Nel libro “Le ombre del cuore” di Irene Bertoglio, Sonia Rustici e Aldo Violino, edito da “La Memoria del mondo“, di recente pubblicazione, viene affrontato il tema della dipendenza affettiva, in chiave preventiva.
Il romanzo racconta la storia di Eleonora, giovane quarantenne in carriera, alle prese con un ritorno di fiamma per Nick, affascinante e abile seduttore. La relazione è complicata e non le porta felicità ma tante preoccupazioni che mettono a rischio il suo equilibrio psicofisico. Le illustrazioni che sottolineano momenti chiave del romanzo, sono disegni a matita, pastello e acquerello a cura di Susanna Primavera.
Con questo testo si arricchisce la collana Scripta Manent Educational, pensata da Irene Bertoglio, coautrice, e dedicata ai giovani. Questa collana editoriale tratta temi di psicologia, arte, grafologia, calligrafia, giornaliso, medicina e cultura a 360°, veicolando messaggi di bellezza e qualità, volendo traghettare i giovani verso la riva di un nuovo umanesimo, fatto di cultura, lettura, scrittura e ragionamento.
La prefazione è a cura dell’Associazione Scientifica Italiana di Psicologia Perinatale, A.S.I.P.P.
Le ombre del cuore – Come uscire dalla Dipendenza affettiva
Ma di quali ombre si tratta? Le ombre qui intese sono le parti affettive della personalità più fragili, quelle che si riferiscono a bisogni infantili non appagati e che rendono molto vulnerabili nelle relazioni.
Si tratta di una fragilità generata da un bisogno di affetto che è mancato fin da piccoli e che perciò, ormai cresciuti, si vuole a tutti i costi. Magari, nella nostra crescita, non ci siamo sentiti abbastanza apprezzati, oppure siamo stati troppo spesso criticati, o peggio ancora, derisi, colpiti, feriti, umiliati.
La personalità ne è rimasta segnata e cerca inconsciamente una compensazione: un grande amore a cui dedicarsi con passione, dedizione e cura, che porti finalmente sicurezza e piena felicità. La donna innamorata coltiva pertanto fin dall’inizio la nuova relazione con molta attenzione, cercando di diventare importante per l’altro alfine di legarlo a sé, e teme drammaticamente di perderlo; cosicché anche un breve allontanamento viene vissuto come un distacco intollerabile.
Ragione e sentimento
E’ evidente che la fame d’affetto non rende pienamente lucidi nelle proprie scelte e si finisce per legarsi a persone che, di fatto, sono poco sensibili ai bisogni altrui o, comunque, incapaci di comprendere e rispondere in modo profondo ed efficace ai bisogni affettivi dell’altro. In fondo, si incontrano persone che anziché rendere felici, fanno tornare all’infelicità e al senso di solitudine provato nell’infanzia; in tale situazione si tende a dubitare sempre di più di se stessi e del proprio valore anziché valutare obiettivamente l’altro e le sue gravi mancanze nei propri confronti.
Dipendenti affettivi
Come ogni altra dipendenza, alcol droga sesso tecnologia (new addiction), anche nella dipendenza affettiva o love addiction, i sentimenti che si provano sono forti, passionali e si tende ad investire talmente tanto nella relazione fino al punto in cui la relazione sentimentale diventa la dimensione più importante della propria vita. Con quell’amore si tocca il cielo con un dito e ci si sente importanti, ma senza quell’amore non si riesce più a vivere, si perde l’appetito, non si riesce più a concentrarsi, a lavorare o a studiare, ad interessarsi agli amici, a divertirsi.
Di fatto, si diventa anche psicologicamente “prigionieri” di una relazione sentimentale che, anziché favorire la propria realizzazione, indebolisce e rende molto insicuri e incerti del proprio valore. Può capitare che, dopo tante sofferenze, pur comprendendo di aver bisogno d’altro, di un altro tipo di rapporto e di persona, non si riesce perché non si trova la forza, di porre fine alla relazione tossica.
Sapere chiedere aiuto è importante
In tale contesto, è molto importante sapere chiedere aiuto ad esperti in psicologia, i quali, con altri occhi, sanno restituirci una visione più realistica ed imparziale di noi stessi e della vicenda sentimentale che si sta vivendo e che crea ansia, disagio e smarrimento. Solo un percorso psicoterapeutico può portare a fare chiarezza dentro di sé e a ritrovare autostima, forza e coraggio nel riprendere in mano il timone della propria vita, nella propria corsa verso il futuro.
E’ vero amore?
Nella dipendenza affettiva come quella di Eleonora, la protagonista del romanzo, c’è passione ma non c’è amore vero. Infatti, la condizione dell’amore vero è la reciprocità dei valori e degli ideali su cui basare il rapporto, ma anche della comunicazione e del comportamento, nel più assoluto rispetto reciproco.
Il bisogno possessivo dell’altro non rende liberi nessuno dei due partner. Tuttavia, anche le esperienze di delusione sentimentale possono far crescere ed insegnare a riconoscere la persona “giusta” per noi. Non da soli certo, ma con un supporto psicologico che aiuti ad “uscire” da rigidi schemi mentali per aprirsi alla consapevolezza di sé.
In conclusione, un libro interessante, educativo, per i giovani ma non solo, dal momento che pochi conoscono questo tipo di dipendenza. Molti fraintendono l’amore, in quanto confondono la dipendenza affettiva con una grande capacità di amore e di sacrificio, che si realizza, purtroppo, a scapito del rispetto di sé e della propria integrità. Ricordando le parole di Gesù “Ama il prossimo tuo come te stesso“, possiamo dire che è la qualità dell’amore ciò che fa la differenza nella capacità di amare.
Susanna Primavera