La dignità della persona umana: quando inizia e quando finisce? A questi e molti altri interrogativi risponde il Cardinal Elio Sgreccia, con un’eccezionale testimonianza resa a Varese grazie all’iniziativa del Movimento e Centro di aiuto alla Vita di Varese, all’associazione Scienza & Vita di Varese, all’Associazione “Difendere la Vita con Maria” e con il patrocinio del Collegio delle Ostetriche della città. Mons. Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita viene accolto da S. E. Mons. Luigi Stucchi, anch’egli grande difensore della vita nascente.
S.E. Mons. Stucchi: Questa sera con molta gioia accogliamo Mons. Sgreccia. Credo che non abbia bisogno di
S.E. Mons. Sgreccia: Ringrazio vivamente S. E. Mons. Stucchi per la sua presentazione e il suo saluto cordiale, ringrazio la presidente del Movimento e Centro di Aiuto alla Vita e tutti gli altri organizzatori che hanno voluto questo incontro per me molto incoraggiante, vista la presenza così attenta, interessata e numerosa. Oggetto del nostro incontro questa sera è l’esposizione del documento firmato con la data dell’8 settembre 2008, l’ultimo del magistero della Chiesa, emanato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, l’organo dottrinale della Chiesa Cattolica. Si intitola:
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“Istruzione Dignitas Personae – la dignità della persona – su alcune questioni di bioetica”
Il titolo, come è consolidata tradizione della Chiesa Cattolica intitolare i documenti ufficiali, prende le prime due parole del documento stesso (tradizione che risale molto lontano, anche i libri della Bibbia una volta erano intitolati con le prime due parole. Per esempio: il Libro della Genesi non era intitolato così ma “Vere scid”, cioè “In principio” perché incomincia con questa parola).
In genere queste parole indicano anche il tema di fondo del documento: è intitolato “Dignitas Personae” perché realmente questo principio – la Dignità della Persona – rappresenta il cardine fondamentale, il criterio di giudizio di tutto il documento. Quindi cosa si può e non si può fare sulla persona umana, sull’embrione umano, sul momento della procreazione umana, cosa è lecito e cosa non è lecito, dipende dal rispetto della dignità della persona. Infatti, una frase iniziale del documento dice così: “A ogni essere umano dal concepimento alla morte naturale va riconosciuta la dignità della persona, principio fondamentale che esprime un grande sì alla vita”. Questo documento si allaccia ad uno precedente, è un aggiornamento rispetto ed un altro documento scritto circa 20 anni fa (sarebbe dovuto uscire giusto per il ventennio, ma si è prolungato un po’ il lavoro ed è uscito poco più tardi) che uscì il 22 novembre 1987, festa della cattedra di San Pietro. Si chiamava “Donum Vitae” – Il dono della vita – ed era tutto dedicato alla bioetica, specialmente a due temi:
-Il rispetto della vita umana nascente, vale a dire dell’embrione e del feto quindi riguardava la fase prima della
– La dignità della procreazione umana, per cui si dava un primo giudizio delle tecniche di procreazione artificiale, fin ad allora conosciute.
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I progressi della scienza medica
Il documento Donum Vitae (DONUM VITAE. IL RISPETTO DELLA VITA UMANA NASCENTE E LA DIGNITÀ DELLA PROCREAZIONE) è stato divulgato e contestato anche più di questo, che è quasi passato sotto silenzio, forse perché c’era una discussione più clamorosa sempre che riguardava la vita, ma la vita morente, e non c’è stato il tempo di farci una riflessione accurata nella Chiesa. Ma mi auguro che si faccia. Nell’introduzione a questo documento Dignitas Personae, si dice che dopo 20 anni dal precedente Donum Vitae, in cui erano stati presi in considerazione questi due temi (il rispetto della vita nascente e la dignità della persona umana), dalla ricerca e dalla prassi biomedica sono emersi altri fatti nuovi per cui si ritiene necessario un ulteriore pronunciamento. Su questi nuovi fatti riflette questo nuovo documento. Di clonazione allora non se ne parlava, non era ancora avvenuto il fenomeno finito male della clonazione di una pecora, invecchiata precocemente e fatta morire di eutanasia, per compassione, ma che ha messo fine a quel tipo di esperimenti e a chi voleva farli sull’uomo. L’Accademia Pontificia per la Vita, che io presiedevo allora, si pronunciò nel ‘97 su questo fatto, dato che si ventilava l’ipotesi che la clonazione fosse stata fatta anche sull’uomo. In particolare uno scienziato coreano vantava di aver iniziato a fare la clonazione sull’uomo e poi di aver soppresso gli embrioni clonati umani, usati soltanto per fare l’esperimento. Si venne poi a sapere che era tutto un inganno, lo scienziato fu cacciato dall’università e fu condannato a ripagare i danni. Da allora – anno ‘97 – ad oggi, oltre alla clonazione, le cellule staminali e tanti altri punti erano da chiarire. È vero che in questi 20 anni c’erano già stati dei pronunciamenti autorevoli, per esempio l’Accademia per la Vita si era già pronunciata con un documento sulla clonazione e sulle cellule staminali, però mancava un suggello, una ufficialità della posizione della Chiesa, presa a più alto livello. Così questo documento dice di voler fare una rassegna dei fatti nuovi e dice anche con quale criterio fare questa rassegna: la dignità della persona. Più specificatamente questo criterio si realizza in 3 principi.
