[GUARDA anche il servizio di Rete55]
La piccola Amanda è venuta a Varese il 26 ottobre, accompagnata dalla sua famiglia, nella serata organizzata dalle Associazioni per la Vita, presso l’Istituto Maria Ausiliatrice, come aveva promesso. Amanda, gerundio del verbo amare, quindi “da amare”, ha 4 anni, è vivacissima, ha grandi occhi scuri e uno sguardo concentrato con tanta voglia di giocare in quel salone gremito di persone, accorse per vedere proprio lei, la bambina del miracolo, in carne ed ossa.
Oltre alla famiglia di Amanda erano presenti anche i medici che hanno seguito la particolare gravidanza della sua mamma: la ginecologa dott. Patrizia Vergani che ha raccontato tutta la vicenda dal punto di vista medico e il ginecologo dott. Paolo Martinelli che li invitò a pregare Paolo VI per chiedere un miracolo. Ha condotto la serata di testimonianza guidando gli interventi in modo simpatico e vivace il giornalista dott. Matteo Inzaghi.
Vanna, la mamma della piccola Amanda, ha raccontato al folto e attento pubblico la storia problematica della sua seconda gravidanza, quella appunto di Amanda. A 13 settimane sono cominciati i guai perché ella, suggestionata dal racconto di una bimba morta malformata, chiede di fare la villocentesi. L’esame invasivo non va a buon fine: le membrane si rompono lasciando il sacco amniotico privo del suo prezioso liquido, indispensabile per lo sviluppo del feto. Nessuno crede nella sopravvivenza della piccola ma il suo cuore continua a battere, giorno dopo giorno. I genitori sono molto preoccupati perché la vita di Amanda è costantemente in pericolo ma non si arrendono e un giorno il dott. Martinelli consiglia loro di pregare Paolo VI, in quanto proprio in quel periodo era stato beatificato per un miracolo del 2001, una guarigione su di un bambino non ancora nato.
A questo punto la storia si fa toccante perché tutti parlavano di un destino di morte o di gravi malformazioni del feto e Alberto e Vanna non sapevano se accettare o meno l’aborto terapeutico. Vanna racconta come soprattutto di notte non aveva pace ed in cuor suo era molto combattuta e tentata di abortire perché sfinita, disperata, oppressa dalla situazione. Tuttavia, ad un certo punto, una luce si accende nel suo cuore ed ella trova la soluzione: decide di “mollare”, cioè di togliersi il peso di questa responsabilità sulla vita e la morte della sua creatura e affida a Dio il destino della piccola. Dopo questa decisione, sente rinascere dentro di sé la pace più profonda, una serenità, una speranza nuova e una fiducia in Dio, prima sconosciuta. Vanna e Alberto, che raccontano di essere sempre stati credenti e poco praticanti, hanno un risveglio della fede e si recano nella Basilica Santa Maria delle Grazie di Brescia per chiedere la Grazia.
In quella chiesa, il 30 maggio 1920 Giovanni Battista Montini celebrò la sua prima messa e oggi la basilica, diventata Santuario Montiniano, ospita una sua preziosa reliquia.
Il racconto del miracolo prosegue e Vanna e Alberto si alternano al microfono per spiegare che, contro ogni previsione, la gravidanza andò avanti pur con molte difficoltà. Infine, al sesto mese di gravidanza, proprio la notte di Natale 2014, cominciò il travaglio finché alle 6,58 del mattino Amanda nasce prematura con solo 865 grammi di peso, è molto, molto piccola ma ce l’ha fatta!
L’Humanae Vitae (25.7.1968) è l’Enciclica in cui Paolo VI dichiara l’inestimabile valore della vita umana. In essa Papa Montini condanna i metodo contraccettivi; il suo è un appello al rispetto assoluto della vita in qualunque condizione e dichiara che gli aborti non possono essere consentiti nemmeno per motivi terapeutici.
Egli dichiarò, in piena rivoluzione culturale e sessuale, che l’embrione aveva lo status di Persona e che non era un “grumo di cellule”, come allora veniva gridato dalla sinistra, dalle femministe e dai radicali. Erano tempi difficili ed egli dimostrò un coraggio da leoni andando controcorrente, posizione per cui venne contestato e deriso. Oggi molto del clima culturale e sociale è cambiato da allora ma l’aborto continua a mietere le sue vittime ed è come se Paolo VI dicesse agli uomini di oggi, stupiti per questo miracolo: “Giù le mani dalla vita: non si può uccidere la vita nel grembo materno, ad essa va il rispetto assoluto!”
Un grazie particolare a Vanna, madre coraggiosa che ci ha aperto il suo cuore e al marito Alberto, la cui serietà di padre promette solo bene per la sua famiglia. Infine, grazie ad Amanda per essere tra noi il segno tangibile dell’Amore di Paolo VI per i più piccoli e indifesi.