità e l’arretratezza tecnologica mista alla volontà di mantenere una propria autenticità e genuinità (la piccola drogheria è minacciata dall’apertura di un nuovo supermercato).
Il tema della vita
La disabilità di Arnie non è raccontata solo mettendo a fuoco i suoi comportamenti o i suoi problemi, ma anche ampliando lo sguardo al contesto familiare. La disabilità di Arnie non riguarda solo lui, ma ha delle conseguenze su tutto il nucleo familiare e questo, come mostrato nel film, alle volte può essere esasperante per chi gli sta accanto, pur nutrendo un amore infinito nei suoi confronti. Non si giustifica la violenza sul disabile, anzi, ma si legittima anche l’impazienza o il dolore dei familiari dei disabili, i quali se osano mostrare fastidio o fatica per la loro situazione, vengono additati dalla società come non idonei e trascuranti.
Il film ci interroga anche sul ruolo della comunità di fronte alle difficoltà e fragilità delle persone: se la comunità avesse supportato la famiglia di Gilbert con aiuti concreti e di assistenza, il corso degli eventi sarebbe cambiato?
In conclusione, il film è impregnato di messaggi di vita: l’importanza della famiglia come contenitore emotivo e luogo educativo e di cura per eccellenza; l’importanza del pensare anche a noi stessi, quindi rendersi consapevoli che siamo dispensatori di amore quanto bisognosi di quest’ultimo; il prendere scelte per il bene di tutti, come, per esempio, abbandonare la città di Endora.
Virginia Banfi
Se ti sei perso l’ultima recensione: https://www.vitavarese.org/sei-minuti-a-mezzanotte-scelte-che-cambiano-la-storia/
Link al trailer: https://youtu.be/91DRB0UKCrA
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