Quando si parla di fecondazione artificiale è sempre bene fare riferimento ad un esperto, meglio ancora se ginecologo. Diverse infatti sono le domande e diversi i dubbi di una donna, di una coppia che non riesce ad avere un bambino e che pensa di ricorrere alla fecondazione artificiale. Ha cortesemente accettato di rispondere  il Dott. Angelo Filardo, medico specializzato in ginecologia, autore di svariate pubblicazioni (come si può leggere nel CV riportato al termine dell’intervista).

 

1) Cosa si intende per Procreazione Medicalmente Assistita? (guarda qui il video dell’iter della FIVET)

Sotto la denominazione di PMA vengono racchiuse tecniche estremamente diverse: quelle di I livello od inseminazioni artificiali omologhe ed eterologhe, in cui il concepimento avviene nel corpo della donna, e quelle di II e III livello, fecondazioni extracorporee omologhe ed eterologhe, in cui la fecondazione degli ovociti avviene in laboratorio, vengono prodotti embrioni in eccesso, di cui una parte viene trasferita in utero, una parte crioconservata, ed un’altra parte non si sa bene che fine faccia, quindi queste ultime sono altamente occisive, cioè espongono a morte certa un altissimo numero di embrioni prodotti (nel 2016 circa 165.700). E’ un gravissimo errore pedagogico – oltre che statistico – trattarle tutte alla stessa stregua e sommare insieme il numero delle coppie, dei cicli , dei parti e dei nati vivi. Io nelle mie risposte mi riferisco esclusivamente alle fecondazioni extracorporee.

2) Quanto conta l’età della donna nell’efficacia della PMA?

Un rapido sguardo alle tab. 2, 3 e 7 (www.lafeconditaumana.it: La strage di concepiti nella fecondazione extracorporea in Italia nell’anno 2016 in cifre) ci permette di dare una risposta esauriente a questa domanda. Nei cicli di fecondazione extracorporea a fresco omologa (tab. 2) solo il 7,07% delle donne di età 40-42 anni e l’1,76% delle donne di età ≥ 43 anni nel 2016 sono riuscite ad avere uno o più figli in braccio al costo altissimo e disumano rispettivamente del 95,37% e del 98,40% dei loro figli trasferiti in utero che sono morti prima di nascere. Il fatto che nei cicli con scongelamento di embrioni (tab. 3) il numero delle coppie con figli in braccio sia più elevato rispetto ai cicli a fresco sta a dimostrare che meno avanzata è l’età della donna nel momento in cui vengono fecondati i suoi ovociti maggiori sono le probabilità – pur sempre nettamente inferiori rispetto alle donne con età inferiore ai 40 anni – di avere un figlio in braccio. La tab. 7 mostra chiaramente che il maggior numero di coppie che ha fatto ricorso alla fecondazione extracorporea con donazione (?) di ovociti e di embrioni sono quelle di età superiore ai 40 anni e con risultati migliori rispetto all’omologa, ma  nettamente inferiori rispetto alle donne più giovani del gruppo dell’eterologa.

Come possiamo leggere a pag. 15 della relazione ministeriale sull’attuazione della legge 40 “La maggiore età di chi accede alla “eterologa femminile” (rispetto all’omologa) sembra indicare che questa tecnica sia scelta soprattutto per infertilità fisiologica, dovuta appunto all’età della donna, e non per patologie specifiche.”, quindi viene riconosciuto esplicitamente che non esiste alcuna patologia da trattare per cui a maggior ragione non possono rientrare nei LEA e non possono, comunque, essere a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

3) Nel comunicato stampa dell’AIGOC (Associazione italiana ginecologi ostetrici cattolici)n.4,  Lei parla di  “carenza di dati voluta”: cosa intende dire e perché sarebbe voluta?

Se, come si legge a pag. 14 della relazione al Parlamento, nel 2016  è stato realizzato il progetto CCMImplementazione della raccolta dati sui cicli singoli di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), almeno avremmo dovuto avere gli stessi dati offerti per l’omologa, cosa che non è stata fatta come abbiamo chiaramente esplicitato nel Comunicato Stampa n. 4 dell’AIGOC. Perché? Evidentemente i dati da noi elaborati ed offerti nelle tabelle 6 e 7 rivelano aspetti della fecondazione extracorporea eterologa altrimenti ignoti ai lettori della relazione.

