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Il film
Il film del 2017 si configura come il biopic di Tonya Harding, una pattinatrice sul ghiaccio che ha avuto il culmine della sua carriera negli anni ’90. La sua storia ci viene raccontata attraverso interviste con dei flashback e il punto di vista dei diversi personaggi coinvolti. Un film che, partendo da fatti di cronaca, tocca diversi temi sociali e culturali in modo crudo ed esplicito, proprio come Tonya.
La trama
Da bambina Tonya dimostra un talento sopra la media; vince la sua prima gara a quattro anni, superando in abilità anche ragazzine più grandi di lei. La madre la sottopone ad allenamenti estenuanti, fino al giorno in cui le fa lasciare gli studi per dedicarsi completamente alla carriera di pattinaggio. Tonya fin da bambina è abituata a gareggiare con se stessa più che con gli avversari. La sua vita, che è costellata di sacrifici per il pattinaggio, si interseca con la relazione con la madre e col fidanzato: le due relazioni che faranno di Tonya un personaggio sgradito alla critica sportiva e ai giudici.
La gioventù di Tonya
La ragazza gareggia in competizioni nazionali e internazionali e verrà ricordata per due episodi: è stata la prima pattinatrice americana ad eseguire un triplo axel (una difficile figura del pattinaggio) in una competizione ufficiale e “l’incidente” alla rivale Nancy Kerrigan. Da un lato una conquista e una prova della maestria dell’atleta e dall’altra l’influenza della cultura della scorretta competizione tra atleti. “L’incidente” è consistito nel permettere che la rivale Nancy fosse aggredita da due complici in modo da escluderla dall’imminente competizione; questo episodio segnerà la conclusione definitiva della sua carriera. In seguito, Tonya si dedicherà al pugilato, citando una battuta del film: “In fondo ho sempre vissuto con la violenza”.
Il messaggio
Il film è una fotografia di una realtà esistente che contrappone la bellezza, cioè l’eleganza e la leggiadria del pattinaggio e le brutture derivate da relazioni tossiche. Tonya incarna lo spirito del “self-made man” americano poiché, figlia di una cameriera, riesce ad arrivare in vetta alla carriera da pattinatrice. La pellicola, però, ci mostra anche l’altro lato della medaglia: Tonya non vince tutte le competizioni (anche se a livello tecnico è migliore delle altre atlete) perché i giudici e la critica in genere non la vogliono come simbolo americano. Difatti, la ragazza incarna l’energia, il sacrificio e la forza di volontà americane, ma ha una madre diseducativa, maleducata, un marito altrettanto maltrattante e lei stessa è troppo diretta e aggressiva nei confronti della giuria o degli avversari.
Tonya, personaggio scomodo
Questi episodi ci mostrano due aspetti, il primo è che la giuria non valuta solo la tecnica e la performance, ma anche i costumi, quindi la presentazione (o l’apparenza?). Il secondo è che Tonya si configura come personaggio “scomodo” per i suoi modi rudi e che la storia personale di un personaggio in vista ha un peso anche nelle competizioni: due temi su cui riflettere. Uno dei messaggi principali, a mio avviso, è quello della competizione e del fair play, cioè il “gioco corretto”, il rispetto delle regole e la presenza di equità tra avversari. Tonya con l’episodio dell’aggressione a Nancy ci mostra una competizione tossica e una grande mancanza di empatia verso l’avversario. Proprio per questo le verranno precluse tutte le competizioni successive: un provvedimento drastico, ma necessario per lanciare un messaggio forte e chiaro di come si debba gareggiare senza ostacolare l’avversario.
Il tema della vita
Fin dalle prime scene del film si evince che Tonya è maltrattata da sua madre: è costretta ad allenarsi senza sosta, viene picchiata, insultata e viene cresciuta da una madre che è fumatrice incallita e che la disprezza. Da notare che l’incuria e la trascuratezza dei genitori con i figli costituiscono una vera e propria forma di violenza. Tonya, nella sua vita è stata vittima di violenza fisica e psicologica sia da parte della madre, sia da parte del suo ragazzo, poi diventato marito. Il fatto di essere cresciuta con una madre che la maltrattava fisicamente e verbalmente l’ha esposta a un modello errato di amore.
Cosa ci insegna il film
Il tema della vita emerge in quanto impariamo anche da ciò che è sbagliato; quindi, questi stralci di relazioni malsane ci indicano la strada da evitare. Amare significa prendersi cura, fin dalla gravidanza (pensiamo, per esempio, al divieto di fumare in gravidanza). Anche nelle relazioni sentimentali se vi è un continuo sminuire l’altro, oltre alla violenza più esplicita, come quella fisica, siamo in presenza di una relazione nociva per entrambi i partener. Inoltre, fa parte dell’educazione insegnare cosa sia la competizione sana, il riconoscere i successi dell’altro senza desiderare il peggio per lui/lei. Tutti questi aspetti si vivono e si imparano in famiglia come luogo di protezione e crescita.
Virginia Banfi
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link al trailer: https://youtu.be/R0t8wnD_O-I