Dopo la Pandemia e una nuova guerra che vede la Russia contro l’Ucraìna, ecco di nuovo la morte spuntare all’orizzonte in una ulteriore guerra, questa volta culturale, una guerra di civiltà in cui sono in gioco i valori fondanti l’esistenza, la ragioni del vivere e del morire nell’eutanasia.
Una guerra di civiltà per difendere i valori fondanti l’umano
Proprio ieri, con 253 voti a favore, 117 contrari e un’astensione, veniamo a sapere che l’Aula di Montecitorio ha dato il via libera al testo unico Bazoli sull’eutanasia: “Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita“. Tale approvazione della Camera viene presentata come il compromesso più avanzato trovato in Parlamento su un questo tema veramente difficile, sia perché coinvolge un’idea della medicina e del ruolo del medico sia per i risvolti etici presenti nella scelta di morire volontariamente.
L’opinione del Prof. Massimo Gandolfini, neurochirurgo e psichiatra, da 45 anni in prima linea nelle patologie del cervello e del midollo spinale, sul tema dell’ eutanasia è di totale contrarietà e la sua preoccupazione è basata sull’esperienza; ovunque sia stata introdotta l’eutanasia, ha avuto un numero sempre crescente di richieste di morte da parte di anziani, malati, persone sole, disabili e depressi… Il Dott. Gandolfini vuole aprirci gli occhi, dichiarando ad alta voce l’ evidenza del rischio di una deriva culturale omicida, di un piano inclinato nei confronti dei più deboli, dei più fragili nella società.
Proprio per conoscere meglio questo tema così delicato ed evidentemente pericoloso, il Mese per la Vita 2022 ha proposto il 4 marzo 2022, una conferenza dal titolo “Eutanasia e suicidio assistito: i frutti della cultura dello scarto“, presso la Sala Kolbe di Varese.
Seguendo l’incontro, abbiamo cercato di riassumere in questo articolo gli argomenti esposti e le conclusioni a cui si è giunti. Affrontiamo il tema ad ovo, a cominciare dal nome dell’eutanasia, che significa: Morte volontaria medicalmente assistita, in altre parole, aiuto al suicidio.
Cos’è l’eutanasia?
L’eutanasia è azione oppure omissione del medico che provoca la morte del malato, a seconda dei casi.
Esiste infatti un’ eutanasia attiva che utilizza farmaci letali e un’eutanasia indiretta in cui non viene messa in atto una terapia volta a salvare il malato.
In Svizzera, ad esempio, l’eutanasia attiva è illegale ma non lo è il suicidio assistito; questa è davvero una grande ipocrisia. Il 27 febbraio 2017, DJ Fabo – Fabiano Antoniani, è morto così: nella flebo era stato messo un farmaco letale, ma la flebo non venne attivata dal medico, perché, come abbiamo detto, sarebbe stato illegale. Perciò, per poter attivare il meccanismo del rilascio della flebo, a Fabiano Antoniani venne messo in bocca un’attrezzatura simile ad un boccaglio (simile a quelli che si usano in acqua al mare), progettato affinché Antoniani, stringendo i denti, avrebbe fatto scattare l’attivazione della flebo, e così è stato. Questo sistema, infinitamente ipocrita, ha permesso infatti di dire che era stato lui a suicidarsi!
Cos’è l’accanimento terapeutico?
Vi è accanimento terapeutico se c’è ostinazione a trattamenti da cui non può venire un beneficio.
Ovunque nel mondo, per capire se una terapia è utile o meno, si usa il Principio di futilità:
- se è futile e lo applico lo stesso, vi è accanimento terapeutico
- se è utile, migliora la qualità di vita e prolunga il significato della vita
Oggi, si fa passare per accanimento terapeutico l’insistenza terapeutica, negli anni, per una malattia con prognosi non prevedibile, come ad esempio, l’Alzheimer, le malattie neurodegenerative. Questo è un altro fatto gravissimo.
Un caso famoso di lunga malattia degenerativa, è quella di Giovanni Paolo II, la cui diagnosi di Parkinson venne diagnosticata nel 1985 e visse con il Parkinson per ben vent’anni.
