A Varese, all’Ospedale del Ponte, i neonati prematuri accolti con competenza e umanità
Nascere prematuro a 22,23 o 24 settimane di gravidanza vuol dire incontrare molti problemi, difficoltà certamente serie, ma anche, forse, avere la possibilità di farcela: mai perdere la speranza! I progressi della medicina , oggi,
Indicazioni per i genitori di bambini nati prematuri
E’ possibile fare riferimento a diversi siti, ne indichiamo due: SIN (Società italiana neonatologia) e AOGOI (Associazione ostetrici e ginecologi ospedalieri italiani) ; riportiamo il documento che ha coinvolto diverse comunità scientifiche, con le indicazioni elaborate per aiutare i genitori che si vengano a trovare in una situazione del genere. Ecco alcuni passaggi, integrati dalle osservazioni della dott. Dessimone:
Aspetto e caratteristiche dei bambini nati a 23-26 settimane
Il bambino è magro (il grasso corporeo ancora non si è formato), il capo è molto grande rispetto al resto del corpo, la pelle è delicata, lucida e sottile, tendenzialmente rossa.
Gusto ed olfatto: le papille gustative sono presenti e durante la deglutizione il bambino in utero è
esposto al sapore del liquido amniotico.durante la vita nell’ utero materno il feto/bambino, deglutendo il liquido amniotico, percepisce molti dei sapori che assaggia la sua mamma. Già appena nato è in grado di percepire il sapore dolce del latte che gli viene messo sulle labbra.
Tatto: i recettori della pelle sono presenti su tutto il corpo e le terminazioni nervose sono vicine alla superficie della pelle, per questo motivo il bambino è molto sensibile al nostro tocco e lo è in particolar modo intorno alla bocca.
Udito: è ben sviluppato e il bambino può reagire in modo improvviso ai suoni acuti e fastidiosi dell’ambiente circostante mentre troverà piacevole il tono di voce calmo e dolce come quello dei genitori.
Vista: gli occhi sono formati anche se non è ancora definito il loro colore. Le palpebre sono solitamente ancora chiuse fuse, molto sottili e lasciano passare la luce.
La sopravvivenza a lungo termine e lo sviluppo a distanza (outcome)
Per i bambini nati diverse settimane prima del termine, a 23 e 24 settimane, è una grande sfida
sopravvivere al di fuori dell’utero materno.
A 23 settimane sopravvivono in media 4-5 bambini su 10; a 24 settimane 6-7 su 10; a 25 settimane 7-8 bambini su 10 e a 26 settimane 8-9 bambini su 10. I momenti più critici per la sopravvivenza sono le prime ore e i primi giorni di vita.
In questo periodo ogni ora in cui il bambino vive è diversa e preziosa per lui e per la sua famiglia. Dopo le prime settimane questi neonati presentano ancora una grande fragilità, ma di solito le condizioni sono più stabili e la possibilità di eventi pericolosi per la vita diventa inferiore.
Varese, Ospedale del Ponte: i neonati prematuri accolti con i loro genitori
A Varese è presente una unità di Terapia Intensiva Neonatale con 10 posti letto, che ogni anno ospita diverse decine di questi fragilissimi neonati, fornendo loro il sostegno necessario fin dalla nascita: ventilazione (respirazione) assistita, nutrizione per via parenterale (particolari flebo, personalizzate in base alle esigenze del bambino, che gli forniscono i nutrienti fino a che non sia in grado di ricevere tutto il latte di cui ha bisogno) farmaci di vario tipo per sostenere la respirazione, la circolazione sanguigna e per combattere le infezioni. Tutto sotto lo stretto monitoraggio del personale medico ed infermieristico specializzato.
Ogni neonato è ricoverato in una stanza singola, nella quale i genitori possono stare giorno e notte e dove la mamma ha l’occorrente per tirare il latte che viene dato al suo bambino. In ogni stanza sono minimizzati rumori e luci, per cercare di non causare ulteriori stress al neonato. Dai primi giorni di vita alle famiglie è offerto supporto psicologico e un percorso di musicoterapia, che coinvolge i genitori e i bambini e prosegue anche dopo la dimissione. Durante la degenza, man mano che le condizioni del bambino lo permettono, i genitori vengono aiutati a fornire l’assistenza al loro bambino (per esempio cambio del pannolino). Quando i neonati non hanno più bisogno di cure intensive, si ha il passaggio in Neonatologia, dove ci sono 20 posti letto e dove il ruolo del genitore diventa ancora più importante, per esempio nell’avvio della alimentazione per bocca (al biberon o al seno materno).
I problemi e le difficoltà dei neonati prematuri
E’ molto difficile prevedere cosa accadrà nel lungo termine ai bambini che sopravvivono, perché dipende da molti fattori: per esempio è noto che la necessità di rianimazione intensiva alla nascita, la prolungata necessità di supporto respiratorio e le infezioni aumentano il rischio di disabilità. Le problematiche più frequenti, nei nati prematuri, sono la broncodisplasia (necessità di continuare a respirare una miscela di aria arricchita con ossigeno)le difficoltà motorie (paralisi cerebrale), cognitivo-comportamentali (difficoltà nella parola, nella comprensione, nella relazione) e sensoriali (cecità, sordità di vario grado).
In generale, i bambini nati prima del termine hanno un rischio maggiore, rispetto a quelli nati a termine, di sviluppare disabilità , quali difficoltà a pensare (disabilità intellettuale), a camminare (paralisi cerebrale), a parlare, a vedere (cecità) o a sentire (sordità). Una, o più, di queste disabilità colpisce meno di 1 bambino su 100 dei nati a termine. Se i bambini sono molto prematuri le percentuali aumenteranno.
Nel complesso si può affermare che, anche fornendo cure intensive e sostegno, 7-8 su 10 bambini
nati a 23 settimane, 6/7 su 10 nati a 24 settimane, 5/6 su 10 nati a 25 settimane e 3/4 su 10 nati a 26
settimane, possono morire o avere almeno una disabilità a lungo termine.
Quando le condizioni del bambino sono estremamente gravi e tutti i tentativi di cura risultano inefficaci, non vuol dire che non ci sia più nulla da fare: al bambino continuano ad essere fornite cure compassionevoli, che gli evitano di percepire il dolore e la sofferenza. Spesso, se i genitori lo vogliono, possono tenere il loro bambino in braccio negli ultimi momenti di vita per altro tempo. È anche possibile chiedere l’amministrazione dei sacramenti o l’ingresso di una autorità religiosa indicata dalla famiglia, che celebri il rito che la famiglia desidera, in base alla propria cultura.
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