Nuovi principi per stabilire la dignità della persona umana.
1) Il riconoscimento della dignità di persona applicata anche all’embrione umano fin dal primo momento.
Su questo punto ci sono state delle discussioni in questi anni che sono arrivate fino ad oggi. Soprattutto il Regno Unito d’Inghilterra ha creato un organismo apposta, dopo uno studio fatto da un gruppo, la commissione Warnock, presieduta dalla Sig.ra Warnock, che si è pronunciato sulla fecondazione artificiale prendendo una posizione strana e contraddittoria: da un lato ha detto che dal momento della fecondazione in poi, non c’è un’interruzione, non c’è un cambiamento sostanziale, è sempre lo stesso soggetto che si sviluppa in modo continuativo e ininterrotto, per cui non si può riconoscere una fase in cui passa da una qualità a un’altra qualità diversa, per cui lo stadio successivo assorbe il precedente e così via. Dall’altro lato, per tenere calmi gli animi di coloro che volevano fare la sperimentazione sugli embrioni e per venire incontro a tante richieste, hanno stabilito che fino a 15 giorni si potesse fare la sperimentazione sull’embrione, considerato pre-embrione. Si prendono come limite i 15 giorni perché fino a quel momento non è sicuro l’impianto, l’embrione si potrebbe dividere in due (gemellazione), non si sarebbe ancora sviluppato nessun elemento del sistema nervoso. Naturalmente vale sempre quello detto prima ed è qui la contraddizione: anche se queste cose ancora non sono finite o evidenti, lo sviluppo è già cominciato e quando compaiono i tessuti nervosi, quando si fa l’impianto, non cambia il soggetto, è sempre l’embrione, è sempre quello in cui la vita comincia con la fecondazione, non quando decidiamo noi. Il fatto che questo principio sia stato disconosciuto in organismi come quello anglosassone, ha avuto grandi conseguenze perché l’usanza inglese è passata a molti ricercatori anche statunitensi e ha diviso il mondo tra coloro che riconoscono l’umano fin dall’inizio, e coloro che invece gli danno un valore graduale, cioè a secondo del grado di sviluppo, di conformità anche esteriore – l’organogenesi – e secondo altre qualifiche, come la sanità, il non avere difetti e così via.. È cominciata un’opera di radicale discriminazione: questo sì e questo no, e da quel momento la bioetica è diventata un campo di controversie, di battaglie, di schieramenti anche ideologici. Ideologici sono quegli schieramenti che non rispettano la realtà, noi dobbiamo in questo campo seguire la realtà in modo galileiano: così com’è, è la realtà che dice quando comincia la vita, chi è l’embrione, qual è la sua identità e qual è il suo valore.
L’embrione umano è persona
Questo principio già pronunciato nella Donum Vitae è ripreso qui e confermato con una dose di maggiore chiarificazione perché nella Donum Vitae si diceva che non si usava l’espressione “l’embrione è una persona” (perché la parola “persona” è usata in maniera diversa secondo certe filosofie, in maniera diversa in psicologia, in diritto, e allora quand’è così il Magistero non usa quella parola per non creare confusione), però aggiungeva “va rispettato come persona”, e il “come” poteva lasciar intendere “come se fosse anche se non si sa”. Tuttavia nell’edizione latina che fa testo (di tutti questi documenti c’è la versione ufficiale in latino) si usa la parola “uti” che significa “precisamente, tale e quale”. Quindi l’intenzione del documento era di dire che l’embrione va rispettato tale e quale si rispetta una persona, anche se non si usa la parola “persona” per non dare al pubblico una indicazione non univoca per tutti. Questa volta il documento aggiunge che, se l’istruzione Donum Vitae non ha definito che l’embrione è persona per non impegnarsi espressamente su un’affermazione di indole filosofica, ha rilevato tuttavia che esiste un nesso intrinseco fra la dimensione ontologica (quella che è reale) e il valore specifico, cioè tra la realtà e il valore morale c’è un legame ontologico, specifico di ogni essere umano. E questa parola, per chi conosce il linguaggio filosofico, è molto chiara: quando si dice che “ontologicamente l’embrione ha il valore della persona” significa che c’è un legame ontologico tra la realtà e il valore morale e quindi è come se avesse detto che è “persona”. Quindi questo criterio è mantenuto e ribadito nonostante le devianze che ci sono nel mondo.
