Capita talvolta nella vita di incontrare una persona “speciale” che ti colpisce, non solo per la cordiale e vivace personalità ma anche perché gli scopi e i valori che la spingono ad una presenza importante nella società non sono quelli più comuni legati al denaro e al successo personale ma sono ben più nobili e controcorrente.

Sto parlando di Raffaele Pier Luca Di Francisca, che ho avuto la fortuna di incontrare a Saronno, ad una conferenza della Rete per la Giornata della Vita Nascente, il 25 maggio scorso; egli è infatti

 

Una persona impegnata nell’educazione, nella Chiesa e nella società

Raffaele Pier Luca Di Francisca, che è padre di tre bambini, si è presentato con il terzo figlio neonato in braccio e la sua signora in prima fila, un esordio originale e tenerissimo. E’ persona colta, plurilaureata, che riesce ad essere presente su più fronti: professionale, religioso, sociale, nonché in campo artistico.

Professionalmente Raffaele è un giovane docente di religione cattolica della Diocesi di Milano; è inoltre Consigliere regionale . E’ particolarmente coinvolto nell’ecumenismo e nel dialogo interreligioso, come, ad esempio, nel Coordinamento

Raffaele ci stupisce fino in fondo quando parla dell’arte e della sua pittura che definisce

Il suo cognome Di Francisca è di quelli che non si dimenticano, egli è infatti il nipote del Carabiniere Fedele Di Francisca Medaglia d’argento al valor militare e vittima della mafia e ciò ha influito sicuramente nella sua dimensione artistica trasfigurante la realtà.

Risponde alle nostre domande Raffaele Di Francisca:

Una rete per la Giornata della Vita Nascente: perché è nata questa rete? Il rispetto per il concepito è un principio base per tutti?

La Rete nasce per rispondere a delle esigenze di carattere pubblico nonché religioso. Il disprezzo per la vita prenatale è ormai conclamato nel mondo. Ogni anno milioni di bambini non riescono a nascere perché gli viene negato il diritto di esistere. Eppure sappiamo dalla scienza che se pur non formato totalmente il cuore che pulsa è vita e quindi esiste e non si può affermare scientificamente il contrario. Per questo in oltre quindici paesi al mondo viene celebrata ogni anno intorno al 25 marzo la Giornata per la Vita Nascente, che da come si evince non è contro qualcuno o qualcosa ma PER LA VITA NASCENTE, quindi a favore e non sicuramente a sfavore della vita intrauterina.

Fanno parte di questa Rete oltre trenta associazioni, sia laiche che confessionali, che hanno a cuore il tema della natalità e si impegnano per una diffusione della cultura della vita attraverso manifestazioni nazionali come il Festival della Vita Nascente e altri eventi, come, ad esempio, delle conferenze che hanno avuto come relatore il Card. Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, e interventi di personaggi illustri come il Presidente ISTAT Gian Carlo Blangiardo o la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, quando erano nelle loro funzioni.

Anche l’attuale Ministro per le pari opportunità e la famiglia Eugenia Maria Roccella, ha partecipato quando faceva già parte della Rete per la vita nascente. Riguardo al tema del rispetto si potrebbe aprire un capitolo a parte. Nella cultura dominante oggi si parla solo di piacere e mai di dovere, solo di diritti da pretendere e mai di diritti da dare.

Lo slogan “il corpo è mio e lo gestisco io” va bene quando è il tuo corpo ma se dentro il tuo corpo c’è un altro corpo non si tratta più di corpo solo ma di due corpi = persone. Allora il rispetto per il concepito dovrebbe essere un principio base in tutte le società ma scopriamo che il disprezzo per la vita, dal concepimento alla morte, passa per la tragica piaga dell’aborto, che non è un fatto privato “mio” o “tuo” ma che impatta sulla società facendo aumentare la denatalità.

L’importanza del dialogo interreligioso: perché è importante tessere una tela di fratellanza che fermi ogni forma di violenza e le numerose guerre nel mondo?

