Una famiglia, pur con tutte le sue contraddizioni, può battere i talent di cucina e dimostrare che l’atmosfera dell’agriturismo, con il suo calore e la sua genuinità, vale più di mille premi!
Questo il messaggio chiave del romanzo per adolescenti “ Come salmoni in un torrente”, presentato il 15 febbraio a Varese dalla scrittrice Susanna Manzin, all’interno degli eventi del Mese per la Vita 2018.
La buona tavola, i vini scelti accuratamente, la raffinatezza del contesto e la professionalità cortese dei protagonisti sono sullo sfondo, ma ciò che domina davvero è la bellezza dei legami familiari, la realtà dell’errore che purtroppo accompagna gli esseri umani, e infine la grandezza del perdono.
La scrittrice, alla sua seconda fatica letteraria, ha una profonda conoscenza del valore della convivialitá, che ritiene artefice di un livello più alto di amicizia, tanto da disseminare il romanzo di citazioni e riferimenti al cibo e al vino.
Ma questo sottofondo di “ piacere” non diventa protagonista, perché in primo piano ci sono i valori di sempre: i figli hanno bisogno di conoscere i propri genitori, si stigmatizza innanzitutto la superficialità di chi dona il proprio seme senza curarsi delle conseguenze: figli generati in giro per il mondo, sofferenti e incapaci di costruirsi una vita nell’ordine.
Poi, dominante, la certezza che la vita umana origina dal concepimento, abortire vuol dire togliere la vita ad un bimbo ma anche devastare per sempre la mamma e, a sorpresa, il padre del piccolo non nato: l’uomo, privato del proprio ruolo di difensore della vita, si ripiega su se stesso e rivela un’infinita delicatezza interiore.
“Ci piacerebbe nuotare tranquilli nel grande mare della vita, ma ad un certo punto siamo costretti a nuotare controcorrente, a faticare lungo le rapide del fiume, tra pericoli e forze contrarie. Per andare dove? Dove ci sono le nostre origini, le nostre radici. Solo lì troveremo il senso della nostra vita, solo lì potremo lasciare traccia feconda della nostra esistenza.” Così si spiega la metafora del salmone che figura nel titolo, e ci rappresenta un po’ tutti, noi uomini, che corriamo per accorgerci poi, talvolta, dell’inutilità della nostra fretta: Tolkien insegna invece che “ se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto”.
Si può consigliare il romanzo a ragazzi di 14/15 anni, si può discuterne nei gruppi del l’oratorio, in classe, in famiglia: vale più di 1000 corsi di educazione alla sessualità, perché prevale la logica degli affetti familiari.
Suggeriamo di leggere anche il primo libro di Susanna Manzin, “ Il destino del fuco” ( anche qui una metafora che allude al ruolo quasi inesistente dell’uomo, oggi, di fronte al prevalere femminile), ma si può visitare anche il blog della scrittrice, “ Pane e focolare”, per scoprire aspetti inediti di un mondo legato al cibo ma del tutto diverso da quelli gridati dei talent che imperversano in TV.