Chiara Corbella e Heidi Loughlin hanno rifiutato entrambe la chemioterapia perché erano incinte, per non nuocere ai loro bimbi. Due donne, due grandi donne, o semplicemente due mamme innamorate dei loro bimbi?Due storie simili vissute in modo diverso: Chiara ha rifiutato i trattamenti come offerta di sacrificio al Signore, il che l’ha portata agli onori dell’altare. Per Heidi si è trattato di una forma di rispetto per la vita del bimbo che attendeva e di attaccamento agli altri due figli e al compagno.
Chiara Corbella: una storia di vita semplice
Come si legge sul blog di Chiara“ Chiara Corbella nasce a Roma il 9 gennaio 1984. Insieme alla sorella Elisa, di due anni più grande, cresce in una famiglia che le insegna ad avvicinarsi alla fede sin da bambina. Grazie alla mamma Maria Anselma, dall’età di cinque anni Chiara frequenta una comunità del Rinnovamento nello Spirito. Questo percorso, in cui impara a rivolgersi a Gesù come ad un amico, le insegna soprattutto a condividere la fede con i fratelli in cammino. Col passare degli anni emerge in lei una certa autonomia che la rende molto determinata nelle sue scelte. Il suo è un temperamento tranquillo, non ribelle, che ha modo di esprimersi nel servizio agli altri.” Proseguendo nella propria vita da da adolescente e giovane donna, Chiara incontra la persona che diventerà il suo sposo, Enrico Petrillo, che condividerà con lei i dolori della vita.
Le prime due gravidanze: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni
Le prime due gravidanze terminano con la nascita di due bambini con gravissime disabilità, incompatibili con la vita.
«Nel matrimonio – scrive Chiara nei suoi appunti – il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni, ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita, ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente».
La terza gravidanza: il “drago” contro Francesco
Il terzo bambino che Chiara attende, nel 2010, risulterà invece completamente sano, ma subito dall’inizio della gravidanza Chiara scopre di essere affetta da una rarissima forma di cancro alla lingua. Chiara decide di aspettare a sottoporsi alle cure contro il “drago”, rifiuta la chemioterapia anche contro il parere dei medici. «Per la maggior parte dei medici – scrive Chiara – Francesco era solo un feto di sette mesi. E quella che doveva essere salvata ero io. Ma io non avevo nessuna intenzione di mettere a rischio la vita di Francesco per delle statistiche per niente certe che mi volevano dimostrare che dovevo far nascere mio figlio prematuro per potermi operare».
Il 30 maggio 2011 nasce Francesco e subito Chiara si sottopone alla chemioterapia e a tutte le cure necessarie per aggredire il male. Le sue parole, riferite dal marito, sono illuminanti sulla determinazione della giovane ad offrire se stessa per salvare altri bambini: “Senti Enrico, ma se tu sapessi che il tuo sacrificio potrebbe salvare dieci persone, lo faresti?”. Ho risposto: “Spero di sì. Spero che Dio mi dia la grazia di farlo”. E lei mi ha risposto: “Bene, credo che potrei chiedergli la guarigione ma solo Dio sa quello che voglio veramente”. Questo è quello che mi ha detto Chiara, e in quel momento ho intuito che forse c’era molto di più rispetto ad una guarigione fisica». (leggi tutto l’articolo)
Il 13 giugno 2012 Chiara muore. Aveva 28 anni.
Il cardinale Agostino Vallini, presente alla celebrazione, dichiara: «ciò che Dio ha preparato attraverso di lei, è qualcosa che non possiamo perdere».
La testimonianza di vita cristiana vissuta intensamente è una ricchezza per tutti. Chiara viene dichiarata dalla Chiesa “Serva di Dio”.
Il marito Enrico offre ancora oggi, con semplicità, parole piene di riconoscenza per il dono grande ricevuto.(qui il video)
Heidi Loughlin
La storia di Heidi Loughlin, cittadina britannica, è caratterizzata da grande dolore personale e familiare. Heidi , già madre di due figli, nel 2016 è incinta quando scopre di essere affetta da una gravissima forma di cancro al seno. Rifiuta la chemioterapia per non nuocere alla bambina che porta in grembo, che nasce però e muore dopo pochi giorni. Heidi accetta di farsi curare, prosegue la sua vita a 1000 all’ora, grazie alla vicinanza del compagno e all’amore dei suoi bambini. I suoi video, i suoi tweet sono la testimonianza vivente di come solidarietà e amicizia permettano di superare i momenti di sconforto, che non mancano (come lei stessa ammette). La forza di Heidi è diventata un esempio per tutti i malati di cancro e per tutti coloro che hanno perso un bambino.
Il Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese
Forse il denominatore comune delle due storie, pur profondamente diverse tra loro, è anche da ricercarsi nella vicinanza, nella solidarietà, nel supporto di un’intera “comunità” di amici. Se una difficoltà, però, capita a chi non ha il dono di avere una”rete” di amici? Esiste una realtà che è da sempre vicina alle donne in difficoltà per una gravidanza: il Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese, che supporta anche con aiuto medico, consulenze pediatriche e di sostegno in natura, la mamma e il nascituro. Se sei in difficoltà per una gravidanza, se non sai a chi rivolgerti, chiama il numero verde SOS VITA 80081300 oppure il cellulare 3461880949 , o scrivi sulla chat del Movimento per la Vita di Varese.
Non sei sola!