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Il film
Ragazze interrotte è un film drammatico del 1999, diretto da James Mangold. Attrici di spicco sono Angelina Jolie e Winona Ryder. Uscito nelle sale cinematografiche nel 2000, prende spunto dal libro uscito in precedenza. La pellicola tratta di ragazze con diversi disagi psichici che si incontrano in una clinica psichiatrica alla fine degli anni ’60 in America.
La trama
Siamo nel 1967, Susanna Kaysen è una ragazza diciannovenne con un cattivo rapporto con i genitori, piena di insicurezze e debolezze e che talvolta si rifugia in un suo universo mentale pur di sfuggire dalla realtà. Ama scrivere e annota i fatti della sua vita in una specie di diario. Una sera, in preda a una crisi emotiva sul versante depressivo, ingoia un flacone di aspirina con della vodka. Viene soccorsa e viene ricoverata dai genitori in un ospedale psichiatrico, il Claymoore Hospital, dove Susanna firma il ricovero e resterà per 18 mesi. Le viene diagnosticato il disturbo borderline di personalità (per un approfondimento si veda prossimo articolo). Nell’ospedale Susanna incontra Lisa, sociopatica carismatica e decisa, la ricca Daisy, Polly, sconvolta per le ustioni accidentali subite nell’infanzia, la bugiarda patologica Georgina e Janet, una ragazza anoressica. Tra Lisa e Susanna, inizialmente ostili, nasce una sincera amicizia.
Il messaggio
Penso che i messaggi che il film vuole consegnare al fruitore siano molti. Innanzitutto, ci viene mostrato come il ricovero negli ormai desueti ospedali psichiatrici sia il promotore del processo di ghettizzazione. Se le persone “disturbate” stanno in una struttura lontana da tutto e tutti, allora la popolazione “normale” è protetta. Proprio per questo ragazze con disturbi come quelli presentati nel film, oggigiorno sono ospitate in comunità. La comunità terapeutica costituisce una preziosa possibilità di cura e non di guarigione. Inoltre, aleggia la sottile linea tra normalità e patologia: questi sono termini non più utilizzati e che rischiano di etichettare chi è “malato”. Nella pellicola rivela come i legami di amicizia tra ragazze “interrotte” e quelli con il personale più umano siano terapeutici. Il titolo del film è una chiara scelta di significato: i disturbi psichiatrici interrompono le vite, le mettono in stand by e sono provocazione per i “normali”, come i genitori borghesi della protagonista. Le ragazze interrotte mettono in discussione cosa è considerabile “normale” e chiedono a gran voce di accogliere il diverso.
Il tema della vita
Incontriamo tante vite “interrotte”: persone con disturbi psichiatrici, donne che abortiscono, persone che hanno malattie rare e degenerative, ma anche persone che hanno vissuto dei traumi con t minuscola, che non si vedono, ma che scavano voragini nel corso degli anni. Alcuni esempi possono essere: violenze verbali, psicologiche, trascuratezza e incuria, invalidazione emotiva. Come obiettivo etico possiamo porci quello di sbloccare queste vite, di accogliere il dolore e la sofferenza, di accettare l’altro per come è, dando una possibilità di crescita e amore. É l’amore, in fondo, che lenisce le ferite.
link al trailer: https://youtu.be/qHeqq6b6Vtw?si=-mnr7Ct1-m_MSbaG
link per conttarci: https://www.vitavarese.org/contattaci
link articolo suicidio: https://www.vitavarese.org/il-giardino-delle-vergini-suicide/
Virginia Banfi