2) La seconda affermazione già presente nella Donum Vitae che viene qui ripresa, è quella della dignità del fatto
Nella contraccezione (con la pillola e tanti altri strumenti) si è lasciato che si esprimesse l’unione tra i sessi, bloccando la procreazione: si è tentato di separare il momento unitivo uomo-donna dal momento procreativo. Ora con la procreazione artificiale più ampiamente ancora: mentre il momento unitivo può aver luogo, quello procreativo è fatto altrove, in altro tempo, da altre persone. Quindi questa divisione è ancora più larga. Nel nostro periodo di cultura scientifica, di rivoluzione tecnologica, questo fatto non è stato avvertito come si doveva, ma è di una gravità immensa, peggio della fusione dell’atomo per far la bomba atomica, perché probabilmente ha fatto più morti quello che quest’altra. Spezzare il momento dell’unione uomo-donna perché la procreazione possa essere messa in mano ad altri, selezionata, repressa, abortita, congelata e l’unione sessuale possa esprimersi senza responsabilità, senza conseguenze, senza accogliere la vita, ma impedendola, è una divisione all’interno di un atto così grandioso come quello della procreazione umana che non ha eguali nei disastri umani. Mi ci vorrebbe parecchio tempo per dimostrarvi quali sono state le conseguenze, in tema di aborto, di sterilizzazione, di dominio sulla procreazione umana nei popoli in via di sviluppo, nelle varie conferenze mondiali sulla popolazione per opera delle organizzazioni, compresa l’ONU e tante altre, che hanno nel mondo fatto la colonizzazione biologica.
La pillola contraccettiva
Quanto avvenuto con la pillola è il più grande affare farmaco-industriale che sia mai
3) Terzo criterio aggiunto a primi due: più espressamente nella Dignitas Personae è il riferimento alla teologia. Il documento della Donum Vitae, per farlo il più possibile accettare al mondo laico, cercava il più possibile di limitare gli accenni alla teologia e alla fede. Qui invece più chiaramente si da anche una qualificazione dottrinale in campo teologico. In fondo abbiamo diritto di dire anche la nostra teologia. Chi la vuole sapere la sa, chi non la sa potrebbe impararla. E comunque quello che si dice in campo teologico non smentisce quello che sta sotto, sul piano umano-filosofico. E allora sul piano teologico si dice che l’embrione è creatura di Dio, è figlio di Dio, fa parte dell’umanità di Cristo come tutti noi redenti da Lui. E quindi acquista anche sul piano della dignità un livello superiore per chi lo sa vedere.
Questi sono i principi enucleati nella prima parte del documento.
Poi si passa all’esame dei singoli problemi. Nella seconda parte si esaminano i problemi che riguardano la procreazione e ciò che sta intorno al fatto procreativo, sono 7 punti: Gli interventi che si fanno sulla procreazione sono da giudicare di due tipi: quelli che sono di sostituzione all’atto procreativo e quelli che sono di aiuto alla procreazione, perché non è che non si può far nulla, anzi, si può fare molto anche tecnologicamente e non è la tecnica che si maledice, ma è la sostituzione di un fattore umano che non può essere fatta.
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Interventi di aiuto alla procreazione:
A) Ad esempio quando una donna ha difficoltà ad avere l’ovulazione, come si può capire dopo un paio d’anni di vita insieme con lo sposo e potrebbe essere a carico della sposa un deficit ormonale che non prepara l’ovulo quando è ora o non lo prepara maturo, allora la correzione con la somministrazione moderata di ormoni fa e procura e in molti casi la gravidanza arriva. Dico moderata perché bisogna stare attenti: si vede ogni tanto che una donna, come in questi giorni in America, ha avuto 8 figli e 6 ne aveva già avuti con un altro parto, quindi in due parti ha avuto 14 figli. Questa plurigemellarità si spiega con le dosi massicce di ormoni ingeriti per aumentare la produttività degli ovuli e quindi la fecondazione naturale può incontrare un’eventualità di maggior numero di ovuli da fecondare. Poi capita nella fecondazione artificiale che si tirano fuori più ovuli (fino a 10 di solito nella FIVET), se ne introducono più di uno, non si aspetta a mettere il secondo quando è fallito il primo ma si mettono dentro insieme. Capita qualche volta che non ne esce nessuno fecondato, altre volte ne escono tre o quattro, quindi la plurigemellarità è uno degli effetti di un intervento non calibrato, non moderato, non ben studiato. Però è lecito aumentare il tasso di ormoni necessari per la fertilità, quando c’è una ipofertilità.
