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Il film

Il film, della grande regista Sofia Coppola, è ambientato nel Michigan di metà anni Settanta e racconta la storia delle sorelle Lisbon. Therese, Mary, Bonnie, Lux e Cecilia sono cinque adolescenti dai capelli biondi cresciute da una madre severa e un padre dal temperamento molle nella periferia di Detroit. Le ragazze vivono un’adolescenza asfissiante, fatta di regole e divieti. Le sorelle Lisbon sono ragazze misteriose e, soprattutto per questo, affascinanti agli occhi dei ragazzi del vicinato e dei compagni di scuola.

La trama

La pellicola ha un’atmosfera sognante fatta di smalti e profumi, vinili dei Kiss e cataloghi di luoghi esotici grazie ai quali sognare di perdersi nelle fantasie di viaggi ed evasione. Le protagoniste vengono definite: “Donne travestite che capivano l’amore e la morte”. Sono ragazze piene della maturità tipica dell’adolescenza, ma è il disagio che provano che le porterà al gesto più estremo. Il primo segno di ribellione è costituito dal tentato suicidio della sorella più giovane, Cecilia. Quest’ultima sarà la prima a mettere in atto il suicidio buttandosi dalla finestra sulla ringhiera in giardino. Prigioniere nella loro stessa casa, sono ragazze che non vengono ascoltate e la loro vita diventa un ammasso di possibilità inespresse e di vuoto. Le sorelle meditano e organizzano un suicidio di massa, chiamando i vicini di casa in modo che i ragazzi trovino i loro corpi esanimi.

Il messaggio

Cosa vuole comunicare questo film quasi onirico e drammatico insieme? Il film è una denuncia della sofferenza psichica nel periodo adolescenziale. Inoltre, emerge il tema dell’incomunicabilità tra generazioni che crea un muro che divide. Lo stile educativo genitoriale ostacola il dialogo e aumenta il gap generazionale. Le adolescenti desiderano: desiderano l’incontro con l’altro, col diverso, con i ragazzi, desiderano evadere, uscire dalla quotidianità e desiderano scoprire. Gli adolescenti pongono una sfida alla società e, se i genitori, gli adulti non riescono a rispondere a tale sfida, ecco che si arriva a gesti estremi per attirare attenzione su di sé.

Il tema della vita

Se parliamo di difesa della vita, dobbiamo parlare anche del rischio suicidario e di come prevenirlo. La prevenzione consiste nella comunicazione aperta tra generazioni a scuola e in famiglia e nell’evitare di spaventarci di fronte al disagio psichico, tendendo la mano e consigliando professionisti che possano aiutare i ragazzi. Vorrei portare alla luce che il suicidio è un problema reale e che le minacce, i tentativi di suicidio sono campanelli di allarme, richieste di aiuto da non sottovalutare. Uno studio approfondito sul suicidio è stato compiuto dal sociologo Durkheim. Egli propone tre tipi di suicidio: altruistico, egoistico e anomico. Nell’epoca moderna è molto più probabile il suicidio anomico. Quest’ultimo si manifesta nell’assenza di regole nel comportamento degli individui e viene commesso generalmente da persone i cui desideri sono repressi da disciplina o regole autoritarie. Questo tipo di suicidio viene messo in atto in presenza di anarchia, di crisi economiche e politiche, in assenza di punti di riferimento. Conquistata la libertà, i diritti, ci si ritrova senza fari nella notte e, quando si vivono periodi di spaesamento, l’unica soluzione che sembra plausibile è andarsene… Possiamo chiederci: quanto siamo responsabili di questo?

link al trailer: https://youtu.be/CuC1v0I-GCQ?si=Sn85LI2lZENlSVc_

link per approfondire: https://hotcorn.com/it/film/news/il-giardino-delle-vergini-suicide-film-sofia-coppola/

link stile genitoriale: Genitori e stili educativi. La parola alla psicologa dott. Virginia Banfi

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Virginia Banfi