Venerdì 11 ottobre alle ore 20.45, presso l’Istituto Maria Ausiliatrice di Casbeno a Varese, si è svolta una serata dal titolo “La cura del Creato nella Dottrina Sociale”, evento organizzato dal Gruppo Insieme per la Vita di Varese.
Ha introdotto la conferenza Claudio Di Giovanni illustrando il tema e presentando la relatrice Susanna Manzin, autrice di diversi romanzi: “Il destino del Fuco”, “Come salmoni in un torrente”, “La bellezza a portata di mano, per un’estetica della vita quotidiana” tutti i libri per le edizioni D’Ettoris Editori (vedi anche Mese per la Vita del 2018)
Nel suo blog, Susanna Manzin si dedica alla cultura del cibo preparato e portato in tavola con un’attenzione e una cura tale da creare non solo bontà ma anche bellezza. Vi sono infatti, in questo rito familiare e amicale, valori nascosti sociali, relazionali e culturali che generano unione, amicizia, cordialità e allegria. Una bellezza speciale che oggi, con il mangiare veloce della vita frenetica moderna unito alla filosofia del “semplice, pratico e utile”, rischiamo di perdere.
Nella sua relazione, Susanna Manzin ci ha parlato però di un’altra bellezza, quella strabiliante della Natura e del Creato. La Dottrina Sociale, che nasce nel cuore stesso della Chiesa, sottolinea proprio il bello e il buono che vi sono nella Creazione, una bellezza tale da lasciarci sempre ammirati. La salvaguardia della natura è uno dei segni del nostro tempo. Sul tema specifico della Bellezza, vedi qui il docufilm di Roger Scruton.
La vita da salvaguardare
Nella sua Enciclica Laudato Sì del 2015, Papa Francesco parla di un’ecologia integrale in cui tutto è interconnesso. Il tema va infatti affrontato in modo globale e non solo ecologico: fa parte del creato anche la stessa vita degli uomini che è da salvaguardare ed è la vita di ogni essere umano, dal concepimento fino alla sua morte naturale.
Oggi, la tutela dell’ambiente rappresenta una sfida culturale, spirituale ed educativa. E’ il tema dominante che viene cavalcato dai progressisti, come possiamo vedere proprio in questi giorni dei “Fridays for future” in alcune città italiane.
Il tema in verità viene affrontato da un lato dai catastrofisti e, dal lato opposto, dai negazionisti. La realtà è molto più complessa di quanto non sembri e sarebbe un errore ignorarla o accodarsi alle tesi estremiste, accettando la posizione acriticamente.
La Dottrina Sociale può dirci qualcosa in merito? Certamente, può darci risposte significative. In effetti, la domanda sulla tutela del creato è giusta, posta correttamente ed ineludibile, mentre le risposte che sono state date finora non lo sono affatto. Potremmo fare un paragone storico, ripensando alle grandi ingiustizie del mondo operaio nell’Ottocento, problema reale a cui il comunismo diede una risposta sbagliata.
I principi della Dottrina Sociale
Sintetizzando, i presupposti della Dottrina Sociale della Chiesa rispetto all’ambiente sono i seguenti:
1. Dire “Creazione” è dire qualcosa di più che la semplice “Natura”, perché nella Creazione c’è implicitamente l’esistenza di un Creatore. Il Creato è qualcosa di molto bello e il Creato non è Dio, non si identifica con Lui. Oggi invece è in atto una sacralizzazione della natura che viene mitizzata in una sorta di “panteismo”;
2. Il rapporto tra Dio e il Creato: l’uomo viene creato per ultimo, quale essere superiore a tutte le altre creature e dotato di parola, libertà e responsabilità. Una visione dell’uomo molto diversa da quella in voga attualmente in cui l’uomo è visto esclusivamente come distruttore del creato;
3. Dio affida all’uomo il Creato, in modo tale che l’uomo ne diventi in parte “responsabile”. Pertanto, l’uomo non deve esercitare un arbitrario egocentrismo dispotico (il sentirsi superiore alla Natura, percepita come qualcosa di manipolabile, senza rispetto). Nel relativismo, ad esempio, non ci sono più valori uguali per tutti e si fa un uso egoistico dell’ambiente, con un’economia orientata soltanto al profitto.
Nel corso della storia della Chiesa abbiamo avuto due atteggiamenti positivi verso il Creato: la spiritualità benedettina e la spiritualità francescana. Pertanto, la Chiesa respinge l’accusa di avere un atteggiamento possessivo verso la natura o di porsi in contrasto al progresso. Oggi si arriva perfino a sconfessare tutta l’opera dei benedettini in Europa (vedi il caso del belga Frans Timmermans)
Nella Genesi, ad un certo punto, si inserisce il “peccato” con cui l’uomo rompe ogni rapporto armonico con se stesso, con Dio e con la Natura.
E’ interessante notare che in epoca moderna, il Sapere è inteso come Potere sulla Creazione e ricerca del Profitto senza limiti (liberalismo).
Nei regimi comunisti, la natura è stata spesso vandalizzata (vedi anche l’inquinamento atmosferico in Cina).
Dove si sta sbagliando?
L’ecocentrismo, come anche l’animalismo, è il tentativo di eliminare la differenza tra uomo e animali, rappresenta una critica alla modernità, un’ulteriore critica alla civiltà europea. Con la globalizzazione, molti provvedimenti a livello europeo ci “costringono” oggi ad orientare le spese verso l’acquisto di nuove auto, interventi sulle case, ecc..
Possiamo parlare oggi di Neo-malthusianesimo: vedi il controllo delle nascite o addirittura il rifiutarsi di procreare per potere elevare il generale tenore di vita e “perché siamo fin troppi su questa terra”.
Pensiamo anche all’attivismo violento degli eco-terroristi che distruggono opere d’arte per sensibilizzare l’opinione pubblica. Tuttavia, ferire l’arte come strumento ecologista non si può!
Un ultimo esempio, la legge sul ripristino della natura, che fissa dei criteri rigidi che mettono in ginocchio gli agricoltori. Ha un’impostazione sbagliata, come se l’agricoltore facesse male alla natura mentre non è così.
Tutte queste risposte sono evidentemente sbagliate.
La risposta giusta
“Il libro della natura è unico e indivisibile e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali e altri aspetti. Di conseguenza, il degrado della natura è direttamente connesso con la cultura che modella la convivenza umana” (Papa Francesco)
“I deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati più ampi.” (Benedetto XVI)
“Il problema ambientale nasce quando l’uomo cessa di vedere l’ambiente circostante come una casa.” (Roger Scruton)
Diciamo quindi SI’ alla Difesa del creato:
– autentica e integrale;
– in armonia con la nostra fede.
Centrata sul rispetto dell’uomo, della vita, della famiglia, della libertà e del Principio di Sussidiarietà.
Possiamo essere collaboratori di Dio e creare un Eden oppure il contrario e creare un deserto. Del resto, ogni ideologia ha una matrice agnostica per cui il Salvatore del mondo è visto come l’uomo stesso.
Susanna Primavera