4) Moltissimi sono gli embrioni congelati non impiantati: quale potrebbe essere il loro destino?

 Al fine di contenere il crescente numero di embrioni crioconservati e di assicurare loro una tutela legale come i figli già nati nel settembre 2014 come AIGOC  nel libretto “Riflessioni Osservazioni Suggerimenti sui ddl presentati al Parlamento su PMA eterologa” a pag. 11 abbiamo proposto che “alla luce del crescente numero di embrioni crioconservati osservato dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che ne ha eliminato il limite, la donna e la coppia per poter procedere ad una eventuale crioconservazione di embrioni prodotti sia con PMA omologa che eterologa devono espressamente sottoscrivere nel consenso informato che si impegnano a trasferire in utero gli embrioni prodotti in eccesso e crioconservati anche in caso di buon esito del primo trasferimento e/o di nascita in modo naturale di altri figli ed a pagare le spese necessarie per tutta la durata della crioconservazione (il cui ammontare va valutato e dettagliatamente specificato nel consenso informato al quale va allegata la fotocopia del bonifico bancario in un apposito ccb del deposito anticipato della somma pari al costo di tre anni di crioconservazione)*.

5) Cosa prevede la proposta dell’AIGOC per gli embrioni crioconservati in caso di divorzio o di scioglimento della coppia?

 Nel caso di separazione e/o divorzio o rottura della convivenza per la donna/madre permane l’obbligo di procedere all’impianto degli embrioni crioconservati, che continuano ad essere loro figli anche se molto piccoli ed invisibili ad occhio nudo, mentre per l’uomo/padre permane l’obbligo di fornire tutti i mezzi di sostentamento necessari a questi figli come si conviene per i figli già nati comprendendo anche le spese della crioconservazione degli stessi. In caso di mancato trasferimento in utero di questi loro figli crioconservati alla coppia viene comminata la stessa pena prevista per l’abbandono di minori (art. 591 c.p.).

6) Qual è la posizione della Chiesa cattolica in merito alla Fecondazione artificiale?

 La posizione della Chiesa Cattolica è molto chiara ed esplicita in merito: “È stata inoltre avanzata la proposta, solo al fine di dare un’opportunità di nascere ad esseri umani altrimenti condannati alla distruzione, di procedere ad una forma di “adozione prenatale”. Tale proposta, lodevole nelle intenzioni di rispetto e di difesa della vita umana, presenta tuttavia vari problemi non dissimili da quelli sopra elencati.

Occorre costatare, in definitiva, che le migliaia di embrioni in stato di abbandono determinano una situazione di ingiustizia di fatto irreparabile. Perciò San Giovanni Paolo II (24 maggio 1996) lanciò un «appello alla coscienza dei responsabili del mondo scientifico ed in modo particolare ai medici perché venga fermata la produzione di embrioni umani, tenendo conto che non si intravede una via d’uscita moralmente lecita per il destino umano delle migliaia e migliaia di embrioni “congelati”, i quali sono e restano pur sempre titolari dei diritti essenziali e quindi da tutelare giuridicamente come persone umane». (D.P. 19).

Appello che sarebbe opportuno rilanciare  nell’anno in cui ricorre il 40° anniversario della nascita della prima bambina in provetta (25 luglio 2018) considerando il sempre crescente numero dei bambini crioconservati e l’attuale maggiore (?) sensibilità  per il rispetto della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana, in nome della quale si chiede l’abolizione universale della pena di morte e nello stesso tempo – calpestandola, però, di fatto ! – si sono approvate leggi sulle dat e si rivendica il diritto all’eutanasia.

7) Ricordiamo che l’embrione è vita umana a tutti gli effetti: quando inizia la vita umana?

