Al liceo classico di Varese una lezione sull’importanza dello studio
Il principe Miškin nell’Idiota di Dostoevskij afferma:”La bellezza salverà il mondo”, frase celeberrima, per nulla riferibile al solo attributo estetico, e che sottintende una grande profondità. Innumerevoli gli scritti derivati, tra i quali suggeriamo un bellissimo articolo che si può leggere qui: (…) “Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato Fiodor Dostoevskij. La bellezza era così centrale nella sua vita, ci racconta Grun, monaco benedettino e grande spiritualista, nel suo ultimo libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” (Vier Turne Verlag 2014) che il grande romanziere russo andava almeno una volta all’anno a vedere la bellissima Madonna Sixtina di Raffaello. Rimaneva a lungo in contemplazione davanti a quella splendida figura. Questo fatto è sorprendente, dato che i suoi romanzi penetrano nelle zone più oscure e perfino perverse dell’animo umano. Ma quello che lo spingeva, in verità, era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo” (…).
L’eredità dei Greci: il “bello e buono”
Il mondo greco, al quale tutte le culture di tutti i tempi sono debitrici, offre infiniti spunti per riflettere sul concetto di bellezza: il punto nodale ruota intorno al concetto del “kalon kai agathon”, al “bello e buono”, a quell’armonia tra qualità interiori e esteriori, segno di nobiltà e fierezza sia degli uomini sia delle donne. Per approfondire il pensiero dei Greci è necessario studiare, tanto, fidarsi del valore della cultura così come propone la scuola italiana, per molto tempo ritenuta la migliore del mondo.
Il docente che insegna con competenza e con passione offre ai suoi ragazzi un’ enorme “arma” , quella della cultura: ricordiamo Gerge Orwell affermare, nel suo romanzo distopico, “la cultura è potere“.
Dalla cultura e dall’amore per il bello derivano la profonda libertà di chi riesce a non farsi ingabbiare e intimidire dal resto del mondo.
E’ questo il ruolo della scuola, questo, appunto il potere della scuola: insegnare a essere liberi. A Varese si è avuto un esempio di come la bellezza possa “salvare” gli studenti e di come la scuola possa essere lo strumento per la libertà: il Liceo Classico “Cairoli ” ha organizzato proprio un incontro su questo tema chiamando come relatore il Prof. Gianni Ghiselli, già docente di Liceo e di Università. Autore di numerose pubblicazioni, traduzioni e commenti di tragedie greche, di altissimo profilo linguistico e letterario, il prof. Ghiselli ha offerto solo un piccolo saggio della sua sterminata cultura dedicandosi a ” La Bellezza nel mondo classico”. E’ possibile vedere qui il servizio di Rete 55 sulla conferenza.
Citiamo alcuni passaggi della relazione, rimandando al blog del Prof. Ghiselli per la lettura integrale del tema della bellezza e di altri innumerevoli approfondimenti, che partono tutti da un denominatore comune: la conoscenza diretta e la citazione dei testi in lingua, greca e latina, principalmente, ma anche di altre letterature.
Paride : l’Iliade e il contrasto tra apparenza e sostanza (III canto)
In testa all’esercito troiano si fa vedere Paride con l’aspetto di un dio, con pelle di pantera sopra le spalle, arco ricurvo e spada, e, per giunta, squassando due lance a punta di bronzo.
Il bellimbusto sfidava tutti i campioni degli Achei. Ma quando Menelao, contento della preda, saltò a terra dal carro per affrontarlo, il seduttore di Elena sbigottì in cuore e si ritirò presso i compagni.
Allora Ettore lo assalì con parole infamanti: gli diede del donnaiolo e seduttore , poi lo accusò di smentire l’ aspetto splendido, con un cuore senza forza né valore (45), in quanto era uomo capace di portare via le donne agli uomini bellicosi ma non di affrontarli.
Paride è visto dal fratello quasi come un “miles gloriosus” ante Plautum con l’aggiunta della bellezza.
Allora Paride gli risponde di non biasimarlo e non rinfacciargli i doni amabili dell’aurea Afrodite (v.64): nemmeno per te sono spregevoli i magnifici doni degli dèi ( v. 65) che del resto nessuno può scegliersi.
Quindi si presta ad affrontare in duello il rivale Menelao. Se la caverà solo in quanto salvato da Afrodite.
