“L’amore non è un sentimento” può apparire un’affermazione paradossale ma, se si parte da questo assunto, si può capire molto di alcuni fraintendimenti del nostro tempo.
Al giorno d’oggi il matrimonio sembra una istituzione anacronistica.
Le persone – si dice – sono libere di scegliere chi sposare, se sposarsi ma, soprattutto, sono libere di interrompere il matrimonio. Eppure la Chiesa continua a pretendere che il matrimonio sia «per sempre», come se vivessimo ancora nel Medioevo. Come può, l’amore, essere «per sempre»?
L’amore è “per sempre”?
Amore è…ragione, sentimento, volontà
Ecco la risposta di Benedetto XVI.
[…] conosciamo il «mariage coutumier» dell’Africa e il matrimonio occidentale. Anche in Europa, per dire la verità, fino all’Ottocento, c’era un altro modello di matrimonio dominante, come adesso: spesso il matrimonio era in realtà un contratto tra clan, dove si cercava di conservare il clan, di aprire il futuro, di difendere le proprietà, eccetera. Si cercava l’uno per l’altro da parte del clan, sperando che fossero adatti l’uno all’altro. Così era in parte anche nei nostri paesi. Io mi ricordo che in un piccolo paese, nel quale sono andato a scuola, era in gran parte ancora così. Ma poi, dall’Ottocento, segue l’emancipazione dell’individuo, la libertà della persona, e il matrimonio non è più basato sulla volontà di altri, ma sulla propria scelta; precede l’innamoramento, diventa poi fidanzamento e quindi matrimonio. In quel tempo tutti eravamo convinti che questo fosse l’unico modello giusto e che l’amore di per sé garantisse il «sempre», perché l’amore è assoluto, vuole tutto e quindi anche la totalità del tempo: è «per sempre». Purtroppo, la realtà non era così: si vede che l’innamoramento è bello, ma forse non sempre perpetuo, così come è il sentimento: non rimane per sempre.
Quindi, si vede che il passaggio dall’innamoramento al fidanzamento e poi al matrimonio esige diverse decisioni, esperienze interiori. Come ho detto, è bello questo sentimento dell’amore, ma deve essere purificato, deve andare in un cammino di discernimento, cioè devono entrare anche la ragione e la volontà; devono unirsi ragione, sentimento e volontà. Nel Rito del Matrimonio, la Chiesa non dice: «Sei innamorato?», ma «Vuoi», «Sei deciso». Cioè: l’innamoramento deve divenire vero amore coinvolgendo la volontà e la ragione in un cammino, che è quello del fidanzamento, di purificazione, di più grande profondità,
Amore è…volere il bene dell’altro
Questa risposta è capitale: «Nel Rito del Matrimonio, la Chiesa non dice: “Sei innamorato?”, ma “Vuoi”». Cosa significa? Non è forse l’amore, il fondamento del matrimonio? Certo, ma… cos’è l’amore?
Amore significa «voler bene», cioè «volere il bene dell’altro». Volere. È quindi una decisione libera e razionale, una scelta. Non un sentimento, un’emozione.
Il problema è che i media ci hanno indotto a confondere amore e innamoramento. Il primo è una decisione, il
Amore e innamoramento
Sposarsi perché innamorati significa affidare la propria vita ad un’emozione, un sentimento, che per sua natura è fuggevole ed effimero. Non ha senso sposarsi perché innamorati e pretendere che sia «per sempre».
Certo, non sempre è facile cercare il bene dell’altro. Lo scopo del matrimonio è proprio questo: aiutare le persone a restare fedeli al proprio proposito. Il matrimonio è una promessa; e le promesse si fanno per quando le cose vanno male, non per quando vanno bene.
Ecco perché la pretesa della Chiesa che il matrimonio sia «per sempre» è fondata. Perché l’amore non è un sentimento.(leggi qui l’enciclica di Sua Santità Benedetto XVI sull’amore, “Deus caritas est”)
Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, lavora come consulente e formatore e terapeuta.
È collaboratore de “Il Timone”, per il quale ha tenuto un corso di “genere” nell’ambito della Scuola di Apologetica.
Ha collaborato al fascicolo ” ABC per capire l’omosessualità”, curato il testo “Psicologia e Cattolicesimo” e pubblicato diversi volumi sul tema della sessualità: “Come scegliere il proprio orientamento sessuale (o vivere felici), L’identità di genere, Quello che gli uomini non dicono, Omosessualità e Magistero della Chiesa, Amore e Sessualità la teologia del corpo di G.P. II oltre a diversi romanzi come Martirio nel Santuario, Codice cavalleresco e ultimamente Il paese più straziato del mondo.
È venuto a Varese due volte invitato dalle associazioni Insieme per la Vita.