Bisognerebbe recuperare l’educazione all’essere prima che al fare, ponendo in secondo piano i beni materiali dei quali la nostra vita sembra non poter fare a meno: l’educazione deve partire dalla verità sull’uomo, dall’affermazione della sua dignità e dalla sua vocazione trascendente.
La “Rete di associazioni per la vita” si propone quindi di analizzare per un intero mese alcune delle problematiche che sconvolgono i nostri giovani: Aids, anoressia e bulimia, vizio del gioco, sesso sfrenato … ma la chiave di lettura sarà propositiva, volta a scoprire le cause per trovare insieme le soluzioni, cercando di recuperare l’alleanza educativa tra soggetti competenti ed animati da amore disinteressato per la persona umana. Ecco il motivo del coinvolgimento in prima persona di noi adulti, genitori, laici impegnati disposti a mettersi in cammino per educarci, e porci al servizio dei giovani. Ma ecco anche il medico, che offre una visione illuminata del problema dell’AIDS nei giovani, o l’educatore dei metodi naturali, che interpreta il suo ruolo attraverso l’informazione corretta e la proposta appassionata di una visione della sessualità rispettosa dell’altro ; interessante poi la testimonianza del sacerdote, che con pazienza ed esperienza spiega le problematiche legate all’uso degli stupefacenti, o la disponibilità dei volontari, che si impegnano a far giocare i bambini e riscoprono nel donare il proprio tempo una fonte di elevazione dello spirito.
I giovani hanno bisogno di modelli autorevoli, a partire dai loro genitori, insostituibili sentinelle della tradizione, per passare ai loro insegnanti, credibili se uniscono alla competenza la testimonianza autentica di una vita coerente; ma soprattutto i nostri giovani hanno l’esigenza di riscoprire il Maestro per eccellenza, guida che mai tradisce, al quale noi educatori, in prima istanza, vogliamo guardare, per poterlo riproporre.
Emergenza, crisi, rischio educativo … e se invece parlassimo di “passione educativa”? Se credessimo che è davvero possibile, attraverso l’intelligenza, il cuore, la volontà, riscoprire la speranza ?
Paolo VI, a proposito de “l’arte sovrana di educare” diceva:
“… l’educatore deve essere un amico, un maestro, un allenatore, un medico, un padre, cui interessa preservare il proprio pupillo da inutili offese e allenarlo a capire, a volere, a godere, a sublimare la sua esperienza.”
(Paolo VI, Discorso per il 40° anniversario del Movimento Aspiranti della GIAC, 21 Marzo 1964).
Paolo VI, a proposito de “l’arte sovrana di educare” diceva:
“… l’educatore deve essere un amico, un maestro, un allenatore, un medico, un padre, cui interessa preservare il proprio pupillo da inutili offese e allenarlo a capire, a volere, a godere, a sublimare la sua esperienza.”
(Paolo VI, Discorso per il 40° anniversario del Movimento Aspiranti della GIAC, 21 Marzo 1964).