 La scienza è unanime nel riconoscere che la vita umana inizia al momento della fecondazione, cioè quando la testa dello spermatozoo penetra all’interno dell’ovocita e dà origine ad una nuova vita umana, lo zigote, ( vedi www.lafeconditaumana.it; Nature Genetics volume 49 , pagine 941 – 945 (2017).

8) Non è necessario quindi essere cattolici per ritenere che l’embrione abbia una sua dignità a partire dal concepimento.

Certamente! E si deve riconoscere che questa è un’altra gravissima lacuna della legge 40/2004, cioè il fatto che non tenga conto della dignità umana degli embrioni che vengono prodotti (n.b.: continuo ad usare il termine “prodotti” per evidenziare la sostanziale differenza tra fecondazione extracorporea e fecondazione naturale, non per mancanza di rispetto verso gli embrioni!) in laboratorio, scartati, selezionati (con la diagnosi pre impianto e con la diagnosi prenatale), trasferiti in utero, crioconservati, usati per …, come se fossero un qualsiasi materiale biologico od un oggetto, e non dei microscopici esseri umani nelle primissime fasi del loro sviluppo , come lo stesso R.G. Edwards, premio Nobel per la Medicina nel 2010, osservandoli al microscopio prima di impiantarli in utero li definiva.

Se il legislatore, i magistrati che sono intervenuti per rendere, sempre di più, largo l’accesso a queste tecniche, se i medici ed il personale sanitario che collabora in questi centri tenessero in debita considerazione la dignità umana di queste centinaia di migliaia di concepiti che ogni anno in Italia vengono esposti a morte certa per far nascere 11.971 (nel 2016) loro fratellini, certamente si darebbero da fare per impedire che questa strage continui facendo imbarbarire sempre di più la nostra società. Come è vietato per legge ogni trapianto d’organo da vivente, che provoca la morte del donatore o degli organi che caratterizzano la persona (cervello ed organi riproduttivi anche da cadavere!), così dovrebbero essere vietate per legge tutte le tecniche che espongono a morte certa la stragrande maggioranza gli embrioni umani prodotti.

9) Si può fare un calcolo del business che riguarda i centri di Fecondazione artificiale?

 Non mi sono mai preoccupato di fare calcoli sul giro di soldi legato all’industria della produzione di esseri umani in laboratorio, perché mia preoccupazione principale e mia notevole sofferenza è valutare l’altissimo costo in vite umane indifese ed innocenti di questa pratica disumana e disumanizzante. Certamente ci sono notevoli interessi commerciali! Per questo i mezzi di comunicazione di massa fanno vedere solo i volti dei bambini nati, pochissimi (8 milioni nel mondo fino ad oggi) rispetto a quelli morti (almeno 110 milioni secondo mie stime) per farli nascere.

10) Cosa pensa degli interventi della magistratura, che ha stravolto alcuni punti della legge 40? Sono dettati dal  “bene” verso le donne, le coppie e il concepito?

 Del concepito non si è minimamente preoccupata né la Corte Costituzionale, né gli altri magistrati intervenuti per rendere ancor più ampio l’accesso alla fecondazione extracorporea omologa ed eterologa. Nemmeno delle donne si è interessato nessuno: anzi, hanno contribuito a far aumentare il numero delle donne/coppie deluse, stressate, duramente provate da stimolazioni il più delle volte inutili, con qualche migliaio di euro in tasca in meno, con qualche sequela psichica a causa dei lutti consci od inconsci vissuti, dal momento che più dell’80% in media delle donne/coppie che ricorrono alla fecondazione extracorporea non riescono ad avere un figlio in braccio.

11) La fecondazione extra corporea non è una terapia: vogliamo chiarire il concetto?