Primo insegnamento: la bellezza esteriore non è tutto.
Il rispetto del vincolo coniugale era già presente in una società pagana e dissoluta (secondo i nostri parametri) come quella greca. La famiglia è società naturale preesistente allo Stato, alla religione, al credo.
Odisseo e il valore dell’eloquenza
Odisseo non era bello: “Non formosus erat, sed erat facundus Ulixes/et tamen aequoreas torsit amore deas “
Nel terzo canto dell’Iliade, Priamo chiede a Elena di identificare i capi dei guerrieri Achei visibili dalla torre presso le porte Scee; uno gli parve (vv. 193-194), più piccolo della testa di Agamennone Atride, ma più largo di spalle e di petto a vedersi. La maliarda rispose che quello era Odisseo esperto di ogni sorta di inganni e di fitti pensieri (v. 202). Quindi Antenore aggiunge che egli l’aveva visto una volta a Troia, in ambasciata con Menelao, e quando i due erano seduti, era più maestoso Odisseo, ma quando stavano in piedi, Menelao lo sovrastava delle larghe spalle (v. 210).
Ulisse, in piedi, se non parlava, sembrava un uomo ignorante o addirittura uno furente e pazzo, ma, quando parlava, dal petto mandava fuori parole simili a fiocchi di neve d’inverno (v. 222), ossia manifestava la potenza della natura, e allora non si provava più meraviglia per l’aspetto.
Ovidio, Ars Amatoria , II, 123-124. Bello non era ma era bravo a parlare Ulisse e pure fece struggere d’amore le dee del mare. Sono versi non per caso citati da Kierkegaard nel Diario del seduttore .
Secondo insegnamento: la facondia, la capacità di parlare, è superiore al fatto estetico.
L’intelligenza e la cultura trascendono la persona ben oltre i propri muscoli e la propria avvenenza.
Dalla bellezza del corpo alla bellezza delle parole
Isocrate, la bellezza delle parole ( Panegirico, 47-49).
Dei discorsi belli e ben costruiti non hanno parte gli sciocchi, ma essi sono opera di una mente capace di pensare.
Le persone reputate sagge e quelle reputate ignoranti, sono differenti tra loro soprattutto in questo, e coloro i quali sono stati educati da persone libere, non si riconoscono dal coraggio, e dalla ricchezza e da altri beni del genere, ma riescono evidenti soprattutto dai loro discorsi, e questo è il segno più sicuro ed evidente dell’educazione di ciascuno di noi.
Quelli i quali impiegano con bellezza l’eloquenza non solo sono potenti nelle loro città, ma vengono onorati anche presso gli altri.
Terzo insegnamento: esiste la bellezza delle parole. E non è un dono degli dei, ma si può apprendere
Risulta così visibile e chiaro il passaggio da ciò che è materiale a ciò che appartiene ad una dimensione altra, superiore, ma, soprattutto, non condizionata dall’essere un “dono”: belli si nasce, ma eloquenti, colti, saggi, si può diventare.
Il potere della scuola: permettere a chiunque di diventare “bello” nel senso più profondo del termine.
Sempre dal blog del Prof. Gianni Ghiselli un invito agli studenti:
“Cari giovani che, come me, avete bisogno e voglia di imparare, non date retta alla fanciulla svedese che sbandiera lo slogan: “SKOLSTREJK FOR KLIMATET” , sciopero scolastico per il clima. (…) I poteri che manovrano i media la glorificano e santificano perché oltre le banalità note a tutti deve fare credere ai giovani che la scuola non serve. Se ha avuto successo una come lei , è il messaggio, possono averlo tutti. E’ l’inganno tipico della pubblicità: chi mangia il tal panettone è bello, chi ha la tale automobile è felice e così via. Chi non va a scuola dunque ha successo come Greta: gira il mondo e diviene persona dell’anno. Non cascateci giovani: quella ragazza è utilizzata, forse senza che se ne renda nemmeno conto, per convincervi che studiare, durare fatica, imparare a pensare, a parlare a criticare, non serve a niente.
Nell’Elettra di Sofocle la protagonista dice alla mite sorella Crisotemi: (v. 945):
(…)” bada, senza fatica niente ha successo”.
Questo l’insegnamento lasciato dal Prof. Gianni Ghiselli agli studenti del Liceo Classico Cairoli di Varese.