Quant’è bella, quant’è “grande” la vita? Ce ne rendiamo conto solo in occasione di una nostra malattia quando pensiamo a come stavamo bene prima, oppure nel momento in cui perdiamo una persona cara e ci rendiamo conto tutto d’un tratto che il calore della sua presenza non c’è più e l’abbiamo perduto per sempre. Irrompe come un lampo l’idea che la vita sia qualcosa di estremamente importante ma fuggevole quando osserviamo le rughe che cominciano ad invadere il contorno dei nostri occhi, il viso e le mani e ci chiediamo con malinconia quanto tempo in fondo ci rimane ancora da vivere.
Quant’è importante la vita? Chiedetelo ad una giovane donna che non riesce a rimanere incinta nonostante lo desideri con tutta se stessa, chiedetelo al bambino che osserva con amore i propri genitori, chiedetelo alla giovane coppia che sogna un amore per sempre.
Cos’è la vita perduta? Una vita che voleva nascere e non c’è riuscita. Una vita che poteva nascere e che è stata violata, negata, abortita. Quando la vita non vive più e muore prima ancora di nascere lascia un vuoto che è un grande dolore, è la ferita della vita mancata. Nel mondo manca una creatura, alla mamma manca il suo bambino, ai fratelli manca il fratellino, all’uomo manca il figlio.
Ma la perdita della vita è come un buco nero nel cuore della donna che ha abortito perché non c’è pace per lei, sembra che non ci sia medicina che possa farle guarire l’ anima. La sua ragione può mettere a tacere anche per un lungo periodo, forse per anni, il ricordo di quella perdita ma prima o poi, esso riaffiora; allora tristezza e rammarico possono trasformarsi in una malattia tremenda che si chiama “depressione”.
Non so da dove venga, ma mi sono imbattuta in questo scritto, intitolato “Messaggio di un bimbo non nato”, che mi ha colpito:
“Solo perché non mi vedi, non senti
che sto veramente vivendo in te?
Solo per questo credi e desideri che io non esista?
Se tu mi vedessi così piccolo e indifeso vivo davanti a te,
vinceresti la paura.
Dentro di te posso crescere e maturare
e come sarei felice di vivere!
Vorrei regalarti la più pura gioia della maternità,
che forza ti verrebbe se tu mi vedessi!
Anche se così piccolo io sento il dolore
che mi avvolge.
Trema di paura il mio piccolo cuore
mentre mi uccidi brutalmente;
ti prego mamma non farlo,
salva la mia giovane vita,
forse un giorno sarò l’unico a soccorrerti nella prova
e quando resterai sola
sarò forse l’unico uomo a piangere sulla tua tomba.”
In queste settimane, ci stiamo avvicinando al Natale: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Luca 1, 31). L’annuncio di una maternità imprevista, non cercata, allora pericolosissima per una ragazza madre che rischiava la lapidazione eppure… da quella nascita, da quel piccolo bambino indifeso la Salvezza per l’umanità, il Perdono, la Giustizia, la Speranza di una vita spirituale oltre la vita materiale fatta di felicità perché IN Dio, e infine la Grande Promessa della Rinascita, del Risorgere della materia stessa. E tutto questo grazie ad un “Sì alla Vita”, la risposta di Maria, la madre del Bambino.
Che dica il vero la lettera del bimbo non nato? Se tu mi vedessi! Oggi non c’è solo l’ecografia che scatta le prime foto in utero ma la tecnologia ci offre anche delle App, Applicazioni per smartphone e tablet che permettono quasi di vederlo, seguendone la crescita giorno dopo giorno, fin dalla data del concepimento per tutti i nove mesi della gravidanza, scoprendo ogni fase dello sviluppo fetale: prima il cuore poi i dentini, le ossa, il cervello… come Sprout, iBebe, e altre ancora, anche per Android.
infine, per chi ha bisogno di incontrare esperti medici, psichiatri e psicoterapeuti per superare il lutto della perdita o il trauma dell’ aborto, esiste un numero verde: SOS VITA 800813000 che potrà dare quella risposta che sa aiutare nel momento della sofferenza e del dolore.
Susanna Primavera