“Ho 14 anni e sono incinta”: le adolescenti che si trovano a diventare mamme non sono moltissime, in Italia, ma nemmeno un numero così esiguo da non meritare attenzione. I dubbi, le paure, di una ragazzina, del tutto comprensibili, possono trovare sempre una soluzione positiva, se si incontrano le persone giuste, accoglienti, che mostrano la strada per risolvere il problema. La pediatra, dott. Donata Magnoni (della quale si può leggere il curriculum al termine dell’articolo) offre alcune risposte dettate dall’esperienza professionale e dalla capacità di ascolto, anche in qualità di responsabile e operatrice del Centro di aiuto alla Vita di Varese.
1) Sono incinta, non me l’aspettavo, che fare?
La gravidanza è un’esperienza che cambia la vita di ogni donna: si passa in breve tempo da essere figlia a diventare mamma… Non è facile per nessuna donna, a maggior ragione per un’adolescente che è ancora alla ricerca di una propria identità e sperimenta grandi emozioni con entusiasmo e paura. La prima cosa che possiamo suggerirti è parlarne. Condividi, con una persona per te importante e in cui riponi fiducia, il tuo smarrimento davanti a un evento così grande: potrà essere la mamma, un insegnante, il tuo pediatra, un educatore, qualcuno nella tua famiglia, al Consultorio Familiare, al Centro di aiuto alla Vita …. Con loro potrai incominciare a capire cosa ti sta succedendo e trasformare un evento che ti sconvolge la vita in una occasione di crescita.(leggi tutto l’articolo di Save the children).
2) Come lo dico ai miei?
Comunicare ai tuoi genitori che la loro “bambina” aspetta un figlio non è semplice: non se l’aspettano, la prima reazione è quasi sempre di sgomento e rabbia: tutte le difficoltà appaiono insormontabili …. è un disastro. Poi, superato lo shock, il legame con la propria figlia, l’affetto e il senso di protezione aiutano a mettere in campo nuove risorse: questa figlia diventata grande di colpo, richiede uno sforzo di comprensione maggiore e un modo più responsabile di accompagnamento. I genitori restano sempre il tuo più importante sostegno in questa situazione: parla loro con sincerità e lasciatevi il tempo di elaborare le prime emozioni, avendo sempre presente che il tuo bambino è già una presenza e interroga la vostra responsabilità.
3) Cosa succede al mio corpo?
La gravidanza è un evento fisiologico, ma sicuramente è stata provata la maggior frequenza di complicanze della gravidanza nell’adolescenza, inversamente proporzionale all’età della ragazza, con aumento del rischio per il feto e il bambino. Sono frequenti: anemia, tossiemia, aborto spontaneo, travaglio prolungato, ricorso al taglio cesareo, ritardo di accrescimento endouterino e basso peso alla nascita.
Tutto questo va valutato e richiede un attento e particolare accompagnamento da parte dell’equipe medico ostetrica psicologica, che segue la gravidanza. Anche in questo caso non sei sola: le associazioni di volontariato, soprattutto il Movimento e il Centro di aiuto alla vita, in tutta Italia, sono pronte a darti una mano. Sarà possibile favorire un esito positivo e un atteggiamento consapevole della giovane mamma, che deve adattare le proprie abitudini di vita alla sua nuova condizione.
4) Non posso portare avanti la gravidanza: che faccio?
Potresti essere di fronte alla decisione tra la prosecuzione della gravidanza, facendo nascere il tuo bambino, e l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), cioè l’aborto, con problemi psicologici, sociali e etici, facilmente intuibili per un’adolescente, ancora in crescita e dipendente . Una gravidanza in età adolescenziale rappresenta un evento articolato e complesso, dal momento che essa ha luogo in un momento evolutivo in cui la personalità è ancora in corso di strutturazione. Per alcune giovani madri, la maternità può rappresentare un evento felice, ma per la maggior parte dei casi, la nascita è vissuta come troppo precoce e l’esperienza prevalente può essere inizialmente di rifiuto oppure di panico o dolore. L’impegno delle famiglie coinvolte e di quanti le supportano sarà proprio quello di superare il rifiuto, la paura e il dolore. Potrai trovare sostegno, prova ad appoggiarti a figure professionali competenti e positive, per giungere ad una scelta condivisa in un cammino che sarà comunque lungo ma, se ben condotto, positivo per te.
5) Se decido di abortire che rischi corro per la mia salute, fisica e mentale?
Nel caso tu decida di abortire il tuo bambino, le conseguenze a breve e lungo termine possono essere senza’altro pesanti: una scelta, spesso imposta dalla famiglia o dal partner, frequentemente raggiunta dopo seri conflitti, comporta conseguenze a livello psicologico e affettivo di difficile elaborazione. Spesso, nella nostra esperienza, ascoltiamo racconti di dolore segnati dalla scelta di abortire (leggi qui e qui i nostri articoli sull’esperienza di aborto). Sono maggiori inoltre i rischi intra e post operatori e possono insorgere complicanze nel 44% dei casi. Vi è poi un effetto negativo sulla funzione riproduttiva futura della ragazza, specie se l’IVG viene ripetuta più volte , diventando un triste mezzo anticoncezionale.
6) Se abortisco i miei lo sapranno?
