Cosa devi sapere prima di abortire? Come si comporta la legge nei confronti dell’aborto? Chi può aiutarti PRIMA e DOPO l’aborto? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande e includere tutto quello che c’è da sapere sull’aborto.
Cosa prevede la legge 194
L’aborto (o interruzione volontaria di gravidanza) è regolato in Italia dalla legge 194, che risale al 1978,confermata dal referendum del 1981. La campagna per l’approvazione della legge sull’aborto fu portata avanti dal Partito radicale, con gli esponenti Marco Pannella e Emma Bonino. La legge, pur sottolineando che l’interruzione volontaria della gravidanza non è un mezzo di controllo delle nascite, prevede la libertà di abortire entro i primi 90 giorni dal concepimento (12 settimane + 3 giorni), su richiesta della madre. È prevista inoltre la possibilità di interruzione della gravidanza fino alle 22 settimane nel caso ci siano gravi malformazioni nel feto, tali da causare danni psicologici alla gestante, oppure in caso di grave pericolo di vita per la donna.
Quando la donna decide di fare richiesta di interruzione della gravidanza, si rivolge ad un consultorio pubblico o ad una struttura socio-sanitaria regionale, ove viene rilasciata una certificazione firmata dal medico e dalla donna stessa, con la quale si richiede l’esecuzione della procedura. Da quel momento la legge prevede che debbano passare 7 giorni almeno prima della procedura durante i quali la donna abbia la possibilità di recedere dalla decisione, per un eventuale ripensamento.
In 40 anni gli aborti nel nostro Paese, secondo la legge, sono stati circa 6.000.000 (approfondisci leggendo il nostro articolo a riguardo).
Come si fa ad abortire?
Le procedure abortive dipendono dall’epoca gestazionale: per ogni età dell’embrione o del feto, esistono metodiche diverse.
1) Pillola del giorno dopo (entro 3 giorni)
Un progestinico, Levonorgestrel, che ha la funzione di interrompere o prevenire il meccanismo ovulatorio; deve essere presa a breve distanza dal rapporto sessuale non protetto: il periodo più sicuro sono 24 ore, si può arrivare a 48 o 72 ore, più passa il tempo, minore sarà l’efficacia. Gli studi clinici hanno dimostrato un’efficacia che si aggira intorno all’85%. In caso si sia verificata l’ovulazione e il rapporto sessuale sia stato fecondante, il meccanismo d’azione potrebbe essere abortivo, poiché il farmaco induce una modificazione della struttura dell’endometrio che impedisce l’impianto dell’embrione formatosi.
Da leggere gli effetti potenzialmente abortivi riportati nel documento qui , validi sia per la pillola del giorno dopo che dei 5 giorni dopo.
In caso vi sia già stato un impianto, la sua assunzione non ha alcun effetto sulla gravidanza iniziata.
Il farmaco è relativamente innocuo. Gli unici effetti collaterali costituiti da nausea, vomito e cefalea, sono relativamente poco frequenti e scompaiono nell’arco di poche ore dall’assunzione.
2) Pillola dei 5 giorni dopo (entro 5 giorni)
Definita “contraccettivo d’emergenza”, si assume entro 120 ore (5 giorni) da un rapporto sessuale non protetto o dal fallimento di altro metodo contraccettivo. Il farmaco, Ulipristil Acetato, è un inibitore del progesterone, la sua azione principale è di impedire o ritardare l’ovulazione per un tempo più lungo rispetto al levonorgestrel; tuttavia per le sue caratteristiche, determina anche una modificazione endometriale, quindi nel caso si sia verificato il concepimento, il meccanismo d’azione sarebbe abortivo e la pillola impedirebbe l’impianto dell’embrione.
Anche Ulipristil Acetato ha alcuni effetti collaterali, più frequenti rispetto al levonorgestrel, che vanno dalla nausea al vomito, alla cefalea, al dolore pelvico, mestruazioni più dolorose, dolori alla schiena.
Viene qui riportata la nota di AIFA, relativa a Esmya, che contiene 5 mg di ulipristal e del quale vengono segnalati i potenziali e gravi danni epatici. Ellaone ne contiene ben 30.
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3) Pillola abortiva RU 486 (entro 49 giorni)
La RU 486 combina l’azione del Mifepristone con il Misoprostol (PGE1) al dosaggio di 400-600 mcg. Il suo utilizzo prevede l’assunzione di due compresse: con la prima, il Mifepristone, assunta per via orale, si determina un blocco delle modifiche dell’endometrio uterino necessarie per il nutrimento dell’embrione, tra cui primariamente la chiusura dei vasi sanguigni, provocando l’interruzione della gravidanza. Con la seconda compressa, il Misoprostol, che si assume 24-48 ore dopo per via orale o vaginale vengono stimolate le contrazioni uterine che portano all’espulsione dell’embrione (60-65%).