Papa Francesco ha detto in diversi discorsi che “siamo tutti nella stessa barca”. Questa espressione mi sta molto a cuore perché rappresenta, a mio parere, molto bene le condizioni dell’umanità. Il mare delle guerre, delle pestilenze, delle ideologie attentano il quieto vivere dei popoli e delle persone.

Abbiamo bisogno di una barca dove rifugiarci per ricevere le cure e sostenere i più deboli.

Questa barca, e qui parlo da cristiano cattolico, è la “barca di Pietro”, quella barca che ha ospitato Gesù; dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II è destinata a ospitare ogni persona di buona volontà che desidera operare per i valori cristiani, che sono presenti in parte in ogni credo religioso e anche nelle persone di retta coscienza.
Sono coloro che cercano di mettere in pratica il principio di solidarietà che è quella “tela di fratellanza” auspicata dal pontefice nell’enciclica Fratelli tutti ma anche nei documenti di dialogo interreligioso come la Dichiarazione di fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, nota come dichiarazione di Abu Dhabi, pietra miliare nel rapporto tra cristiani e musulmani.

C’è da ricordare anche l’enciclica Laudato si’ dove il Santo Padre dice esplicitamente: “impegnarsi veramente per la pace significa impegnarsi per l’abolizione della guerra”. Solo insieme si possono raggiungere traguardi difficili, se non impossibili per le singole religioni, i singoli Stati o le singole organizzazioni non governative.

Una sensibilità particolare per l’arte: qual’è il significato della sua arte? L’arte può aiutare gli uomini smarriti e sempre più soli oggi?

La mia arte affonda le sue radici nella mia spiritualità giovannea, così si potrebbe definire visto che per l’evangelista Giovanni, che è anche il “discepolo che Gesù amava”, a livello cromatico “non esiste il grigio” perché scrive nel Prologo del suo Vangelo “La luce brilla nelle tenebre ma le tenebre non l’hanno accolta”.

Infatti, le mie opere rappresentano questa luce spirituale che pervade il soggetto rappresentato e lo inonda dall’interno fino all’esterno, quasi come una trasfigurazione che fa diventare incandescente di luce divina ogni cosa. L’effetto predominante è un’aura bianca che avvolge il soggetto che in generale è un oggetto iconico della vita quotidiana del passato o del presente.

La Light Art – Arte della Trasfigurazione prende spunto anche dalle parole del pontefice santo Papa Giovanni Paolo II che a conclusione della Lettera agli artisti del 4 aprile 1999, alle soglie del terzo millennio, affermava: “emerge dal caos il mondo dello spirito”! Dalle parole che Adam Mickiewicz scriveva in un momento di grande travaglio per la patria polacca traggo un auspicio per voi: la vostra arte contribuisca all’affermarsi di una bellezza autentica che, quasi riverbero dello Spirito di Dio, TRASFIGURI LA MATERIA, aprendo gli animi al senso dell’eterno.

La mia arte ha anche una ricerca dedicata all’arte del riciclo perché oltre alla componente ecologica porta in sé dei significati spirituali come, ad esempio, il recupero che il Padre ha fatto con l’umanità peccatrice salvandola dalla distruzione, recuperandola e rinnovando la sua condizione donandole una collocazione pregiata. Ad esempio, un listino prezzi in disuso, trovato per strada a Catania dove dei camion ci passavano sopra, è stato da me recuperato ed è divenuto un’opera d’arte. E’ stata esposta in mostre ed è stata scelta come copertina per un catalogo rappresentativo degli artisti dell’Accademia di Belle Arti che frequentavo.

La famiglia distrutta dal 1968 oggi risorge come una fenice; le indagini ISTAT confermano infatti, di anno in anno, che il bene più grande per i giovani è la famiglia; come sta la famiglia oggi?