B) Così ci sono interventi microchirurgici quando le tube sono attorcigliate e chiuse per una infezione che è entrata (non si sa quando) nell’organismo della donna. Oggi anche in molti ospedali specializzati (il Gemelli, mi ha detto uno specialista, riesce ad avere dal 40% al 60% del successo degli interventi microchirurgici sulle tube che sono chiuse per un’infezione o una malattia che c’è stata) si effettua questa operazione, riaprendo le tube con la microchirurgia e poi la fecondazione avviene. Naturalmente questo è lecito.
C) Si possono anche fare degli interventi dopo l’atto coniugale che si suppone fecondo, per assicurare l’impianto, per seguire l’impianto.
Tutto questo è lecito, sono interventi anche tecnici di tipo veramente terapeutico.
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Interventi non leciti
Invece gli interventi di sostituzione all’atto procreativo, sono interventi che non si possono fare, non vengono accolti per il principio che abbiamo detto prima, nell’ambito della moralità e della pienezza dell’espressione dell’amore umano, perché questi interventi sostituiscono l’atto coniugale, e la procreazione avviene non come conseguenza e frutto dell’unione tra i due coniugi, ma come frutto e risultato di un intervento sostitutivo all’atto coniugale, sia esso precedente, successivo o del tutto assente. Questo avviene in diverse tecniche, anche nell’inseminazione artificiale omologa, tra marito e moglie, riguardo la quale si era diffusa anche in diversi ospedali l’idea che non rientrasse tra la tecniche definite illecite dalla Donum Vitae. L’inseminazione è il prelievo del seme del marito che viene inserito con un catetere transvaginalmente o con una siringa transaddominalmente nell’utero della donna: inserendo gli spermatozoi del marito nell’utero della donna quando si tratta degli stessi sposi, cioè quando l’inseminazione artificiale è omologa, si diceva che forse la Chiesa non la condannava. Invece era scritto espressamente nella Donum Vitae e qui lo si ribadisce perché è una sostituzione anche se avviene tra marito e moglie: la procreazione di un figlio deve essere espressa tramite l’atto proprio del marito e della moglie, diventare padre attraverso la sposa e madre attraverso lo sposo.
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La FIVET
Poi è presa in esame la FIVET (fecondazione in vitro e eliminazione volontaria di embrioni): fecondazione artificiale in vitro e successivo trasferimento di embrioni. Alla FIVET si imputa giustamente un insieme di misfatti: non solo impedisce l’unione sposo-sposa ma provoca il surplus di embrioni perché si cavano molti ovuli, si mettono in laboratorio e poi si fecondano lì fino a 8/10 per volta. Poi nel rimpiazzarli molti vanno perduti, altri avanzano e si mettono in congelatore.
Il Congelamento di embrioni, per cui è emerso questo fenomeno strano per la prima volta nella storia della scienza e dell’umanità, che ci sono degli esseri umani messi in congelatore vivi (perché se li si scongela sono ancora vivi e perché si possano magari riutilizzare successivamente per la stessa coppia o per altre coppie). Questo si aggiunge molte volte al fatto che i gameti non sono sempre del marito e della moglie (omologa), ma molte volte c’è lo sperma di un altro uomo che non è il marito della donna, c’è l’ovulo di un’altra donna che non è la sposa del marito che cerca il figlio. Ci può essere anche l’utero di una donna terza, sicché con la FIVET possono essere coinvolti fino a 5 genitori: si può passare attraverso 3 donne e 2 uomini. E così si perde il legame della maternità e paternità e anche la famiglia viene disintegrata, con conseguenze naturalmente per il figlio che non ne sa nulla e sarebbe condannato a non sapere, e con le conseguenze del congelamento dei superstiti.
