Gli slogan del passato” l’utero è mio e decido io”, oppure “ vietato vietare”, o ancora “ il corpo è mio e decido io “, urlati dalle
4 mani, 4 gambe, 2 cuori…
Abbiamo certo diritti sui nostri corpi e autonomia decisionale, ma, appunto, sui NOSTRI corpi. Se un bimbo fosse parte del corpo della mamma, dovremmo considerare una donna incinta con 2 paia di gambe, 2 braccia, 2 cuori… una specie di tutt’uno indivisibile, quasi un’escrescenza nel corpo materno. Il che è semplicemente ridicolo e privo di fondamenti scientifici. Se poi una donna fosse in attesa di un maschio, sarebbe da considerare in parte maschio e in parte femmina? La logica dice di no!
Controllo sul proprio corpo significa diritto di vita e di morte?
certamente non si può accettare, nella società libera e dei diritti della quale facciamo parte, che sia diritto della mamma anche eliminare la vita di un essere umano innocente, proprio di quello che la donna stessa ha contribuito a generare! A questo punto, paradossalmente, sarebbe da considerarsi reato l’eliminazione di un cane o di un gatto, estranei al corpo della madre, ma non l’uccisione di un bimbo nel ventre della sua mamma. Anche in questo caso la logica non regge.
Droghe letali in gravidanza: sì o no?
È comunemente considerato orribile e deprecabile assumere intenzionalmente sostanze come droghe o farmaci pericolosi, in gravidanza, visto che la scienza è unanime nel ritenerli pericolosi tanto da causare danni fisici o mentali al bimbo che la donna attende. Però, se ad una donna è concesso fare con il proprio corpo qualunque cosa, compreso uccidere il proprio piccolo, perché mai dovrebbe essere considerato sbagliato assumere droghe letali?
Madri e padri hanno responsabilità verso i figli
I genitori hanno obblighi naturali e legali di assistere, educare, crescere, far studiare la propria prole. Lo sancisce in Italia la Costituzione all’articolo 30. Perché questi obblighi varrebbero dopo la nascita, mentre prima sarebbe invece lecito disattenderli?
Conseguenze diseducative delle pretese di autodeterminazione femminile
Cosa può causare, a livello educativo, nell’immaginario maschile, l’affermazione gridata “ Il corpo è mio e decido io”? Gravi conseguenze : se la decisione è totalmente della madre, perché mai il padre dovrebbe assumersi delle responsabilità nei confronti del figlio e della famiglia? Se il corpo è della donna, il bimbo è della donna, la scelta è solo della donna, allora, dal punto di vista del padre, anche il problema della gravidanza inattesa sarà solo della donna! Ecco dove nasce la deresponsabilizzazione maschile nei confronti della maternità e della famiglia : una grave crisi scatenata senz’altro anche dall’articolo della legge 194 che attribuisce alla donna, e a lei sola, il diritto di decidere dell’aborto.(…)
“L’articolo 5 della legge numero 194/1978, infatti, prevede (ai commi 1 e 2) la presenza dell’uomo nel consultorio, nella struttura sanitaria o presso il medico di fiducia ai quali si rivolge la madre, solo nel caso in cui quest’ultima vi acconsenta.(…)”(si puo leggere qui una sentenza in merito all’opposizione del padre).https://www.studiocataldi.it/articoli/24833-il-padre-puo-opporsi-alla-decisione-della-madre-di-abortire.asp
La “Rivoluzione copernicana” dell’amore
Gli slogan veterofemministi appartengono al passato, vanno relegati in soffitta. Combattiamo per una società giusta, una società nella quale i diritti del corpo e l’autonomia della donna significhino il rispetto e la protezione di ogni vita, inclusa la più debole tra noi. È la “Rivoluzione copernicana” dell’amore: ” Ogni volta che si cerca di risolvere un problema, ricorrendo all’amore, tutto diventa chiaro”.