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Il film Walter_piscina

La pellicola, di recente uscita nelle sale, è una sorprendente riscrittura della “storia all’italiana”: un modo diverso di raccontare la vita e le scelte di un ragazzino di Ostia. Il regista Davide Gentile richiama nel suo prodotto diversi riferimenti cinematografici come “Stand by me”, “I ragazzi della 56° strada” e l’intero immaginario di Steven Spielberg. Il film, infatti, si può definire come un racconto di formazione unico nel suo genere, in quanto non vi è una vera e propria trasformazione del protagonista, ma una costruzione della consapevolezza del valore della vita che ha già.

La trama Walter

Il protagonista, Walter, è un tredicenne che ha da poco perso il padre, un ex criminale morto in un depuratore per salvare la vita di un collega. Il ragazzo vaga in bicicletta per le strade di Ostia quando incontra una villa apparentemente abbandonata con una piscina abitata da uno squalo e decide di tornarci nei giorni successivi. Qui incontra Carlo, un ragazzo di qualche anno più grande che inizialmente finge di essere il custode della villa e poi lo introduce in un gruppo di ragazzi della zona che compiono furti e altre malefatte.

Il messaggio Mamma_Walter

La relazione di Walter con sua madre rappresenta parte integrante dell’evoluzione del protagonista. All’inizio del film il ragazzino e la madre stanno elaborando il lutto di un padre e di un marito, con evidente sofferenza e difficoltà da parte di entrambi. Oltre al tema del lutto, si interseca anche quello della preadolescenza del ragazzo, del distacco dal nido e il desiderio di farsi notare e rispettare per le sue capacità. Quando Walter entra a far parte del gruppo di ragazzi si guadagna fin da subito il rispetto tanto desiderato poiché è un ragazzo coraggioso, disposto a correre rischi e si presenta come un ragazzo onesto e fedele all’amico Carlo. Più di una volta si sacrifica per lui e non ha paura delle conseguenze. Persegue i suoi obiettivi con tenacia, anche se non riesce ancora a comprendere quale strada stia iniziando a percorrere. La madre scopre una mazzetta di soldi e capisce che Walter è stato attratto dalla malavita come il defunto marito. La loro relazione subisce una maturazione nel momento in cui il ragazzo decide di liberare lo squalo. Walter si fida di sua madre e le chiede il suo aiuto per compiere l’impresa. La donna capisce l’importanza che ha per suo figlio e diviene per lui un’alleata.

Il tema della vitaCarlo_Walter

Lo squalo è al centro della narrazione come corrispettivo del protagonista e richiama differenti simbologie. Lo squalo rappresenta il padre, il quale, avendo abbandonato la vita del crimine, è stato “addomesticato” ed, esattamente come lo squalo, ormai non fa più paura. L’ex socio del padre di Walter, infatti, spiega al ragazzo che per ottenere rispetto e potere bisogna instillare paura. Walter, però, col tempo si affeziona all’animale e lo difende dai maltrattamenti ricevuti dal gruppo dei delinquenti di cui è entrato a far parte. In quel momento decide di liberare lo squalo in mare, il suo vero habitat. Questa decisione non riguarda la salvaguardia degli animali, ma rappresenta la chiave di volta del percorso di crescita del ragazzo. Liberare lo squalo significa proprio non accettare la legge della criminalità, del regime del terrore, dei soldi facili, del do ut des, ma seguire la strada tracciata dal padre. Tanto è vero che il padre, quando decide di abbandonare quella vita, regala al suo socio lo squalo. Walter all’inizio disprezza il padre e la sua morte, così anonima e “inutile”, ma in seguito ne capisce il senso. Il sacrificio per salvare un’altra persona è un’esperienza vissuta anche da Walter e capisce che il padre non è morto invano, senza gloria, ma come uomo onesto e libero. Il padre, infatti, dopo essere entrato nella malavita, capisce che il prezzo da pagare è la libertà.

ConclusioniWalter2

Il tema della vita emerge proprio dal significato del titolo. “Denti da squalo”, infatti, può far riferimento all’acquisizione della consapevolezza da parte di Walter che per avere denti da squalo non bisogna farsi valere per ciò che si ottiene, ma per ciò che si è: il coraggio che lo contraddistingue lo accompagnerà nella vita quotidiana di un comune ragazzo della sua età che si occupa di studiare, di essere figlio e amico. Un film da gustare sia per l’abilità tecnica della fotografia e della recitazione, ma anche per riflettere sul tema della malavita e sull’educazione dei figli in modo differente.

 

 

 

link sitografia: https://www.sentieriselvaggi.it/denti-da-squalo-di-davide-gentile/

link recensione Stand by me: https://www.vitavarese.org/stand-by-me-avere-qualcuno-accanto/

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Virginia Banfi