Utilizzo degli embrioni
Questa soluzione viene vista male anche fra i non credenti, perché richiama tanto i campi di concentramento dove sui vivi si facevano sperimentazioni senza il loro consenso. Anche qui il consenso dell’embrione non c’è e sperimentare sui vivi per un farmaco o quello che sia, è nazista. Altri hanno trovato un’altra soluzione: scongelare gli embrioni, farli morire e poi prendere le loro cellule ancora vive che potrebbero essere buone come cellule staminali, che potrebbero essere sostanza terapeutica attraverso il trapianto di cellule staminali, di cui diremo tra poco. Ma anche questo è un ammazzare per, un far morire per..per strumentalizzare: prima congelo, poi uccido, poi prendo i pezzi per fare un farmaco. Non è pulito, tutti quanti se ne accorgono e anche questo non piace. Terza ipotesi: ci sono coppie che non possono avere figli, diamogli uno di questi, usiamoli cioè come mezzo terapeutico per dare un figlio a chi non ce l’ha. Così sembra semplice, in realtà molti di questi embrioni congelati, poi scongelati, poi trapiantati, muoiono per strada. Ma a parte questo: di chi è quel figlio? Chi lo prende, da dove lo ha preso? Chi sono i suoi genitori? Quindi figlio di ignoti in una coppia che riceve il frutto di una generazione di un’altra coppia: crea anche scombussolamenti psicologici. Quindi un’ipotesi che è stata fatta anche dallo zelo di movimenti di fedeli e cattolici è di chiedere a delle donne generose che hanno già i loro figli, di prendersi questi embrioni che altrimenti muoiono, per salvare la loro vita e fare una sorta di adozione prenatale. Anche su questo il documento si esprime prudentemente ma negativamente dicendo che c’è la difficoltà tecnica dell’attecchimento, ma c’è anche il fatto che un figlio concepito da una coppia passa nell’utero di un’altra. E come facciamo a condannare l’utero in affitto? Solo perché si paga o c’è qualcos’altro che stona? C’è un passaggio da una ambito procreativo fatto da 2 persone che ne hanno la facoltà a un altro ambito che ne fa la gestazione, che non è un fatto semplicemente di ospitalità: c’è una trasmissione di elementi biologici, di fattori interiori, materni, verso una persona. E comunque questa strada, se anche potesse salvare qualcuno in maniera di dubbia moralità, non potrebbe rimediare a tutto il disastro. Quindi il rimedio è uno solo: non fare il congelamento, non fare la crioconservazione di embrioni vivi. Cosa che siamo riusciti ad ottenere nella legge italiana e invece è difficile da ottenere nelle altre nazioni.
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L’ICSI
Si prende in esame anche un’altra tecnica, quella della ICSI (Intra Cytoplasmic Sperm Injection): si prende uno spermatozoo dall’uomo e un ovulo dalla donna e, con una microiniezione si fecondano. È una tecnica oggi diffusa sempre più perché così non è necessaria la crioconservazione: si crea un embrione solo e poi lo si impianta e se va bene và, se non va bene muore e se ne fa un altro e così via. Non si lasciano “morti sul campo”, non si lasciano persone nel congelatore. A questo punto c’è sempre il fatto che è un atto sostitutivo della procreazione veramente umana, non è tra uomo e donna ma tra una siringa e un ovulo; in secondo luogo c’è il fatto che i gameti non si scelgono tra loro, non agiscono secondo una certa quale affinità biologica che si verifica nella fecondazione naturale, ma vengono forzatamente scelti e inseriti. Per cui molte volte non trovano quella compatibilità ed aumenta il numero delle malformazioni in quelli che nascono da questa tecnica. Quindi naturalmente il giudizio morale è negativo per tutte le altre ragioni ma anche per questa.
È stato suggerito anche il Congelamento di ovociti, prima della fecondazione (quindi non embrioni). Poi al momento opportuno si prelevano, si portano a temperatura normale, si piazzano nell’utero della donna e se la donna ha dei rapporti o è fecondata artificialmente può avere successo senza bisogno di conservare nel ghiaccio. Questo fatto ha il vantaggio di evitare il congelamento di embrioni, per cui se una legge venisse fatta oggi e portasse in sé il congelamento degli embrioni si potrebbe quantomeno in parlamento cercare di sostituire la tecnica, per diminuire il danno, e suggerire la pratica del congelamento di ovuli. Però è anche questa una pratica illecita, un credente potrebbe farlo solo in vista di impedire il peggio. Ma se si deve scegliere non si può scegliere perché è sempre sostitutiva dell’atto coniugale.
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La riduzione embrionale
Un’altra tecnica che viene presa in esame è la riduzione embrionale: capita spesso che con le tecniche di procreazione artificiale specialmente, ma qualche volta anche nella procreazione naturale preceduta da somministrazione di ormoni alla donna, avviene una plurigemellarità che è un po’ scomoda per la donna (non tutte sono così coraggiose come quelle che abbiamo sentito in questi giorni) e allora è stata proposta la riduzione di embrioni: ce ne sono sei, eliminiamone quattro. Con microiniezioni si spengono dentro l’utero della donna, poi si riassorbono lì e nessuno se ne accorge. Verranno al mondo uno o due embrioni, quelli che si lasciano. Questo è un aborto selettivo che non può essere approvato, non mi sforzo neanche a commentarlo: prima li si fa nascere per forza e poi si uccidono quelli che non fanno comodo.
