Caratteristiche principali

Il primo dato interessante è che il 75 % dei soggetti diagnosticati con disturbo Borderline è di sesso femminile (DSM-5; Gunderson, 2008).

Il disturbo Borderline di personalità è caratterizzato da instabilità emotiva, delle relazioni interpersonali e nell’immagine di sé. I rapporti interpersonali sono tumultuosi e segnati dall’alternanza di idealizzazione e svalutazione e dalla paura dell’abbandono. I sentimenti che si alternano sono la rabbia e il senso di vuoto, il quale spesso viene colmato con attività “al limite” come abuso di sostanze, abuso di alcool, tentativi di suicidio, autolesionismo, promiscuità sessuale. Spesso, inoltre, il disturbo porta le persone a una marcata impulsività. L’identità è instabile.

Gli agiti delle persone che soffrono di tale disturbo, come scoppi d’ira o tentativi di suicidio, hanno il fine di ottenere attenzione e rassicurazione, finiscono quasi sempre per allontanare gli altri, confermando così il loro timore di essere abbandonati.

Eziologia

L’origine di tale disturbo, la sua eziologia appunto, è multifattoriale, cioè vi sono diversi fattori che influiscono sulla comparsa di sintomi Borderline (Zanarini e Frankenburg, 1997). Gabbard (2005) riscontra che nel 60 % dei casi ragazze/i borderline hanno subito abusi sessuali nell’infanzia.  Masterson e Rinsley (1975) teorizzano, invece, che le madri di ragazze borderline avrebbero trasmesso un messaggio contraddittorio: ogni tentativo di separazione e individuazione porta alla perdita del loro amore, ma la scelta di rimanere nella relazione implica la perdita della propria autonomia. Liotti (2011) riconduce il nucleo del disturbo all’attaccamento disorganizzato. Ciò comporta una rappresentazione confusa di sé e della figura di attaccamento (tipicamente la madre); Dimaggio e Semerari (2003) propongono dei deficit funzionali nelle capacità metacognitive: deficit nella regolazione emotiva e deficit di differenziazione tra realtà e sua rappresentazione, conseguenza della disregolazione emotiva.

Trattamento

L’efficacia maggiore si ottiene con la copresenza di un trattamento farmacologico e uno psicologico. Come trattamento psicologico si può proporre una psicoterapia basata sulla mentalizzazione (Bateman, Fonagy, 2004); in questo intervento ci si focalizza sull’estensione e sul rafforzamento delle capacità di mentalizzazione del paziente. Marsha Linehan propone una terapia dialettico-comportamentale (DBT,1999), nella quale favorire l’accettazione di tutti gli stati emotivi, anche quelli più sgradevoli e dolorosi e rinforzare gli aspetti sani del paziente. Il terapeuta insegna alcune abilità per controllare la propria emotività e per limitare comportamenti disadattivi, come, ad esempio, tecniche di mindfulness. Un più recente trattamento del disturbo borderline è stato proposto da Raffaele Visintini, il metodo GET (Gruppi Esperienziali Terapeutici). Questo intervento utilizza il gruppo con uno scopo terapeutico. di apprendimento e contenitivo. Tale metodo, che prende avvio dal modello della Linehan, viene illustrato nella sua opera Il modello GET per la personalità borderline, in uscita nel 2024, pubblicato da FrancoAngeli Editore, Milano.

Al di là del trattamento che si sceglie di intraprendere, le persone con disturbo borderline di personalità, a mio parere, hanno bisogno di un incontro che, prima di tutto, sia umano e autentico. Il professionista, inoltre, deve fornire limiti e confini che, solitamente, tali pazienti non hanno o valicano costantemente. L’intervento richiede tempo e una buona compliance, cioè un’elevata motivazione da parte del paziente nel lavorare su traumi passati, individuare strategie efficaci nel presente e organizzare un progetto coerente per il proprio futuro.

Bibliografia: Lingiardi V., Gazzillo F., La personalità e i suoi disturbi, Raffaello Cortina Editore, Milano

Virginia Banfi

Per approfondire i criteri diagnostici: https://www.srmpsicologia.com/borderline/dagnosi.htm

Link articolo film sull’argomento: https://www.vitavarese.org/ragazze-interrotte/

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Per un approfondimento sulla metacognizione e sulla mentalizzazione si rimanda a prossimi articoli.