Innanzitutto desidero inquadrare il termine “famiglia” perchè nella cultura odierna difficilmente le parole vengono comprese da tutti allo stesso modo. Facendo una semplice ricerca si scopre che le radici etimologiche della parola affondano nell’antica Roma e rappresenta l’insieme di persone che fanno capo ad un paterfamilias, un’appartenenza non sempre biologica visto che i servi (schiavi) detti famuli erano considerati aderenti ad una o ad un’altra famiglia (familia) e considerati parte della ricchezza della stessa.

Addirittura il paterfamilias poteva anche non avere figli ma avere una familias. Ometto il significato cristiano e civile che oggi ha la famiglia nella società odierna ma tornando al tema dei giovani, secondo me è una sorta di nostalgia dei ricordi d’infanzia che mette nelle condizioni di creare una famiglia nel senso tradizionale del termine. Altrimenti si parla solo di convivenza di singole persone sotto lo stesso tetto che è un’altra cosa.

La famiglia è relazione, è mutuo soccorso, è condivisione, è oblazione. Nella famiglia ci si ascolta ma soprattutto ci si aiuta perché si ha in comune una visione di vita che in qualche modo i genitori insegnano con il loro esempio e poi con le parole ai loro figli. Quindi nonostante tanti giovani arrivino da situazioni familiari difficili scoprono nella possibilità di fare famiglia una chance per la loro vita e una possibilità di riscatto dal loro passato.

Non esiste la famiglia felice, piuttosto direi che la famiglia è un processo di felicità che attraversa la vita e che tramanda valori e progetti di vita. La famiglia è sempre casa accogliente per chi si sente solo o vive condizioni di povertà. Anche per i figli che si allontanano da casa, la famiglia è quasi sempre il porto sicuro nel quale tornare. C’è da dire che lo Stato dovrebbe togliere tutti gli ostacoli affinché due giovani possano decidere di mettere su famiglia in momenti della vita favorevoli alla procreazione sostenendo non solo il lavoro giovanile ma le politiche per le giovani coppie che mirino all’aumento della natalità.

In merito alle recenti elezioni europee, ha un messaggio da dare ai nostri giovani?

L’Europa è come una pianta millenaria che ha avuto molteplici innesti nel corso della sua storia. Una molteplicità di culture, lingue, filosofie ha lasciato traccia nell’arte, nell’economia, nella cultura popolare. Detto questo non si può non porre l’attenzione sulla cultura cristiana che sta alla base dell’idea originale dell’Unione Europea: le più importanti architetture, le più famose opere d’arte, le sedi universitarie più antiche, gli ospedali e i monasteri.

Tutto questo PATRIMONIO materiale e immateriale dei cittadini dei paesi che formano l’Unione Europea non può essere gettato nel dimenticatoio per dare spazio ad una asettica e anonima visione dell’Unione Europea senza radici e senza futuro, in realtà anche senza un progetto preciso.

Siete voi giovani, uomini e donne del domani, che potete raccogliere quello che alcune ideologie hanno compromesso, frantumato e umiliato in nome del “rispetto di tutti”. Papa Francesco parlando dell’unità nella diversità fa il paragone del poliedro. La vera comunità non omologa i loro aderenti ma ne esalta le peculiarità affinché il dono di ciascuno diventi ricchezza per tutti nel processo di condivisione.

Sì al rispetto delle regole e alla punizione per chi non le rispetta ma le regole devono esistere per il bene di tutti e non solo di una piccola minoranza che detiene il potere su tutti. Questo rischio è palese nell’intelligenza artificiale dove non basta sapere utilizzare ma occorre studiare per saperla anche interpretare. Essere intelligente significa infatti inter – legere ovvero leggere dentro, “tra le righe”, in profondità senza restare in superficie; avere quindi la capacità di discernimento che non è una facoltà del cervello umano ma della sua anima e della sua psiche.

Quindi, quello che posso dire ai giovani è questo:

non date nulla per scontato
approfondite quello che gli altri cercano di farvi fare
scoprite se qualcuno ha già trovato delle risposte ai problemi che vivete
non accontentatevi della mediocrità perchè siete chiamati a cose grandi.
Susanna Primavera