 L’errore fondamentale dell’ infausta ed infelice proposta di legge sulla PMA è stato quello di non aver voluto – seppur ripetutamente ed energicamente richiesto – esplicitare all’art. 1 Le tecniche di PMA non sono terapia della sterilità e della infertilità di coppia e come tali non rientrano nelle prestazioni erogate dal SSN. La fecondazione extracorporea, omologa ed eterologa, è una tecnica alternativa di riproduzione umana, che non può considerarsi terapia né protesi perché la coppia se realmente era sterile od infertile prima di sottoporsi a fecondazione extracorporea tale rimane anche dopo, se invece non lo era avrebbe potuto concepire senza ricorrere a queste tecniche. L’ho definita più volte disumana perché mette i bambini nati in una condizione di diversità rispetto al 97,51% (nel 2016) dei loro coetanei, che sono stati concepiti naturalmente ed accolti il più delle volte come un “dono” e non come un “diritto”; disumanizzante perché queste tecniche non sono rispettose della singolare dignità della procreazione umana e contribuiscono a considerare il concepito un oggetto di cui si può disporre a proprio piacimento.

12) In caso di sterilità, invece di ricorrere alla fecondazione artificiale, quali sono le alternative?

 La vera terapia della sterilità tubarica – che era il solo scopo per cui originariamente era nata la Fivet! – e dell’endometriosi è la chirurgica laparoscopica, che – come riferisce il prof. Riccardo Marana – dà risultati nettamente superiori a quelli della fecondazione extracorporea con gravidanze insorte naturalmente e portate a termine dal 32% delle donne operate per sterilità tubarica e soprattutto senza sacrificare alcun altro figlio.

La conoscenza della fertilità della donna e della coppia, acquisita dalla donna attraverso l’apprendimento dei metodi naturali (Metodo Billings e Metodi Sintotermici) offre risultati nettamente superiori (tab. 10) alla fivet senza alcun costo e senza sacrificare alcun altro figlio, ma non fa guadagnare  alle multinazionali ed ai professionisti della provetta e a tanti altri …, e rispettando la natura non può soddisfare i desideri di chi vuole un figlio con due padri o con due madri.

13) Facciamo un confronto tra l’efficacia della FIVET con quella di altri farmaci, per esempio in campo oncologico. Quando si ritiene un farmaco, oppure un trattamento, ” efficace”?

Se confrontiamo l’efficacia della terapia laparoscopica (32% delle donne operate con figlio in braccio) con tutte le tecniche omologhe ed eterologhe di fecondazione extracorporea (23,23% di coppie con figlio in braccio nell’eterologa) ci rendiamo conto che – come già detto – la vera terapia della sterilità e dell’infertilità di coppia non è la fecondazione extracorporea. Definire terapia la fecondazione extracorporea nelle donne da 40 anni in su è un’offesa all’intelligenza umana! Sperperare il poco denaro pubblico per soddisfare il desiderio – pur legittimo – di avere un figlio con tecniche costose, impegnative e non scevre da pericoli, poco efficaci (solo il 16,30% delle coppie nel 2016 ha coronato il desiderio di avere un figlio) ed al costo altissimo del sacrificio di almeno 165.700 embrioni non è una scelta socialmente utile, razionale basata sull’evidenza, prioritaria rispetto ai bisogni sanitari dei meno abbienti e della maggior parte dei contribuenti, ma sicuramente ideologica.

 

Curriculum Vitae del

Dr. Angelo Francesco Filardo

Laureato in Medicina e Chirurgia – Specialista in Ostetricia e Ginecologia in servizio presso la Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Foligno, è stato responsabile della Struttura Semplice di Ostetricia e Perinatologia fino al 31 marzo 2010, data in cui ha chiesto di essere collocato in quiescenza. Continua ad esercitare la professione di ostetrico ginecologo presso il Punto Salute di Foligno.

Nel gennaio del 1976 ha partecipato al primo incontro di presentazione del Metodo Billings in Italia presso l’Auditorium dell’Università Cattolica di Roma in occasione dell’inaugurazione del Consultorio Familiare.

Da lì è nato un crescente interesse per il metodo Billings, che lo ha spinto a scegliere come specializzazione l’Ostetricia e la Ginecologia.

Nel dicembre 1978 assieme alla moglie ha frequentato il Primo Corso in Italia del Metodo Billings in occasione del X anniversario dell’H.V..