La RU 486, quando assunta nei tempi e nelle modalità corrette, ha un’efficacia abortiva del 96,9 – 98,7 % e può essere assunta entro il 49° giorno di gravidanza accertata: si tratta quindi di un farmaco abortivo. In Italia il suo utilizzo prevede ancora il ricovero ospedaliero per 3 giorni, nei quali la donna viene monitorata a proposito dei suoi effetti collaterali, poiché possono verificarsi dolori addominali e sanguinamenti anche molto abbondanti. L’efficacia del trattamento viene verificata comunque a 14 giorni di distanza attraverso una ecografia; qualora l’espulsione del sacco gestazionale non sia completa, sarà necessaria l’esecuzione di un raschiamento.
La pillola potrà essere assunta, dal luglio 2020, in day hospital. ( l’articolo del Corriere spiega bene di cosa si tratti).
RISCHI: I rischi per la donna sono altissimi, numerosi i casi documentati di morte per sepsi. 1 caso ogni 100.000 utilizzatrici, dieci volte più alto del rischio dell’aborto chirurgico.Triste la storia della giovane e bellissima Holly Patterson, deceduta proprio in seguito all’assunzione della RU 486, a soli 18 anni.
4) Metodo Karmann (entro la 12esima settimana)
La procedura abortiva più conosciuta e verificabile è quella praticata entro la dodicesima settimana di gravidanza, in genere con il metodo Karmann, o di isterosuzione , attraverso il quale, dopo aver dilatato il collo dell’utero per aver accesso alla cavità uterina, viene aspirato l’embrione/feto contenuto nell’utero della donna.
Questa tecnica è di fatto un vero e proprio intervento chirurgico, che viene eseguito in una sala operatoria in anestesia generale.
Tra le complicanze più frequenti ci sono sanguinamenti (1,7%), infezioni (2%), lesioni del collo dell’utero e perforazioni uterine (0,7 per 100000 interruzioni), lesioni degli organi interni (rara), tali complicanze sono in genere legate alla tecnica chirurgica.
La morte della donna è una complicanza possibile ma è un’evenienza molto rara.
Ci sono diversi video in merito, quello più conosciuto si trova qui, girato e commentato dal più noto medico abortista degli Stati Uniti, Bernard Nathanson.
La scoperta della verità dell’aborto, grazie ai mezzi ecografici, portò Nathanson a cambiare radicalmente opinione sull’aborto, che riconobbe come una soppressione di un bambino vivo. Il ginecologo divenne, da allora, un attivista pro life. Il video ha avuto milioni di visualizzazioni in tutto il mondo.
Più si va avanti nella gravidanza, più il bambino cresce, maggiori sono le sue possibilità di sopravvivenza al di fuori dell’utero. Anche in caso di interruzione volontaria di gravidanza, capita di trovarsi di fronte ad un feto ancora vitale, come si può vedere in questo video di un piccolo abortito a 14 settimane.
5) Aborto oltre le 22 settimane di gravidanza
In Italia non è legale interrompere la gravidanza oltre le 22 settimane, ma in alcuni Stati in America è possibile abortire anche nel terzo trimestre di gravidanza. Qui sono indicate le procedure di aborto in quest’epoca gestazionale, quando il bambino è ormai in grado di respirare autonomamente al di fuori del ventre materno.
6) Aborto oltre le 24 settimane di gravidanza (Stati Uniti) (video)
In questo video, invece, il dottor Antony Levatino, medico abortista americano, spiega con precisione come avviene un aborto nel terzo trimestre di gravidanza: al bambino viene iniettata una dose letale di un farmaco che arresta il suo piccolo cuore. Il medico utilizza una siringa e con un ago raggiunge il piccolo individuandolo attraverso le immagini ecografiche. Il bambino in genere muore subito, poi viene indotto il parto e la mamma può abortire in casa o in ospedale. In epoca gestazionale ancora più avanzata, può accadere che la donna debba essere sottoposta ad un vero e proprio intervento , e il bambino viene estratto a pezzi dal ginecologo, che ne frantuma la testa, troppo grande per attraversare integra il collo dell’utero. I rischi, anche per la mamma, sono altissimi.
Al termine del video il dottor Levatino rivela che ha scelto di non praticare più aborti, quando ha capito che, a qualunque epoca della gravidanza, si trovava di fronte ad un essere vivente appartenente alla specie umana, “figli e figlie”. Anche il dottor Levatino è diventato un attivista pro life.
