Ero una giovane donna in carriera e avevo appena cambiato lavoro, accettando una posizione di maggiore responsabilità.
Quella mattina, al risveglio, dopo una notte d’amore, un senso di angoscia mi prese per il timore di una gravidanza, in quel momento proprio inopportuna.
Gli sguardi interrogativi tra me e mio marito, un senso di angoscioso affanno dentro di me e, infine, l’idea di prendere la pillola del giorno dopo o di due o tre o cinque giorni dopo, non so più, che tanto di danni non ne avrebbe fatti.
Quella pillola la presi subito, senza troppo pensarci, nonostante sentissi come un brivido dentro per la strana sensazione di aver come superato un limite.
Non saprò mai se, quella notte, la vita era nata in me; forse sì, forse no. Se non era nata, nulla è successo. Se invece era nata, io e mio marito l’abbiamo negata.
Questo fatto, per molto tempo, l’ho dimenticato completamente; di certo rimosso in profondità. Poco tempo fa, improvvisamente ho avuto come un lampo di memoria e di sgomento.
Ci ripenso ora, più consapevole e matura, più libera. Cosa sia successo in me non lo saprò mai: vita o morte? Non lo saprò mai ma rimane il dubbio.
Forse solo dai sogni, che ci parlano e raccontano dei desideri più nascosti del nostro cuore, possiamo imparare la verità su di noi e sugli altri.
E se la vita era nata in me? Non posso crederci, non voglio accettare il pensiero di avere eliminato, dentro di me, un germoglio minuscolo di vita nascente.
Oggi sarebbe un bel giovane, un mondo nuovo di immensa grandezza che si apre alla vita, ad un nuovo lavoro, ad un nuovo amore.
Perdonarsi e perdonare è la sola strada che ci resta davanti. Guardare alla vita vissuta con rassegnazione perché il passato non si può cambiare mentre il futuro si può ancora inventare.
Aiutarsi a capire, aiutare altri a capire dove sta la Verità per poter fare le scelte giuste. Perché le uniche scelte giuste non sono quelle dettate dalla paura bensì quelle dettate dall’amore che scelgono per la vita.
Sempre, ad ogni età.
Susanna Primavera
