L’aborto nello stato di New York diventa legale anche oltre la 24esima settimana, se il feto non è in grado di sopravvivere al di fuori dell’utero materno e se ci sono rischi per la vita o per la salute della madre.
La salute della madre
Sottolineiamo due punti: innanzitutto per “salute” della madre si intende un generico stato di disagio, non necessariamente documentabile, quindi non riferibile a rischio di vita della gestante (infatti si pone la distinzione: rischio di vita o di salute).
Sopravvivenza fetale
Non si parla più di “bambino abortito”, ma di “sopravvivenza fetale”: cioè se il feto non è in grado di sopravvivere al di fuori del ventre materno, concetto diverso da “vitalità fetale”. E’ stato modificato anche il codice penale:il reato d’aborto è stato del tutto stralciato. Il bambino non è riconosciuto nel suo status di “persona”: non essendo più persona, cade il limite delle 24 settimane, sarà cioè possibile concludere la gravidanza sempre con un aborto.(leggi gli articoli sull’ embrione umano e sulla dignità della persona umana)
Non si tratta di bufale…
I tentativi operati da diverse testate, anche di rilievo, di smentire la verità dei fatti, parlando di “bufale“, invocando situazioni eccezionali, casi pietosi e casi limite, si scontrano con le levate di scudi delle associazioni pro-life americane. I “Priests for life“, guidati da Father Frank Pavone, chiamano all’appello cittadini, fedeli, lettori, per sventare un ulteriore inasprimento della legge Roe vs Wade,(leggi qui l’articolo sull’aborto in Italia e negli Usa) nel timore non infondato che il provvedimento possa poi dilagare in altri stati americani. Come in effetti è: Il video della delegata dello Stato della Virginia, Kathy Tran, diventato virale negli Stati Uniti, testimonia chiaramente quali siano le intenzioni dei deputati democratici, che sostengono i pro-choice. (leggi l’articolo di Priests for life)
“Ms. Tran, rispondendo alla domanda sulla proposta di legge per lo Stato della Virginia, di escludere qualsiasi restrizione nei confronti dell’aborto legale, è costretta ad ammettere che una donna gravida, già in stato di travaglio con la cervice dilatata pronta per partorire, potrebbe reclamare allo stesso tempo, a termini di legge, il diritto di abortire”.
Aborto nel terzo trimestre: una testimonianza
Chi ha abortito sa quale dolore sia rinunciare ad un figlio, lo confemano le innumerevoli testimonianze delle donne che hanno perso un figlio ( che si possono leggere qui e qui). Vorremmo però riportare un video che rivela non solo come si svolga realmente la procedura abortiva, ma anche cosa possa succedere nella vita di un ginecologo abortista, improvvisamente illuminato dalla verità . Il dottor Anthony Levatino offre una testimonianza commovente su cosa sia l’aborto al secondo e terzo trimestre di gravidanza e sul perchè abbia smesso di praticare aborti in questo video, in inglese.
Breve sintesi della testimonianza del dott. Levatino:
- un feto di 22,23 settimane ha le dimensioni di poco più di un palmo, e mentre la procedura abortiva di un feto più piccolo potrebbe essere eseguita introducendo lo strumento “suction catether”(che viene mostrato), nel caso di aborto tardivo viene però utilizzata una pinza per afferrrare il feto ed estrarlo facendolo a pezzi. Tutto viene estratto alla cieca, braccia, gambe, intestino, e posizionato sul tavolo mentre la paziente è distesa. La testa è l’ultima parte del corpo, che viene schiacciata ed estratta: quando fuoriesce un liquido bianco si capisce che è stato estratto il cervello.
- Il giudice chiede al dottor Levatino per quale motivo abbia smesso di praticare aborti (più di 1200 nella sua carriera). Il medico racconta di avere sposato la moglie e di avere avuto problemi di infertilità, non risolti ma di aver potuto adottare una bambina. Nel giro di poco tempo poi i problemi di infertilità sono stati superati e sono nati due figli . La ragazza adottata, però, a seguito di un incidente stradale, gli è morta tra le braccia all’età di 6 anni. Tornare a compiere aborti, estrarre braccia e gambe, non poteva più essere routine per il dr.Levatino. Per la prima volta realmente gaurdò sul tavolo e vide: non il diritto di scelta, non i soldi che aveva guadagnato, non i pezzi di qualcosa dal corpo di una donna, ma vide parti di figli di donne. Così smise di praticare aborti al terzo trimestre e, poco tempo dopo, smise del tutto di particare aborti.