7) Aborto oltre le 24 settimane di gravidanza (a nascita parziale – Stati Uniti) (video)
Un altro metodo abortivo, legale solo in alcuni stati americani, è “l’aborto a nascita parziale”. Questa procedura prevede che il feto, dopo il secondo trimestre di gravidanza, venga estratto, ancora vivo, dal ventre della madre solo parzialmente, per le gambe, ma lasciato all’interno con la testa, perché altrimenti si sarebbe di fronte ad un bimbo nato vivo e quindi si tratterebbe di omicidio. Il medico abortista afferra la nuca del piccolo ed introduce l’ago di una siringa , con la quale aspira il cervello. Così muore il bambino. E’ possibile vedere, attraverso disegni, la reale procedura .
Aborto volontario, qual è la posizione della Chiesa cattolica
Il comandamento “Non uccidere” è la chiave per comprendere la posizione della Chiesa in merito all’aborto. Molti i documenti del Magistero che sostengono “l’assoluta e grave illiceità morale della diretta soppressione di ogni vita umana innocente, specialmente al suo inizio e al suo termine”. Basti per tutti l’enciclica “Evangelium vitae” di San Giovanni Paolo II, del 25 Marzo 1995, che in più punti, ma soprattutto al n.57, esplicita la gravità dell’aborto: “La scelta deliberata di privare un essere umano innocente della sua vita è sempre cattiva dal punto di vista morale e non può mai essere lecita né come fine né come mezzo per un fine buono. E’ infatti grave disobbedienza alla legge morale, anzi a Dio stesso, autore e garante di essa; contraddice le fondamentali virtù della giustizia e della carità.”
Al n. 58: “Fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono grave e deprecabile. Il Concilio Vaticano II lo definisce, insieme all’infanticidio, delitto abominevole.”
Ai numeri 59, 60, 61, 62, in particolare:”… Paolo VI ha potuto dichiarare che tale insegnamento non è mutato ed è immutabile”.
Il diritto canonico prevede la scomunica per chi pratica l’aborto. Mons. Rino Fisichella chiarisce che “ Anche il perdono e l’abbraccio di Dio misericordioso non cancellano affatto la gravità dell’aborto procurato”.
Papa Francesco si è espresso con durezza nei confronti dell’aborto, con parole inequivocabili: «Aborto: è come affittare un sicario, non è un atto civile» (leggi qui tutto l’articolo e guarda il video )
Il Papa parla della solidarietà che si deve alla donna e alla coppia che si trova in difficoltà per la gravidanza: vanno aiutati e non sbrigativamente consigliati di abortire.
Aborto volontario, posizione dei partiti politici
“Sono però traumatizzato dalla legalizzazione dell’aborto, perché la considero, come molti, una legalizzazione dell’omicidio” diceva l’esponente comunista Pier Paolo Pasolini, in un articolo (leggi qui) forse non del tutto condivisibile ma che dimostra che anche la ragione, laicamente, può esprimersi in modo contrario all’aborto.
Nei singoli partiti politici esistono posizioni differenziate e personali a favore o contro l’aborto, ma non esiste una linea condivisa ed esplicitata.
Conseguenze dell’aborto volontario sulla donna
Gli studi sulla cosiddetta “sindrome post abortiva” dimostrano i notevoli strascichi di dolore a seguito dell’intervento di interruzione volontaria di gravidanza.
“Uno studio, svolto su donne che avevano abortito volontariamente, ha rilevato che 8 settimane dopo l’ i.v.g. il 44% presentava disturbi mentali, il 36% disturbi del sonno, il 31% si era pentito e l’11% si era fatto prescrivere psicofarmaci dal proprio medico di famiglia. Un altro studio ha rilevato che le donne che abortiscono hanno una probabilità molto più alta, rispetto alle altre, di essere ricoverate successivamente in un reparto psichiatrico.” (leggi qui tutto l’articolo su depressione e aborto e anche l’articolo sullo Stress post-aborto)
Associazioni che sostengono e aiutano la donna dopo l’aborto
Le associazioni di volontariato che aiutano la donna che ha abortito sono soprattutto La vigna di Rachele, che organizza week end di guarigione, e il Progetto Fede e Terapia, che risponde al telefono h/24, al numero verde 800 969 878 e offre consulenza psicologica, supporto religioso e medico. Nel più completo anonimato le volontarie ascoltano con competenza e pazienza e sostengono le donne che hanno abortito, anche molti anni prima, aiutandole a compiere quei passi che diano loro di nuovo la serenità. Leggi qui il nostro articolo in merito e anche qui.
Tra le associazioni che operano a favore della donna e della vita nascente, merita un posto di rilievo anche l’associazione Papa Giovanni XXIII, attiva grazie al suo fondatore Don Oreste Benzi. E’ possibile leggere testimonianze di sostegno e solidarietà di numerose ragazze aiutate dai volontari di questa comunità.
