La storia di Maria ed Elisabetta, Gesù e Giovanni: presenza viva di due bimbi nel ventre delle loro mamme. Il racconto del saluto, della gioia, del riconoscimento della maternità.

Quando Gesù era nella pancia della mamma”.

“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore»”. (Lc 1,39-45)

Due donne, due mamme, due bimbi non ancora nati

Due donne. Due mamme. Due bimbi. Ancora nell’utero materno. Piccoli.  Il bimbo di Elisabetta di 6 mesi, di poche settimane quello di Maria. Ma una interpretazione dice anche: 6 mesi quello di Maria, e quasi al termine quello di Elisabetta. Rispettivamente, la madre di S. Giovanni il Battista, il Precursore del Messia, e la Madre del Figlio di Dio, il Salvatore del mondo. S. Elisabetta e Maria Santissima. Davanti a questo mistero della Visitazione, come si usa chiamare questo episodio del Vangelo, i santi si commuovevano: San Filippo Neri, fino alle lacrime, contemplando una tela che raffigurava questo incontro. L’incontro di due maternità, l’incontro di un unico mistero: quello della vita nascente.

Il Figlio di Dio, la seconda persona della SS. Trinità, nella infinita sapienza e misericordia del Creatore, ha voluto nascere da un grembo di donna. Il Suo concepimento è stato unico e irripetibile e un miracolo e mistero, ma da lì in poi, il vero-uomo-Gesù, si è formato nel grembo di Maria come tutti gli altri. Vero uomo e vero Dio. Il mistero della Rivelazione, che ci parla del mistero di ogni concepimento umano.

“Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre”, canta il salmo 139

“Dio che come un abile tessitore, inizia a formare l’essere umano dal suo concepimento, intrecciando i fili, i “tessuti umani” di ogni concepito, già pienamente essere umano, portatore di um mistero unico e irripetibile, come il suo codice genetico ( anche questo “intrecciato” con una doppia elica, il DNA).

Queste Donne incontrandosi nel mistero della maternità, con i loro pancioni, si salutano. Si incontrano, si visitano nella loro gioia. La gioia di una nascita imminente, la gioia di un concepimento, miracoloso: per Elisabetta ormai in là con l’età, è stato il segno della vicinanza di Dio, e la soluzione alla sua vergogna di non essere ancora madre. (Nelle mentalità semitica, essere sterili era il segno di una maledizione/non benedizione da parte di Dio a quella coppia).

Gioia dell’essere madre, gioia dell’essere figlio

Le due madri esultano di gioia nel vedersi, e avviene anche per i loro bimbi. Lo Spirito Santo riempie di una gioia soprannaturale sia Elisabetta che Giovanni il Battista, che persino nel grembo materno si muove esultante. Conosciamo quanto i bimbi nel grembo delle loro madri percepiscano ogni cosa del mondo esterno e del mondo interiore della propria mamma. La gioia incontenibile del Battista, che avrà stiracchiato le gambine e le braccine verso suo cugino, è stata trasmessa alla madre, tanto che lei deve pronunciare queste parole di testimonianza: “Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo”.

Si può gioire per ogni nascita, a maggior ragione per la nascita del figlio di Dio

Il mistero della Vita, del concepimento, della formazione del bimbo nel grembo materno, fin dalle sue prime cellule, fin dalla sua creazione, portatore già dall’inizio di anima incorruttibile, non si può negare o tacere. Con questo fatto concreto della vita di Cristo, Dio Padre, il datore della Vita, vuole comunicarci quanto è importante riconoscere subito nella vita nascente del concepito, un valore inestimabile, una identità personale già formata e portatrice di diritti, come diremmo oggi.
Contemplando queste due mamme, le loro gioie, le loro attese, le loro rispettabili premure, siamo richiamati a gioire insieme a loro per il dono della Vita, della Maternità, della nascita di ogni persona umana. 

 

don Andrea Tosca

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