ARRIVA a VARESE “UNPLANNED – LA STORIA VERA DI ABBY JOHNSON”

La proiezione sarà al MULTISALA IMPERO DI VARESE MERCOLEDÌ 3 Novembre alle ore19:30 e alle ore 21:30 con la presenza del distributore ufficiale del film, Federica Picchi e i saluti di Vittoria Criscuolo e Susanna Primavera in rappresentanza del Movimento per la Vita – Centro Aiuto alla Vita Varese e “Inseme per la Vita” che hanno promosso l’iniziativa.

Replica SABATO 6 Novembre ore 18:30

TRAILER: https://youtu.be/Ef3BBABfd2E

TRAMA
“Unplanned” narra la storia (vera) di Abby Johnson, una ex-dipendente dell’organizzazione di cliniche mediche più potenti al mondo, la Planned Parenthood. Il suo lavoro e la sua carriera procedevano a gonfie vele, finché un giorno scopre una realtà diversa da quanto immaginava…

La storia vera di Abby Johnson

Questo è un film-verità; la verità dell’aborto. Quello che avviene attraverso l’aborto e quel che suscita nel cuore di una donna. Il film-verità non nasconde nulla sia della realtà biologica e tecnica legata all’intervento di interruzione volontaria di gravidanza, sia del dolore nascosto, non meno vero ma non rivelato, sentimento celato nel cuore della donna che ha abortito. Quando un certo tipo di dolore e di senso di colpa rimangono non espressi, come un segreto, dentro di noi, si apre la strada della tristezza, della despressione e dell’angoscia, ovvero la fine di ogni speranza verso il futuro. Questa è anche la tragica verità dell’aborto, l’altra faccia della medaglia della presunta libertà della donna di decidere la vita o la morte della propria creatura.

La verità dell’aborto

Parlare di aborto in termini oggettivi, scientifici, sembra diventato impossibile: appena si affronta il tema si registrano reazioni scomposte, c’è chi parla di “ violazione di diritti”, chi afferma che “ l’embrione/ il feto fino al momento della nascita non è vivo e non è umano”, chi si esprime accusando noi, volontari per la vita, di “ oscurantismo”, chi si scaglia contro la Chiesa cattolica, rea di essere retrograda e contro le donne.

Se pensiamo invece alla differenza fondamentale tra gli anni di approvazione della legge 194/78 e oggi, la prima osservazione non può che essere scientifica, quindi oggettiva: forse allora non era così evidente e risaputo universalmente che il piccolo embrione ha il cuore che batte già a 18/20 giorni dal concepimento. Un cuore che batte non può essere altro se non vita. Già solo il pensare di interrompere un processo avviato, dovrebbe scuotere le coscienze: chi siamo noi per decretare l’uccisione di un piccolo essere umano innocente e indifeso?

Purtroppo la legge nel corso degli anni ha, come si dice comunemente, “ fatto cultura”: è passato il principio del diritto di vita e di morte che il genitore , nello specifico la madre, avrebbe sul bimbo. Siamo cioè tornati al tempo degli antichi Romani. Questo si intende quando si parla di “ violazione dei diritti della donna”. La legge infatti permette alla donna, e a lei sola, di interrompere la vita del bambino non nato, anche all’insaputa e contro il volere del padre del piccolo.

Siamo noi pro life oscurantisti? Sembra invece essere oscurantista chi non è aggiornato ed è rimasto ai tempi in cui certe verità scientifiche non si conoscevano da parte di tutti.

Può mai essere la Chiesa “ contro la donna”? Noi volontari, ma soprattutto i sacerdoti, raccogliamo i cocci dell’anima e del dolore delle donne che hanno abortito, dolore che non le abbandona mai.

Alla luce di quanto detto, proponiamo di assistere alla proiezione del film “ Unplanned “ per ristabilire una verità: il bambino nell’aborto è vivo, la mamma con l’aborto soffre per sempre.( leggi i nostri articoli in merito)

Se sei in difficoltà per la gravidanza contatta il Movimento e Centro di aiuto alla vita di Varese.
Non sei sola!