Alla ricerca delle proprie radici
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Il film
Il film, ora nelle sale, racconta di una storia sconosciuta, a tratti comica e a tratti tragica. Attraverso le storie di Giovanni e Gustavo, il film ci spiega il Decreto-legge ancora oggi in vigore in Italia che permette ai figli non riconosciuti alla nascita di conoscere l’identità della propria madre naturale solo al compimento del loro centesimo anno di età. Un decreto anacronistico, di cui l’Italia rimane un unicum in tutta Europa, che si fonda sul diritto della madre naturale a mantenere l’anonimato e la riservatezza assoluti.
La trama
Giovanni, volontario dell’Associazione Nazionale Figli Adottivi e Genitori Naturali, incontra Gustavo, l’unico centenario italiano non riconosciuto alla nascita. Giovanni vuole portare Gustavo, davanti alle cariche politiche per poter modificare il Decreto-legge. Nel corso del viaggio che porta i due dall’ospizio in cui risiede Gustavo a Roma, i protagonisti si conoscono, aprono ferite reciproche e, alla fine, si capiscono e si sostengono. Giovanni, infatti, poco tempo prima ha scoperto di essere stato adottato dai suoi genitori perché non riconosciuto alla nascita. Questa rivelazione lascia in lui tanta sofferenza e sentimento di tradimento da parte di quelli che credeva essere i suoi genitori naturali. Giovanni fa del progetto di cambiare la legge attuale un punto d’onore perché in primis lui stesso vorrebbe conoscere la sua madre naturale. Gustavo si presenta come un personaggio sui generis, un anziano signore che vorrebbe ancora poter gustare la vita. Vengono mostrate delle scene che mostrano la sua storia o raccontati degli aneddoti da lui stesso: egli ha vissuto dalle suore fino ai sedici anni, poi ha vagabondato.
Il messaggio
Questa pellicola dà voce alle migliaia di bambini e uomini (o donne) che non sono stati riconosciuti alla nascita, senza aggressività, ma semplicemente mostrando le storie di Giovanni e Gustavo. Nel 2012 la Corte Europea definisce il Decreto-legge italiano anticostituzionale per due motivi: infrange il diritto alla conoscenza delle proprie origini e, quindi, a conoscere la propria identità e infrange il diritto alla salute in quanto non si possono prevenire malattie ereditarie. Gustavo per la maggior parte del film nega che poter conoscere l’identità materna, nonostante l’età avanzata, sia di fondamentale importanza. Possiamo ipotizzare che egli, a causa delle sofferenze e dell’abitudine a cavarsela da solo, abbia covato rabbia e rancore verso una madre che lo ha abbandonato. Per questo motivo tenta di negare di aver bisogno di conoscere, di riconciliarsi con lei, di incontrarla, seppur in un cimitero.
Il tema della vita
Si sente dire spesso che i figli non sono di li genera, ma di chi li cresce. Penso sia vero solo in parte: i figli sono di entrambi. Solo conoscendo chi ci ha generati, possiamo recuperare le nostre origini. Giovanni, nel film, mette da parte l’orgoglio e l’astio verso la sua madre adottiva e la perdona perché è stato amato e accolto da lei e dal padre, ormai defunto. Penso che resti in lui, però, il desiderio di scoprire l’identità della sua madre naturale. Questo non vuole dire non essere riconoscenti dell’amore e della cura dei genitori adottivi o di altre persone che si sono prese cura di bambini abbandonati alla nascita, ma voler rispondere alla domanda: “Io da dove vengo?”. Noi cristiani diamo anche un’altra accezione a questa domanda e siamo chiamati a rispondere così: le nostre origini sono in Dio Padre che ci ha amati prima che noi nascessimo e ci ha creati. Noi siamo figli di Dio.
link al trailer: https://youtu.be/XjkEvrHD_yw?si=5SfsiLEcn2mg1cxs
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Virginia Banfi