Oggi, invece, nel 2009, siamo qui a testimoniare che si può tornare indietro nel tempo senza bisogno di artifici o di magie, per cancellare in un istante le conquiste di libertà e di nobiltà proprie dell’essere umano.
Oggi abbiamo visto (e i mezzi di comunicazione in nostro possesso hanno rivelato tutto il loro strapotere) che ci sono ancora dei padri che esercitano il diritto di morte sui figli, e che ci sono anche dei padri che proteggono i loro figli fino all’inverosimile.; che ci sono dei genitori che invocano l’intangibilità della “Carta” e padri che implorano per l’inviolabilità della carne della loro carne.
Eluana era ai nostri occhi invisibile (se non grazie alle foto di un tempo, specchio di una bellezza prorompente di gioventù), era muta, immersa nel silenzio.
Era così? Di rado abbiamo sentito gridare a squarciagola, così forte, una voce che dal deserto gridava “Io sono, però”. Di rado ci è apparso così chiaro il confine tra bene e male.
Oggi tutti sappiamo chi pensa cosa e perché, sul caso di Eluana Englaro.
Tutti ci interroghiamo per capire a quale modello educativo guardare, per noi stessi e per le generazioni future.
Possiamo decidere se continuare a credere che l’uomo è in grado di alzare lo sguardo verso l’alto.
Oppure possiamo accettare di consegnare il tempo ai nuovi barbari.
Vittoria