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Cielo d’ottobre
Il film
Cielo d’ottobre è un film del 1999 tratto dal libro Rocket Boys (1998), autobiografia di Homer H. Hickam junior. Il film si ispira alla sua storia, egli poi è diventato un ingegnere della NASA, ora in pensione, è stato responsabile motori dello Space Shuttle ed addestratore degli astronauti destinati a missioni sulla navicella spaziale.
La trama
Nel 1957 in un piccolo paese di nome Coalwood, gli abitanti avevano il proprio destino segnato: la miniera di carbone che sorgeva nelle vicinanze dava lavoro, inevitabilmente, a quasi tutti. Diversamente, però, le ambizioni di Homer Hickam Jr. (un giovane Jake Gyllenhaal) miravano in alto. Tuttavia, le sue possibilità economiche non gli avrebbero permesso di continuare gli studi, e, dato che non possedeva doti atletiche, non sarebbe riuscito nemmeno a prendere una borsa di studio per meriti sportivi, come invece aveva fatto suo fratello maggiore Jim. Un giorno, nel cielo d’ottobre passò lo Sputnik sovietico, così Homer, insieme ad un gruppo di amici decise di costruire un razzo e di lanciarlo nello spazio. Dopo diversi tentativi falliti, l’ultimo lancio riesce e il razzo vola alto nel cielo. Spinto dall’incoraggiamento della sua insegnante di chimica e fisica e dalla sua passione per l’astronautica lo portano a vincere una borsa di studio.
Il messaggio
Uno dei temi che sorge in modo preponderante è il concetto di ascensore sociale e, strettamente legato, quello di “american dream”. Infatti, il protagonista, grazie alla potenza di un sogno e di una passione, si svincola da un futuro segnato, da uno status quo e dalle aspettative genitoriali. Anche la dimensione dell’individualismo viene messa in luce, ma penso che tutti questi punti siano colorati di una sfumatura positiva. Intrecciato all’individualismo, di contro, assumono un ruolo fondamentale gli amici di Homer. Gli amici, non solo lo aiutano concretamente nella realizzazione del razzo, ma, soprattutto, lo supportano poiché credono in lui. Si riconosce quando un’amicizia è vera nel momento in cui l’altro vuole che tu migliori, che tu spenda le tue capacità per raggiungere obiettivi significativi. La storia di Homer ci racconta che è possibile seguire le proprie propensioni, senza farsi condizionare dal contesto familiare. Il protagonista elicita un altro messaggio: il passaggio da un piccolo paese al mondo. Egli ci mostra come “pensare in grande”, che è ciò che gli permette di vincere la borsa di studio e fare carriera alla NASA.
Il tema della vita
Il rapporto padre-figlio rimane sullo sfondo, ma se questo sfondo non fosse stato dipinto, non potremmo avere il quadro completo della storia del ragazzo. Il rapporto tra i due è per lo più conflittuale poiché, come accennato sopra, il padre si aspetta che il figlio diventi minatore, mentre Homer non vuole. Alla fine, quando il padre si rende conto delle capacità del figlio, vi è una riconciliazione e la manifestazione di una profonda stima verso di lui. Questo accade sia perché il padre riesce a fare un passo indietro e a fidarsi finalmente del figlio, sia perché quest’ultimo fa un passo avanti e cerca di comprendere il punto di vista del padre. Il rapporto genitore-figlio, quindi, si riscopre nell’incontro reciproco, come se i due dovessero conoscersi nuovamente, conoscere la storia e le aspettative di ciascuno. La pellicola sollecita una frase latina: “Duc in altum”. Un monito che dovrebbe spingerci sempre a puntare in alto, proprio come fa Homer, sempre a naso in su, verso il cielo. Puntare in alto, nella nostra vita, significa non accontentarsi, non sostare nella tiepida mediocrità, cioè sforzarsi di nutrire le nostre potenzialità, anche al servizio dell’altro. Per concludere, non possiamo dimenticare che l’intelligenza, la costanza, la perseveranza (tutte mostrate nel film), siano doni di Dio. Proprio per questo siamo chiamati, ognuno a suo modo, a mettere a frutto le nostre attitudini e i nostri interessi.
Virginia Banfi
Link al trailer https://youtu.be/ELDZ1_6Augo
Link ultima recensione https://www.vitavarese.org/buon-compleanno-mr-grape-racconto-di-una-famiglia-di-provincia/