Associazioni che sostengono e aiutano la donna prima dell’aborto
Il Movimento per la Vita e il Centro di aiuto alla Vita sono realtà di volontariato diffuse su tutto il territorio nazionale, in campo da 40 anni per aiutare la mamma che aspetta un bambino. Anche a Varese è attiva l’associazione, presente in via Dandolo n.6, e presso lo sportello in Ospedale del Ponte, per accogliere le mamme indecise se tenere il bambino, e anche quelle già in possesso del certificato di interruzione di gravidanza. L’attività del Movimento per la Vita è prevalentemente di carattere culturale e di sensibilizzazione al valore della vita, dal concepimento al suo spegnersi naturale; l’attività del Centro di aiuto alla Vita consiste in supporto psicologico, medico, professionale e di amicizia; sono previsti aiuti in natura (pannolini, vestitini, latte in polvere, carrozzine, passeggini…); è possibile anche per la donna essere inserita nel Progetto Gemma, che prevede il sostegno economico della mamma e del suo bambino per tutto il corso della gravidanza e per un anno dopo la nascita del piccolo.
Di notevole aiuto per la donna, qualora si trovi di fronte ad una probabile diagnosi infausta per il suo bambino, può rivelarsi il Telefono rosso, al quale rispondono medici molto preparati pronti ad aiutare la mamma, il papà e il loro bambino, garantendo innanzitutto una diagnosi certa, poi un accompagnamento professionale e umano, qualunque sia la decisone che la donna intenda prendere. Il numero del Telefono rosso è: 06 30156298 ( articoli in merito sul nostro sito digitando “ telefono rosso”).
Se sei in difficoltà per una gravidanza chiama il Movimento per la Vita di Varese! Non sei sola!
Contributi pubblici a sostegno della maternità
NOVITÀ!
Qui di seguito è possibile consultare un elenco dei contributi offerti dallo stato per sostenere la maternità
Contributi pubblici di natura economica a sostegno della maternità_ (leggi anche qui)
*Assegno di maternità*
Dal Comune tramite INPS
€ 1.694,45 (2018)
Se:
Residenza;
No indennità di maternità (o < assegno);
ISEE <= € 17.141,45 (per prestazioni agevolate per minorenni).
*Assegno al nucleo familiare*
Dal Comune tramite INPS
€ 1.836,90 (2018)
Se:
Residenza;
3 figli minorenni;
ISEE <= € 8.650,11 (per prestazioni agevolate per minorenni).
*Assegno di natalità*
Bonus Bebè 2018
Dallo Stato tramite INPS
€ 80,00/mese per 12 mesi (tot € 960) per ogni figlio se ISEE <= € 25.000,00
oppure
€ 160,00/mese per 12 mesi (tot € 1920) per ogni figlio se ISEE <= € 7.000,00
Se:
Residenza;
Figlio convivente;
ISEE <= € 25.000,00.
*Bonus Mamma domani*
Premio alla nascita
Dallo Stato tramite INPS
€ 800,00
Da richiedere al compimento del settimo mese di gravidanza o comunque entro un anno dal verificarsi dell’evento (nascita, adozione o affidamento).
*Carta REI*
Social card 2018
Dal Comune tramite INPS ed erogata dalle Poste
€ da 187,50 a 534,00/mese in base al numero dei componenti
Se:
Residenza;
Figlio minorenne o stato di gravidanza documentato;
ISEE <= € da 6.000,00 a 10.000,00 in base al numero dei componenti.
*Carta Acquisti*
Dallo Statotramite INPS ed erogata dalle Poste
€ 80,00 a bimestre
Se:
Residenza;
Figlio < 3 anni;
ISEE < € da 6.823,29, etc.
*Bonus Asilo nido*
Dallo Stato tramite INPS
€ 90,91 max/mese per 11 mesi (tot max € 1000)
Se:
Residenza;
Figlio nato dal 01/01/2016;
Retta mensile di asilo nido pagata e documentata (il contributo è a copertura).
Se il PLS certifica “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”, allora l’INPS eroga il bonus di € 1000 in un’unica soluzione.
*Contributo per l’asilo nido o per l’acquisto di servizi di baby-sitting* (erogato mediante il Libretto di Famiglia)
bonus da 600 euro che spetta alle mamme che tornano a lavoro dopo maternità rinunciando in tutto o in parte al congedo parentale (astensione facoltativa)
*Buono nido da 150 euro*
decreto 0-6 Buona Scuola misura esentasse che spetta ai dipendenti con figli da 3 mesi a 3 anni welfare aziendale.
Prof. Vittoria Criscuolo. Presidente Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese
Dott. Miriam Dedé. Ginecologo
Dott. Roberto Festa. Medico di famiglia.