La coppia: un mito oppure una realtà possibile? Di certo una realtà sempre possibile! Quando una coppia “funziona”, il sogno di felicità muove verso l’unione di due solitudini che, dapprima chiuse in se stesse, si aprono man mano verso una nuova dimensione interpersonale intima e profonda, entusiasmante, piena di risorse e di energie. Dall’innamoramento al sentimento d’amore che supera l’emozione e l’umore del momento e “permane” nell’animo. Il sogno di un amore duraturo alimenta la vita di coppia.
Quando una coppia “funziona”?
L’amore umano è molto concreto e si basa dapprima sull’ attrazione dei corpi, delle personalità e si fonda sempre sul rispetto, sulla delicatezza del sentimento. L’amore si nutre di passione che si rigenera nel tempo, si alimenta rafforzandosi di stima, di ammirazione ma anche di comprensione verso le altrui mancanze, limiti compresi. Infine, l’amore cresce in un rapporto di amicizia, fatto di solidarietà e di complicità. Il metodo che l’amore utilizza è la strada dei valori, quelli classici della serietà, della fedeltà, dell’amore esclusivo e del dono senza ricambio. (L’amore vero. Alla soglia dell’altro, Martin Steffens, Ed. Queriniana, 2021)
Lungo il percorso, le indicazioni da seguire e fare proprie sono le virtù (ad esempio la prudenza, il senso della giustizia anche sociale, la temperanza e la forza di carattere, la carità e l’amore per il prossimo) con lo spirito elevato verso l’alto negli ideali, stelle luminose e segni di Speranza dell’amore.
Se alla base dell’amore vi è invece l’interesse, un bisogno economico o psicologico da colmare, non si tratterà di una scelta veramente libera, porterà la coppia ad assomigliare più a una S.P.A. più che a due amanti. “La felicità più alta è nell’amare in modo libero, assoluto, senza controparte o ricavi … perché la felicità non sta nell’essere amati ma nell’amare” (Thomas Mann, Tonio Kröger, 1903). Similmente San Paolo dice: “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20, 35).
Come arrivarci? Guardando nella stessa direzione! “Amare non è guardarsi l’un l’altro, è guardare insieme nella stessa direzione” (Antoine De Saint-Exupery, Terra degli uomini, 1939).
Si potrebbe anche dire così: l’amore non è solo guardare e ammirare l’amato ma avere comuni idealità da vivere che ci realizzano l’un l’altro.
Cosa significa in concreto realizzare se stesso, le proprie potenzialità?
Realizzarsi significa “divenire” nel tempo se stessi, cioè la persona che siamo destinati ad essere. Significa riuscire ad essere coerenti con se stessi per realizzare la nostra unicità, ovvero le potenzialità e i desideri che poggiano sulle nostre caratteristiche e tendenze di fondo del nostro essere, all’interno di un determinato contesto culturale e familiare.
Il “realizzare se stesso” di ciascuno all’interno della coppia
Dal punto di vista psicologico, questo dell’auto-realizzazione è un aspetto fondante la buona riuscita della coppia. Realizzarsi, cioè crescere ed evolvere verso il massimo del proprio potenziale, richiede attenzione e sponsorizzazione da parte del partner. Ognuno deve avere a cuore la realizzazione dell’altro e promuoverla, scommetterci, infondendo fiducia all’altro e sostenendolo nel suo percorso di sviluppo.
Come educatori desideriamo “pienezza di realizzazione” e ci adoperiamo in favore dei giovani, puntando sulla valorizzazione dei loro talenti, che ci appaiono evidenti nelle abilità esibite. In altri casi, quando emergono insicurezze e difficoltà nel raggiungere obiettivi di performance, puntiamo sulle loro “potenzialità” intraviste magari tra le pieghe di comportamenti e sfumature espressive o in particolari sensibilità.
Ecco, in coppia, la passione per l’auto-realizzazione reciproca è simile a quella dell’educatore verso il giovane. La reciproca capacità di attenzione non demorde nel tempo: incoraggia continuamente, sostiene ed infine esulta, ammira, condivide la gioia e riconosce il merito nel successo raggiunto.
Conosci te stesso!
Realizzare se stesso vuol dire innanzitutto conoscere se stessi e vivere ciò che si è, nel proprio modo unico e irripetibile. Così come non esiste una coppia ideale, così non esiste un ideale di se stessi da raggiungere; sarebbe come lottare contro i mulini a vento.
Per conoscersi è necessario studiarsi, cioè osservare se stessi come di fronte allo specchio dell’anima. Meditare nel silenzio su quanto facciamo può essere molto utile perché ci fa riflettere sui nostri comportamenti, sulle nostre scelte. Conoscersi vuole anche dire ragionare sugli errori che si fanno e capitalizzare su di essi al fine di trovare strade alternative, che non portino a sofferenza; in questo senso vera maestra di vita è la vita stessa. Avere un Maestro che guidi i nostri passi, un professore, un sacerdote, un adulto con esperienza che ammiriamo è molto importante e può fare la differenza delle nostre scelte.
Chi siamo noi? Chi è l’altro? Cercare di conoscere le reciproche personalità, i temperamenti di base, con le tendenze innate, e comprendere quali sono i desideri e soprattutto i valori che attraggono e che si vorrebbe realizzare nella vita. Quali sono le nostre passioni e verso cosa ci sentiamo istintivamente portati.
Attenzione agli inganni verso se stessi: invidiamo qualcuno e vorremmo assomigliargli, al punto da intraprendere una strada non opportuna per noi? Vorremmo diventare bravi in un determinato campo soprattutto per ricevere l’amore e la considerazione dei genitori anche se non si tratta veramente di una nostra vocazione? E’ molto importante fare scelte coerenti con ciò che siamo, con i nostri autentici interessi e desideri, senza farci condizionare da amici e parenti o dagli “influencer” che emergono sui social network e che rischiano di manipolarci e trasformarci in “rinoceronti” (Eugene Ionesco, Rhinoceros, 1959) o in “fotocopie” “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie” (Carlo Acutis)
Dalla coppia alla famiglia con uno stesso stile, capace di adattamento
Ecco, siamo prismi dalle infinite sfaccettature colorate: apriamo dunque bene gli occhi per guardare la nostra propria luce, soprattutto in adolescenza e nella prima età matura, a 20, 30 ma anche a 40 anni: dove siamo arrivati dal punto di vista dello sviluppo personale? Ci sentiamo sereni, realizzati? Cosa desideriamo veramente? Dobbiamo cambiare qualcosa nella nostra vita?
La coppia che funziona possiede una buona capacità di dialogo e si confronta in modo costante. I progetti personali diventano quelli della coppia. Servono idee chiare, continuità d’impegno e determinazione, cioè “carattere”. Dalla coppia fortunata che funziona nasce la famiglia come progetto di coppia, con i figli da donare alla vita. Ecco che l’attenzione all’altro si allarga, si espande, estendendosi alla prole. La coppia diventa capace di spirito di gruppo e si trasforma in una piccola comunità dove si può crescere nell’amore vicendevole. I progetti personali possono essere mantenuti oppure ritoccati in funzione delle nuove necessità familiari. Se ne parlerà insieme nella coppia affiatata, con la passione del confronto per trovare una soluzione, magari un compromesso, che non schiacci e opprima ma che consenta di continuare ad esprimersi con serenità, nel tempo che passa.
Il tempo, che tutto fa cambiare e che trasforma la vita della coppia e della famiglia, richiede infatti grande duttilità mentale, flessibilità, e capacità di adattamento.
Susanna Primavera