Nel 1981 (marzo – maggio) è direttore scientifico del Primo Corso Organizzato in Italia, a Fabriano, per Insegnanti del Metodo Billings da Maria Rosaria D’Amico (suor Domitilla).

Il 12 luglio 1981 fonda assieme alla moglie Concetta e ad altri amici a Foligno il Centro “Amore e Vita” Pianificazione Naturale della Famiglia – Centro Regionale Umbro del Metodo Billings, di cui è tuttora Direttore.

Nel 1985 fonda a Foligno il MpV ed il CAV, che nel novembre 1986 organizza a Foligno il VI Convegno Nazionale dei CAV.

Convinto assertore della falsità dello slogan allora già di moda “ prevenzione = contraccezione “ e dello stretto legame non solo ideologico e culturale esistente tra contraccezione sterilizzazione aborto, ma anche sostanziale, perché ritiene che il meccanismo d’azione dei contraccettivi maggiori è anche potenzialmente abortivo, vuole fortemente che nel VI Convegno dei CAV un adeguato spazio sia dedicato ai Metodi Naturali e alla presentazione dei meccanismi d’azione dei contraccettivi ed organizza in appendice al Convegno un Incontro Nazionale di Sensibilizzazione sulla P.N.F., pubblicando nel 1987 gli atti. “Metodi Naturali Verità e Libertà dell’Uomo”, di cui scrive lui stesso la prefazione per sottolinearne lo scopo.

Nel 1989 pubblica la I edizione dell’opuscolo La Fecondità Umana, che – dopo ripetute ristampe – nel 1996 viene arricchito da altre 8 pagine dedicate alla contraccezione e nel 2004 da una più ampia iconografia e da altre 4 pagine dedicate alla fecondazione in vitro. Il 25 luglio 2018 si giunge alla VII edizione in occasione del 50° anniversario dell’Humanae Vitae, del 65° anniversario del Metodo Billings, del 40° anniversario del I Corso Nazionale per Insegnanti del Metodo Billings.

Il 27 ottobre 1990 fonda la Federazione Regionale dei CAV e MpV Umbri di cui è stato il primo presidente ed il 5 ottobre 2013 è stato di nuovo eletto presidente per il triennio 2013-2016.

Dal 1993 è membro del Consiglio Direttivo Della Confederazione Italiana dei Centri di Regolazione Naturale della Fertilità, di cui è attualmente membro del Consiglio direttivo e del Comitato Tecnico Scientifico.

Nel triennio 1994-1997 è stato Vice Presidente Nazionale MpV.

Nel 1998 istituisce all’interno del Centro Amore e Vita un Consultorio Familiare, organizzando 8 Corsi di Formazione per Consulenti Familiari .

E’ membro del Coordinamento Nazionale del Metodo Billings come capo scuola storico e come coordinatore regionale.

Dal 2003 cura il sito www.lafeconditaumana.it , rinnovato nel gennaio 2018

E’ socio fondatore del Comitato Verità e Vita (9 luglio 2004), di cui è stato Presidente  dal 10 maggio 2015 al 10 marzo 2018.

E’ socio fondatore e Vice Presidente Nazionale dell’AIGOC (Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici – 25 marzo 2009).

Nel novembre 2011 pubblica la I edizione dell’opuscolo La Grammatica e la Sintassi dell’Amore, di cui sono state fatte tre ristampe.

Nel mese di aprile 2012 pubblica con la CIC Edizioni Internazionali il volume “METODI NATURALI l’autoconoscenza della fertilità della donna risorsa personale, sponsale, professionale e pastorale”

Il 22 maggio 2018 pubblica il libretto  L’ABORTO VOLONTARIO in occasione del 40° anniversario della legge 194 e del 50° anniversario dell’Humanae vitae.

Ha partecipato come docente a numerosi corsi di formazione per Insegnanti del Metodo Billings ed alle Scuole Itineranti dell’AIGOC realizzate in Umbria, Marche, Puglie, Campania, Lombardia; come relatore a numerosi convegni su “la regolazione naturale della fertilità”, “contraccezione e aborto”, “la fecondazione in vitro”, “gli attentati alla vita nascente” e “la famiglia”.