Nel DDL Bazoli:
– articolo 1: se vi è una patologia irreversibile e con prognosi infausta
Attenzione, qui sorge una domanda: qual’è la patologia irreversibile e con prognosi infausta? Anche il “diabete” è una patologia irreversibile e con prognosi infausta e, inoltre, non si tratta nemmeno di pazienti “terminali”!
Certo, quando si sta terribilmente male, si pensa di voler morire perché la morte è vista come una liberazione. Ma se accudiamo il malato, egli cambia idea.
Con il passaggio di questa legge, una persona con il Parkinson, potrebbe venire uccisa subito.
Vogliamo eliminare il diabete? Basta uccidere tutti i diabetici! Ecco a quali assurdità ci può portare l’approvazione di una simile legge.
Una vita indegna di essere vissuta?
Gli articoli 2 e 3 rappresentano i cardini della Costituzione della nostra Repubblica:
– articolo 2: non esiste un diritto se non c’è un dovere
– articolo 3: tutti i cittadini hanno pari dignità
Non esiste pertanto una vita indegna. Il bambino Down non ha una vita indegna, anzi, dipende dalla nostra capacità di curarlo, di stargli accanto, di amarlo!
Nel 1921 e 1922, questo concetto della vita indegna di essere vissuta fu ripreso da Adolf Hitler che lo applicò facendo morire 150.000 ricoverati in psichiatria!
– articolo 32: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e dell’interesse della collettività.
Se dunque la salute è il primo diritto, dove sta il diritto a morire? Il diritto di morte non può derivare da questo articolo perché sarebbe illogico e irrazionale. Infatti, proprio su questo articolo è stato costruito il Codice Penale, tutto il diritto!
Il valore fondamentale della “persona”
Il nostro Diritto ha un “fondamento personalistico“; lo ha ribadito anche la Corte Costituzionale.
– articolo 575: chiunque cagiona la morte di un uomo è punito perché si tratta di omicidio.
– articolo 579: riguarda la morte del consenziente; il fatto di uccidere un uomo consenziente per il nostro ordinamento civile e penale costituisce un reato molto grave.
Perché si tratta di un reato molto grave? Perché viene a mancare la quota minima di tutela della vita!
Cos’è una persona? “Tutte queste definizioni hanno una medesima caratteristica: fanno della persona non un’entità, un ideale, ma una fonte di energia e di creazione, un’esistenza articolata sul mondo attraverso il bisogno, l’amore e l’azione: ‟un movimento incrociato di interiorizzazione e di dono … Il personalismo rifiuta la rottura idealistica: la persona non è un tesoro nascosto che bisogna preservare, ma ‟il centro di riorientamento dell’universo oggettivo” , la prima delle realtà date e il principio di realizzazione del mondo. (Mounier, Le personnalisme, 1949, in Oeuvres, 1962, III)
Per capire la natura e il ruolo della medicina oggi, dobbiamo leggere il Codice di Deontologia medica, che è stato rivisto e aggiornato recentemente, nel 2016:
– articolo 3: Dovere del medico è la tutela della vita
– articolo 17: Il medico, anche se richiesto dal paziente, non deve aiutarlo a morire
Il medico ha il dovere di fare sempre e solo ciò che secondo scienza e coscienza costituisce il bene del paziente.
Non siamo monadi ma viviamo di relazioni
Oggi in Italia siamo di fronte al conflitto tra due principi: il principio di indisposizione della vita versus il principio di autodeterminazione assoluta
Attenzione perché se la libertà è senza limiti non è più libertà ma è arbitrio e vincerà il più forte o il più ricco… basta pensare al business che c’è dietro “l’utero in affitto”: ben 8 miliardi di sollari!
L’autodeterminazione oggi è la malattia dell’umanità, quella più grave.
La vita non è come una giacca, ci è indisponibile; non necessariamente ci appartiene perché appartiene anche all’altro. Non siamo monadi ma viviamo di relazioni sociali. Il conflitto sociale oggi nasce da qui: la libertà di autodeterminazione di fatto non può mai prevalere perché, come detto dalla Corte Costituzionale, verrebbe a mancare il grado minimo di “tutela” della vita umana.
L’ultimo comunicato dell’Associazione Pro Vita & Famiglia che non ci sta di stare solo a guardare, dichiara che appoggerà tutti i tentativi che il Senato porterà avanti per ribaltare il voto della Camera.