La legge 194 prevede che una minorenne, generalmente, dovrebbe avere l’assenso dei genitori (o dell’unico genitore esercente la podestà o del tutore) per interrompere la gravidanza. In casi di dissenso, di parere contrario o quando sussistano dei seri motivi che impediscano o sconsiglino di informare i genitori, la minore può rivolgersi ad un giudice tutelare e chiedere di essere autorizzata a farlo. Per altro una scelta di questa importanza fatta in solitudine e nella negazione familiare dell’accaduto, sfocia frequentemente in una sindrome post-aborto,con sintomi psicosomatici e conflitti relazionali. Un segreto così ingombrante rende molto difficile qualunque rapporto efficace con i propri genitori e segna i successivi rapporti affettivi.
7) Il mio ragazzo vuole che abortisca, io no.
In un rapporto tra coetanei la condivisione con il proprio ragazzo di una scelta di questa importanza è un aspetto delicato, perché impone una profonda valutazione del rapporto di coppia, oltre alla responsabilità di diventare genitori. Peraltro a 16 anni, proprio per la fragilità e immaturità del rapporto di coppia, i due piani della relazione affettiva e della responsabilità genitoriale corrono su due binari paralleli ma non in sincronia e richiedono tempi lunghi di elaborazione, per giungere ad un equilibrio. Il tempo, il sostegno delle famiglie d’origine, un percorso condiviso di sostegno psicologico e formativo, sono indispensabili per trovare una soluzione di vera crescita per ambedue. La legge prevede che sia la volontà della donna a prevalere, ma il rapporto con il partner ha un ruolo molto importante in questa scelta che chiaramente coinvolge anche lui e, affrontarla in solitudine, rappresenta un grave rischio per te, giovane mamma. Se il tuo ragazzo spinge per l’aborto, ma tu non vuoi farlo, chiedi consiglio a qualcuno di tua fiducia: puoi farti aiutare dai tuoi genitori, dall’insegnante, da amici, dal sacerdote,dai volontari del Centro di aiuto alla Vita di Varese…Ci sono mille possibilità alternative all’aborto: non sei sola! (leggi qui un nostro articolo su 15 motivi per non abortire)
8) C’è qualcuno che può aiutarmi?
In primo luogo c’è la tua famiglia che ti può consentire di proseguire nel tuo cammino di crescita personale e affiancarti nel ruolo di mamma: tutte le esperienze positive che abbiamo accompagnato hanno visto la famiglia come prima protagonista. Al fianco della famiglia serve il sostegno professionale medico, sociale, formativo, psicologico che può essere trovato presso lo sportello dell’Ospedale del Ponte di Varese, nei Consultori Familiari e nei Centri di Aiuto alla Vita.
9) Perchè sono rimasta incinta? Abbiamo usato il preservativo
A 15 anni la possibilità di una gravidanza nei primi 6 mesi di attività sessuale è del 22% , inoltre il 20% dei concepimenti avviene nel 1 mese e il 50% entro 6 mesi dal 1° rapporto, perché gli adolescenti non pensano subito di prendere in seria considerazione il problema del controllo della fertilità e frequentemente ignorano sia l’uso corretto del preservativo che della pillola, che comunque non sono infallibili. Se è vero che negli ultimi 15 anni sempre più adolescenti hanno usato contraccettivi , è anche vero che sempre più adolescenti sono diventati sessualmente attivi e né il tasso di gravidanze né di aborti sono diminuiti . Inoltre la categoria dove sono maggiormente incrementate le malattie a trasmissione sessuale è proprio quella degli adolescenti e giovani adulti. Al punto che è ormai comprovato che solo una maggiore insistenza sull’opportunità dell’astinenza dal rapporto sessuale unita ad un progetto serio di educazione all’affettività potrà permettere in futuro un reale decremento del tasso di gravidanze, IVG e malattie sessualmente trasmissibili nell’adolescente.
10) Non voglio abortire ma non posso tenere il bambino
Se sei minore di sedici anni non puoi riconoscere il figlio naturale e l’attestazione di nascita dovrà riportare la dicitura “donna che non può essere nominata”, così come nel caso di una madre che desideri partorire in anonimato e non riconoscere il bambino. Quando il neonato non è riconosciuto neanche dal padre se ultrasedicenne, il Tribunale per i Minorenni adotta gli opportuni provvedimenti a tutela del minore. Viene aperto un fascicolo per la sua adottabilità, accorciando i tempi per l’inserimento in una famiglia accogliente del bambino, cui tu hai garantito il più importante dei diritti: la vita. Nel caso tu voglia comunque occuparti di tuo figlio, la procedura di adottabilità è rinviata sino al compimento del 16° anno, purché il bambino, adeguatamente accudito, abbia un rapporto continuativo con la madre stessa. Non di rado il neonato viene affidato ai nonni e vive quindi in casa anche con la madre. Il tribunale può anche decidere di nominare un tutore provvisorio. Al compimento dei sedici anni, puoi effettuare il riconoscimento e il tribunale chiuderà la procedura di adottabilità del minore, a meno che non emerga comunque uno stato di abbandono materiale e morale.
CURRICULUM VITAE DELLA DOTT. DONATA MAGNONI
Donatella Magnoni
Via Dandolo 6 21100 Varese (Varese) ITALIA
Tel. 0332.283084
Tel cell. 346 1880949
E-mail: cav-responsabile@vitavarese.org
68 anni, Medico Pediatra, fino a dicembre 2012 Pediatra di Famiglia ASL 14 Distretto di Varese, dal maggio 1990 ad oggi Volontaria Movimento e Centro Aiuto alla Vita Varese onlus, dal 2008 Vicepresidente, Responsabile CAV Varese.
Dal 2006 ad oggi collabora con il Circolo Didattico 7 e successivamente Istituto Comprensivo 4 Anna Frank in Varese in qualità di Coordinatore e Relatore in corsi di formazione per Genitori e Personale Docente su tematiche educazionali