La chat: moderna evoluzione linguistica
Esattamente un anno fa, veniva alle stampe un libro intitolato “Una chat per la Vita, 50 storie di speranza” edito da Ares e prodotto dal Movimento per la Vita di Varese attraverso il nostro lavoro di volontarie, di Vittoria Criscuolo e mio.
Il testo si distingue per l’originalità del contenuto, in quanto “apre” al dolore delle donne che hanno abortito volontariamente, narrazione di cui non si sa quasi nulla poiché per lo più taciuta, tenuta nascosta e quasi sempre vissuta in solitudine. Si tratta di storie che affrontano vari temi legati alla fertilità, alla contraccezione, al problema dell’uomo in crisi di identità di fronte alla creazione di una famiglia e altro ancora. Le chat simbolizzano il bisogno di comunicare di persone in difficoltà, immerse in un dolore inesprimibile, talvolta in stato confusionale, smarrite e indecise sul da farsi, talvolta nella disperazione.
Nella sua forma particolare, il libro mostra anche una nuova modalità di comunicazione moderna, mediata dagli strumenti informatici di rete: la chat. In questo approfondimento sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione offerto dalla Treccani, viene descritta l’evoluzione della lingua nell’arco degli ultimi vent’anni, in cui si è passati dagli audiovisivi alla multimedialità. Negli anni 2000, gli studi linguistici avevano evidenziato una tendenza della parola orale (telefono, radio e televisione) a prevalere sulla parola scritta. A ciò seguiva il timore per l’inevitabile analfabetismo di ritorno e la conseguente morte della scrittura.
Ma non è stato così. Oggi, con lo sviluppo della telematica, l’elettronica ha portato alla multimedialità, uno strumento con cui è possibile comunicare in modo simultaneo, utilizzando codici diversi; ad esempio, attraverso l’invio in rete di immagini, filmati, suoni e scrittura. Più precisamente, la comunicazione viene usufruita in modo “integrato”, basti pensare al nostro attuale modo di utilizzare il cellulare con l’uso delle più disparate applicazioni.
La scrittura fa il suo grande ritorno, in rete
Ad ogni modo, è evidente ormai che tutti scriviamo tanto e in modi diversi. I nuovi media hanno infatti aperto alla linguistica spazi inediti e cambiato stili di vita. Oggi, non è più così facile come un tempo capire la distinzione tra scritto e parlato. Oggi, possiamo ritrovarci ad una riunione in modo virtuale, cosa prima impensabile. Diatecnia è un termine che indica la nuova forma di comunicazione che nasce dalla tecnologia, nel nostro caso in rete.
Quello che abbiamo notato è che in chat le persone si raccontano con più facilità senza temere di esporsi, poiché la chat protegge con l’anonimato. Il linguaggio utilizzato è molto semplice, quasi una lingua ridotta all’osso, nella sua essenzialità. Ciò fa sì che le persone non si nascondano dietro giochi di parole ma vadano subito al dunque. La verità viene fuori subito, dopo pochi minuti di contatto on line.
Se è vero che l’incontro dal vivo consente di comunicare non solo con le parole ma con tutta l’espressività, in particolar modo attraverso la comunicazione non verbale e il contatto visivo, è pur apprezzabile che in chat, privati del rapporto diretto con la persona dell’altro, riusciamo comunque ad entrare immediatamente nel vivo del problema, della causa di un turbamento, di un senso di colpa. Tralasciamo altri aspetti della comunicazione e cerchiamo di dare risposte positive con molta fiducia nel domani.
In chat: il volontariato si rinnova
Nelle chat salta agli occhi la disinformazione che ruota intorno alla generazione della vita, a partire dalle nozioni di base, anche di semplice biologia e di comportamento responsabile: cos’è la vita, quando inizia la vita, quali sono le mie responsabilità, che decida lei e altro ancora.
Il primato della scrittura che sostituisce la voce, molto più rivelatrice. La scrittura in chat anonima per chiedere aiuto è una novità dei nostri tempi e, da parte nostra, un nuovo modo di fare volontariato, attuale, necessario, universale. Sicuramente anche il volontariato deve intraprendere nuove strade all’interno della rete per raggiungere più facilmente gli altri, per “esserci”!
Susanna Primavera