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La diagnosi pre-impianto
C’è un’altra tecnica che viene presa qui in esame: la cosiddetta Diagnosi pre-impianto. Fate attenzione a questo punto perché quando fu fatto l’ultimo referendum dove si votava per ottenere alcune cose, tra le cose che si volevano ottenere c’era anche la diagnosi preimpianto che non fu approvata, non ebbe il consenso degli italiani e in Italia è proibita. Però c’è un gruppo di deputati che vuole ritornarci sopra e che si permetta questa diagnosi preimpianto che è per favorire, sempre nell’ambito della procreazione artificiale, che prima di impiantare l’embrione si possa fare una diagnosi anche genetica, non solo per vedere al microscopio se l’embrione è vivo o no, palesemente malformato o meno, ma cercando di prendere dei tessuti ed analizzarli. Questa diagnosi pre-impianto vuole ottenere che non si impiantino embrioni malformati, e non nascano figli “difettosi”.
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Le nuove forme di aborto
C’è ancora una cosa che il documento ha preso in esame: le Nuove forme di intercezione e contragestazione per evitare il concepimento. Nuove formule di aborto:
A) La pillola del giorno dopo (intercettivo), è un insieme di sostanze che vengono somministrate a donne, spesso adolescenti che arrivano in ospedale dopo un rapporto dicendo di temere di essere incinta. Per cui entro le prime ore dal rapporto si procede con la somministrazione dell’intercettivo il cui effetto è che se la fecondazione non c’è stata,
l’embrione trovi la inospitalità nell’utero. Che poi ogni volta questo succeda non si può dire perché mai si può riuscire a sapere subito se c’è stato o no il concepimento.
B) Ci sono altri intercettivi oltre alla pillola del giorno dopo (che i medici danno superficialmente su richiesta o in Francia addirittura distribuiscono nelle scuole): la stessa spirale è l’interposizione di uno strumento in maniera che l’ovulo fecondato non si impianti. In Africa somministrano dei cerotti che secernano delle sostanze che creano lo stesso effetto: l’infiammazione delle membrane intrauterine o intratubariche. Ci sono perfino delle vaccinazioni per le campagne antidemografiche che si fanno nel mondo.
C) Poi la contragestazione è la pillola RU486, preparata per una malattia della ghiandola surrenale. L’inventore e la
Tutti questi punti (sono sette) stanno nella seconda parte del documento.
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Nuove proposte terapeutiche
Nella terza (faccio in fretta, non abbiate paura! Ce ne sono un po’ di meno, ma li devo pure nominare, altrimenti la mia conferenza rimarrebbe non completa) ci sono le nuove proposte terapeutiche (si intende con proposito terapeutico), che sono fatte a carico dell’embrione o delle cellule umane, sul corpo umano.
A) Terapia genica: dai geni dipendono le trasmissioni delle malattie ereditarie per cui l’ottica della ricerca oggi è vedere come si potrebbe sostituire il gene malato con quello sano in modo da impedire che nasca l’individuo difettoso geneticamente e che questa malattia si propaghi dal punto di vista ereditario. È stata fatta per questo la cosiddetta mappa genetica: conoscenza e esplorazione del genoma umano per conoscere bene dove stanno tutti i nostri geni e poter individuare quelli portatori di malattia e vedere come si potrebbero sostituire. Ci sono due tipi di terapia genica (fino ad ora si è ottenuto poco, un genetista ha detto “fino ad ora nessuno è stato guarito con la terapia genica”):
B) Terapia genica somatica: portare la guarigione su un individuo malato. Ad esempio uno affetto da malattie del sangue: il sangue proviene, dipende dal midollo osseo, se sappiamo che certe cellule hanno dei geni malformati che devono essere corretti, si è tentato di prendere il midollo osseo, una porzione, portarla in laboratorio e correggere il gene difettoso, sostituirlo coi geni sani e poi reinserirlo. Se questo tipo di operazione non riesce non provoca morte, se riesce si può salvare qualcuno dalla malattia: è di per sé
lecita, fatta con le regole di ogni intervento chirurgico. Sono stati pochi, 2 o 3 i successi, però si possono continuare le ricerche. Su questo è lecito l’intervento genetico nei geni delle cellule somatiche, con le debite cautele, salvaguardando l’integrità del soggetto su cui si vuole operare.
