Dal concepimento entro i primi due anni inizia la “creazione” del mondo del piccolo uomo, nel bene e nel male. L’intervento del Prof. Carlo Bellieni

I mille giorni d’oro per la scienza
Quello che nessuna Università insegna, nessuna scuola aiuta a capire e nessuna famiglia sa, è dove risiede il fulcro per una ottimale crescita dei figli. Eppure la ricerca scientifica lo spiega da anni. Eppure i più grandi psicologi, psichiatri, pedagogisti lo ripetono, ma invano. Il fulcro è sotto il naso di tutti, nei primi 1000 giorni di vita. È lì che accade tutto: se si viene alimentati bene, se si hanno traumi, se si è esposti ad agenti tossici, se si è amati a sufficienza… lì tutto avviene, segna in maniera indelebile come un evidenziatore giallo il cuore, i polmoni, il cervello, la psiche dell’individuo, che si trascinerà questa impronta per tutta la vita, nel bene e nel male.
Ma quali sono i primi 1000 giorni della vita? Quali sono quei mille giorni che anche l’UNICEF chiama i 1000 giorni d’oro e richiama il mondo a rivolgere una cura straordinaria al bambino in quel periodo? Sono i 1000 giorni che vanno dal concepimento al compimento del secondo anno di vita. Se fate i conti sono proprio 1000 giorni: 270 di gravidanza e 365+365 nei due anni seguenti. Quei giorni sono magici, sono fecondi, sono fragili, sono terribili. Sono un unico blocco di necessità di protezione.

Nei primi 1000 giorni si sviluppano i sensi

In questi 1000 giorni si sviluppano i sensi: sin dalla metà della gravidanza il feto inizia a percepire suoni, odori, voci, rumori, movimenti, e questo suo percepire serve a modellare il suo sistema nervoso e a proporgli sensazioni per prepararlo alla vita esterna. Infatti tanti studi mostrano che queste sensazioni vissute prima di nascere, le ricorderà dopo che è nato.
In questo periodo d’oro il bambino può andare incontro a eventi spiacevoli come sostanze inquinanti o tossiche, per esempio metalli pesanti come il mercurio o il piombo che gli arrivano prima di nascere attraverso quello che mangia la mamma o dopo la nascita per esposizione ad ambienti o alimenti non sicuri. E questa esposizione sarà molto più dannosa che una esposizione simile ricevuta più in là nella vita, per esempi a 10 o a 30 anni. Addirittura sarà in grado di alterare la maniera in cui parlano alcuni geni del DNA.
Potrà essere esposto a stimoli dolorosi e anche questi, che dall’esterno possono apparire piccoli e insignificanti, lo marcheranno in maniera indelebile. Già dalla metà della gravidanza il feto è in grado di percepire il dolore. Certamente non in maniera cosciente (la coscienza sorge gradualmente) ma fisicamente sensibile e forte.

Nei primi 1000 giorni il bambino ha bisogno di una mamma “ sufficientemente buona”

In questi primi 1000 giorni il bambino ha bisogno di una mamma che lo psicologo Donald Winnicott definiva “sufficientemente buona”, cioè una mamma che non venga impedita di fare la mamma. Perché dal terzo trimestre di gravidanza la donna incinta inizia una immedesimazione particolare col figlio, una simbiosi, che verrà ricambiata dalla simbiosi che il figlio mostrerà per la mamma dopo la nascita.
Cioè, dalla gravidanza ai primi mesi di vita non esisterà più “la mamma” o “il figlio”, ma una unità madre-figlio, e ogni avvenimento che separi questa unità è un trauma per entrambi. Questo non significa che la madre debba essere sacrificata, anzi prima riapprenderà la sua interezza come donna, prima sarà in grado di lanciare il figlio o la figlia verso il mondo. Passando attraverso quel fenomeno dell’attaccamento che scienziati come John Bowlby hanno spiegato essere naturale, automatico, innato, e destinato però a finire passando per vari stadi di autonomizzazione.
È davvero paradossale che nessuno sappia quanto questo periodo è fragile: tante patologie psichiatriche e metaboliche nascono proprio per aver sottovalutato questo momento d’oro, credendo che il bambino sia un pacco postale che si può depositare dove si vuole, davanti alla TV, con uno schermo in mano che gli racconta le storie al posto della mamma o del babbo. Ed è paradossale che non si capisca che è un continuum di crescita del bambino, senza sbalzi, senza miracoli, senza magie, come se la nascita, o il primo giorno di asilo nido fossero delle tappe che lo fanno diventare “diverso”.
Tanto ci sarebbe da dire e da raccontare: storie bellissime, rischi sottaciuti, magie della natura e occhi stupiti dall’alba della vita. Ci saranno occasioni per farlo.
Carlo Bellieni
Letture:
Bellieni C: Penso quindi sono. Ed Cantagalli, 2006
Bellieni C: Il dolore dei bambini: la prima cura sono i genitori. La Repubblica (Suppl Salute) 5 gennaio 2022
Bellieni C: The golden 1000 days. J Gen Practice, 2006 (https://www.hilarispublisher.com/open- access/the-golden-1000-days-2329-9126-1000250.pdf)
Carlo V Bellieni
Professore Associato di Pediatria
Responsabile UOS “Cura del Dolore Pediatrico” AOUS
Comitato di Bioetica della Presidenza della Regione Toscana
Ringrazio il Prof. Bellieni per avermi concesso questo suo intervento da pubblicare sul sito del Movimento per la vita di Varese. La responsabilità di noi operatori in difesa della vita nascente risulta ancora più significativa: non solo biologicamente parlando, ma anche emotivamente la vita del piccolo inizia dal concepimento. Ogni mamma incerta se portare avanti la gravidanza dovrebbe essere messa al corrente del privilegio grande che le è stato donato: contribuire insieme al papà , alla creazione della felicità del suo bimbo.
Se sei in difficoltà per la gravidanza, contatta il Movimento per la vita di Varese.
Non sei sola!
Vittoria Criscuolo