C) Terapia genica germinale. Le cellule germinali abitano negli organi della riproduzione, sono le cellule che vanno a formare i testicoli nell’uomo e gli ovuli nella donna, e si trovano anche nell’embrione precoce. Se si scoprissero tra le cellule germinali delle cellule con geni alterati e se si riuscisse a toglierle di lì, si impedirebbe la propagazione non solo nel primo che nasce ma anche in tutti gli altri. Ma siccome intervenendo sulle cellule germinali non c’è sicurezza che ciò che si inserisce vada a sostituirsi in maniera perfetta, ma potrebbe provocare dei disturbi a tutto l’impianto genetico delicatissimo in quella fase, siccome c’è ancora questa incertezza di carattere scientifico-tecnico, gli stessi scienziati hanno messo il divieto: non si può maneggiare, manipolare, inserire nuovi geni nelle cellule germinali perché ciò potrebbe peggiorare le generazioni future e i peggioramenti potrebbero non vedersi subito ma lontano, di generazione in generazione e questo potrebbe addirittura alterare la discendenza umana. Perciò fin’ora rimane vietato.
D)Clonazione umana. Anni ‘95, ‘96 e ‘97, dopo l’evento della pecora Dolly, subito ci si è messi a cercare la clonazione umana che è stata concepita in due modi:
* Riproduttiva: riprodurre un soggetto generato in una maniera specialissima, cioè prendere un ovulo, togliere il nucleo (con dentro i cromosomi della linea femminile che vanno tolti), prendere il nucleo di una cellula qualsiasi dello stesso corpo del soggetto. Questo nucleo possiede tutto il patrimonio genetico ed è in grado di fecondare e far sviluppare (questo è stata la scoperta!) un individuo che ha il patrimonio genetico di un solo genitore, e sono sicuro che patrimonio è perché non si è mescolato con quello della madre. Per cui se voglio produrre un essere vivente con un patrimonio genetico predeterminato, ben conosciuto, di quell’uomo che l’ha scelto, si è pensato di agire per questa strada. La clonazione riproduttiva servirebbe a produrre uomini con una fisionomia e corporeità identica a chi ha donato il nucleo, quindi, ad esempio, potrebbe essere usata da dei genitori che decidono, morto un figlio per una disgrazia di riprodurne uno uguale a lui per cui appena morto prendono un nucleo della sua cellula a questo scopo. Questi sogni così erano concepiti e si attribuisce a Mengele, medico Hitleriano dei campi di concentramento di Auschwitz, di aver pensato di riprodurre la razza pura o i soggetti scelti, Hitler stesso, in questa formula. Non è avvenuto nulla allora e per fortuna non è avvenuto nulla ancora e mi auguro non se ne parli più.
* Terapeutica: nonostante la clonazione riproduttiva sia finita male con la pecora Dolly
l’intervento delle cellule staminali, sarebbe sempre una strumentalizzazione e una procedura procreativa del tutto aliena dal modo di procreare umano. La clonazione è da scartare in tutti i sensi, ormai la scartano anche i veterinari.
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Uso terapeutico delle cellule staminali.
Quella delle cellule staminali è stata una grande sorpresa, un grande evento, tra le più grandi scoperte, di questo secolo. Una trentina di anni fa abbiamo scoperto che nel nostro corpo c’è una riserva di cellule non ancora sviluppate, primordiali, che si chiamano staminali (che significa “cellule germoglio”) che si stratificano nel nostro organismo un po’ in tutti gli organi: ce ne sono più o meno abbondanti nell’adipe, ce ne sono nel sangue, tante nel cordone ombelicale, vanno da madre a figlio (il figlio cura la madre nello stress della gravidanza dandogli le cellule staminali). Le ha scoperte il Dott. Mancuso, è stato pubblicato recentemente. Dentro di noi c’è un via vai di cellule che vanno a tamponare e riparare la dove l’organismo si va logorando perché nel momento in cui si logorano dei tessuti queste cellule salgono, si identificano, si sviluppano, si specificano per quel settore lì (perché prima sono indeterminate, possono servire per l’osso, per il sistema nervoso, per il muscolo, per il cuore,..) e si adattano al momento in cui servono come dei mattoni che si possono formare e misurare sul posto dove vengono collocati in un edificio. Questa risorsa biologica dentro di noi, questo medico che abbiamo dentro di noi e funziona da solo, e non si conosceva, è una Provvidenza! E ha consentito di pensare che, quando la ferita è grossa (ad esempio nell’infarto) e non basta il meccanismo naturale di rigenerazione autonoma, io possa prendere queste cellule, portarle fuori (si moltiplicano facilmente e celermente) e poi reimpiantarle in grande quantità. Si tratta in questo caso di cellule staminali primordiali che si trovano nell’organismo: somatiche, dell’adulto e all’adulto a cui si prendono non succede niente.
Se si riesce a curare biologicamente, senza chimica, un infarto o il sistema nervoso, o gli occhi (hanno cominciato a rigenerare le retine), è una via veramente di grande speranza. Hanno pensato che se si prendessero negli embrioni potrebbero essere più efficaci ed hanno iniziato a devastare gli embrioni, magari quelli congelati, quelli fatti apposta, quelli clonati, soltanto che le cellule staminali prese dagli embrioni, invece sono di temperamento diverso, hanno una forte aggressività e invece di trasformarsi in cellule rigenerative di quei tessuti in cui vanno a cadere, sviluppano dei tumori, perché sono tese a riprodurre l’organismo, non a riparare un organismo già logorato, sono tese a produrre un individuo, per cui hanno un potenziale di vitalità per il quale non si addomesticano. Per cui questo tipo di ricerche, oltre ad aver fatto grandi disastri non ha trovato niente. È chiaro il giudizio morale: l’uso delle cellule staminali somatiche è lecito, quello delle cellule staminali embrionali no. E nonostante questo, molti ricercatori insistono per avere anche le cellule staminali embrionali, si fanno pagare dallo Stato, anche il nuovo presidente degli Stati Uniti (mentre Bush aveva sottratto i soldi dello Stato da questo tipo di spreco) vuole farsi vedere liberale e rifornire i laboratori di cellule staminali anche embrionali.
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Tentativi di ibridazione
Ci sono stati in Inghilterra dei tentativi di ibridazione che consistono nel fecondare un ovulo animale con spermatozoi umani, per avere a disposizione quello che viene fuori da un essere ibridato: cellule di tipo embrionale. Infatti quello che si forma è un embrione, pare umano, perché dall’ovulo tolgono il nucleo per cui il patrimonio genetico è tutto umano. Però anche nell’ovulo c’è anche una parte di geni mitocondriali per cui che cosa viene fuori di preciso non lo sappiamo. Comunque il giudizio morale è stato che unire dal punto di vista generativo elementi gametici uomo-bestia è un’offesa per la dignità umana. Questi esperimenti vanno fatti in altro modo, prima sull’animale e poi, se funzionano, sull’uomo.
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Uso di “materiale biologico” umano
Alla fine c’è un paragrafo sull’uso di “materiale biologico” umano di origine illecita per le sperimentazioni, riguardante l’uso di embrioni congelati, scongelati e utilizzati per sperimentazioni terapeutiche, per la scienza, per la ricerca. Oppure feti abortiti che tanto sono buttati via; si propone di prelevarli per fare delle ricerche importanti. Questo punto era già stato visitato dalla Donum Vitae e si diceva che prima di tutto chi commette l’aborto o chi congela non deve essere d’accordo con chi prende questo materiale anche se è avviato ad essere distrutto, perché ci sarebbe la connivenza, la complicità: uno uccide e l’altro utilizza il materiale. Cioè ci dovrebbe essere la non comunicazione tra l’equipe dei ricercatori e quella degli abortisti o dei congelatori. Qui si dice che non basta neppure questo: si deve evitare lo scandalo che si utilizzi il frutto della generazione umana che è degno di rispetto per fare cose che solo soltanto a fini di sperimentazione.
Io chiudo così, scusandomi anche della lunghezza, ma l’argomento lo obbligava, e dicendo questo: tutti questi “no” che prevalgono (che non sono tutti “no”, su alcuni si è lasciata aperta la porta: cellule staminali da adulti, la terapia sulle cellule somatiche, le tecniche di aiuto alla procreazione..), si dice alla fine del documento, vanno interpretati come un “sì” alla vita e un “sì” alla dignità umana.
Grazie.
Riferimenti bibliografici
SINTESI DELL’ISTRUZIONE “DIGNITAS PERSONAE. SU ALCUNE QUESTIONI DI BIOETICA” http://www.zenit.org/article-16489?l=italian
CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ISTRUZIONE “DIGNITAS PERSONAE
SU ALCUNE QUESTIONI DI BIOETICA” Aula Giovanni Paolo II – Venerdì, 12 dicembre 2008
ISTRUZIONE VATICANA A FAVORE DELLA DIGNITA’ UMANA E DELLA SCIENZA.
Spiegazione di padre Federico Lombardi, S.I. http://www.zenit.org/article-16488?l=italian
DIGNITAS PERSONAE: L’EMBRIONE E’ PERSONA SIN DAL SUO INIZIO. Movimento per la Vita
http://s2ew.mpv.glauco.it/pls/mpv/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=2175
DIGNITAS PERSONAE. NON DIVIETI MA UN APPELLO A SEGUIRE LA VERITA’ E
LA BELLEZZA DELLA VITA. Don Roberto Colombo
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=9996
EVANGELIUM VITAE.
Ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai fedeli laici e a tutte le persone di buona volontà, sul valore e l’inviolabilità della vita umana.
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/documents/hf_jpii_enc_25031995_evangelium-vitae_it.html
(Il testo della conferenza è stato rivisto da S.E.Mons. Elio Sgreccia)